Le ultime parole scritte da Malcolm X riguardavano il sionismo. Ecco cosa disse.

Per Malcolm X, il sionismo era indissolubilmente legato al più ampio colonialismo europeo. In un passaggio poco conosciuto scritto poco prima del suo assassinio, affermò chiaramente che vedeva il sionismo non solo come una minaccia per la Palestina, ma per l’intero Terzo Mondo.

Fonte: English version

Ali Hammoud – 23 marzo 2024

Immagine di copertina: Malcolm X (Foto: Michael Ochs Archives / Corbis)

Il genocidio in corso a Gaza, unito al recente anniversario dell’assassinio di Malcolm X, ha suscitato interesse per ciò che il famoso attivista pensava e scriveva sulla Palestina. Ma un lettore dell’Autobiografia di Malcolm X imparerebbe poco; in effetti, non si fa menzione del viaggio di Malcolm a Gaza nel 1964, o del suo feroce articolo intitolato “Logica sionista”. Anche le acclamate biografie di Malcolm X, come “The Dead Are Arising” di Les Payne e “A Life of Reinvention” di Manning Marable, ignorano o trascurano i dettagli della visita di Malcolm e gli scritti sulla Palestina. Marable arriva fino a sostenere che la prospettiva di Malcolm sulla Palestina fosse mero opportunismo politico; una trovata volta a ottenere il sostegno del presidente egiziano Jamal Abdul Nasser. È il rifiuto e l’abbandono di questa parte cruciale della vita di Malcolm che attenua sia la sua  prospettiva internazionalista, sia la minaccia che percepiva del sionismo non solo per la Palestina ma per l’intero Terzo Mondo.

Il 5 settembre 1964, Malcolm X si recò a Gaza – allora sotto il controllo dell’Egitto – dove trascorse due giorni. Visitò il campo profughi di Khan Younis e un ospedale locale e si è mescolò con gente del posto e luminari. Tra queste interazioni, forse la più influente fu il suo incontro non pianificato con il famoso poeta palestinese Harun Hashim Rashid. Malcolm era visibilmente commosso dalla terribile esperienza di quest’ultimo e dal racconto della crisi di Suez quasi dieci anni prima, in cui centinaia di palestinesi furono assassinati dall’IDF. Inoltre, gli appunti del diario di Malcolm indicano la sua ammirazione per la poesia di Rashid, mentre annotava frettolosamente una delle sue poesie intitolata “We Must Return:”

Dobbiamo tornare

Non dovrebbero esistere confini

Nessun ostacolo può fermarci

Gridate profughi: “Torneremo”

Dite ai Mts: “Torneremo”

Dite al vicolo: “Torneremo”

Ritorneremo alla nostra giovinezza

La Palestina ci invita ad armarci

E noi siamo armati e combatteremo

Dobbiamo tornare

Dopo il suo incontro con Rashid, Malcolm incontrò i leader religiosi e si unì a loro nella preghiera notturna congregazionale. Annotò nel suo diario che a Gaza “lo spirito di Allah era forte”.

La visita a Gaza ispirò lo scritto più famoso di Malcolm sul sionismo. Pubblicato sull’Egyptian Gazette il 17 settembre 1964, “Sionist Logic” lanciava una critica feroce al sionismo e dimostrava il punto di vista di Malcolm secondo il quale esso non costituiva solo una minaccia per la Palestina, ma per l’intero Terzo Mondo. Nel suo saggio scrive:

“I sionisti israeliani sono convinti di essere riusciti a camuffare con successo il loro nuovo tipo di colonialismo. Il loro colonialismo sembra essere più “benevolo”, più “filantropico”, un sistema con il quale governano semplicemente facendo sì che le loro potenziali vittime accettino le loro amichevoli offerte di “aiuto” economico e altri doni allettanti, che mettono davanti agli occhi di  nazioni africane recentemente indipendenti, le cui economie stanno attraversando grandi difficoltà… Pertanto, il potere e l’influenza dell’Israele sionista in molte delle nazioni africane recentemente “indipendenti” è rapidamente diventato ancora più incrollabile di quello dei colonialisti europei del XVIII secolo… e questo  nuovo tipo di colonialismo sionista differisce solo nella forma e nel metodo, ma mai nelle motivazioni o negli obiettivi”.

Qui, Malcolm traccia paralleli con il colonialismo europeo e la distruzione che ha provocato nel Terzo Mondo nei secoli precedenti. Per Malcolm, il sionismo è indissolubilmente legato al più ampio colonialismo europeo; l’ultima iterazione progettata per sottomettere il Terzo Mondo. Per affrontare questo più ampio tentativo coloniale, Malcolm implora i leader e i popoli del Terzo Mondo di unirsi e respingere le false aperture delle potenze coloniali.

Ciò che ho scritto sopra ha ricevuto un certo grado di copertura pubblica, ma c’è un documento cruciale trovato nell’appendice di “The Dead Are Arising” che deve ancora ricevere l’attenzione che merita. Il direttore generale del Centro islamico di Ginevra aveva inviato a Malcolm X nove domande sulla sua vita, fede e speranza per il futuro, alle quali Malcolm scrisse risposte incisive e schiette. La risposta alla domanda finale fu scritta la mattina del 21 febbraio 1965. Si tratta, per quanto ne so, del documento finale scritto da Malcolm X e testimonia la sua prospettiva internazionalista e la minaccia del sionismo – non solo alla Palestina ma all’intero Terzo Mondo. È riprodotto qui di seguito:

Domanda: L’Africa sembra aver catturato la maggior parte della tua attenzione e della tua viva preoccupazione. Perché? E ora che ne hai visitato quasi ogni parte, dove pensi che si trovi realmente l’Islam? E cosa si potrebbe fare, secondo te, per salvarlo sia dall’insensatezza di molti, o meglio della maggior parte di coloro che sono considerati i paladini della sua causa, sia dall’alleanza maliziosa e intraprendente del sionismo, dell’ateismo e del fanatismo religioso contro l’Islam? ?

Risposta: Considero l’Africa come la mia Patria. Mi interessa soprattutto vederla diventare completamente libera dall’influenza politica ed economica esterna che  l’ha dominato e sfruttata. L’Africa, a causa della sua posizione strategica, si trova ad affrontare una vera e propria crisi. Gli avvoltoi coloniali non hanno intenzione di arrendersi senza combattere. La loro arma principale è ancora il “divide et impera”. Nell’Africa orientale si nutre [sic] tra gli africani un forte sentimento anti-asiatico. Nell’Africa occidentale c’è un forte sentimento antiarabo. Dove ci sono arabi o asiatici c’è un forte sentimento antimusulmano. Queste ostilità non vengono avviate dalle persone coinvolte sopra menzionate. A questo punto non hanno nulla da trarre vantaggio dal combattere tra loro. Coloro che ne beneficiano di più sono gli ex padroni coloniali che ora hanno soppiantato l’odiato colonialismo e imperialismo con il sionismo. I sionisti hanno superato tutti gli altri gruppi di interesse nell’attuale lotta per la nostra Madre Africa. Usano un approccio così benevolo e filantropico che è abbastanza difficile per le loro vittime capire i loro piani. Il sionismo è ancora più pericoloso del comunismo, perché è reso più accettabile ed è quindi più distruttivo.

Poiché l’immagine araba è quasi inseparabile dall’immagine dell’Islam, il mondo arabo ha una molteplicità di responsabilità di cui deve essere all’altezza. Poiché l’Islam è una religione di Fratellanza e Unità, coloro che prendono l’iniziativa nell’esporre questa religione hanno il dovere di dare il più alto esempio di Fratellanza e Unità. È imperativo che il Cairo e la Mecca (il Consiglio supremo degli affari islamici e la Lega mondiale musulmana) tengano una conferenza di “vertice” religioso e mostrino un maggiore grado di preoccupazione e responsabilità per l’attuale difficile situazione del mondo musulmano, altrimenti altre forze insorgeranno nell’attuale generazione di giovani musulmani lungimiranti e i “centri di potere” saranno tolti dalle mani di coloro in cui si trovano ora e collocati altrove. ALLAH PUÒ FARLO FACILMENTE.

Alcune ore dopo aver digitato questa risposta, Malcolm X fu assassinato all’Audobon Ballroom di New York. Aveva 39 anni.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali – Invctapalestina.org