Perché il Sud del mondo si sta sollevando per Gaza

Ora che le dinamiche globali stanno lavorando a favore dei palestinesi, è tempo che la loro lotta ritorni ad abbracciare il Sud del Mondo.

Fonte: English  version

Di Ramzy Baroud – 17 aprile 2024

Immagine di copertina: Nuvole di fumo si inalzano durante il bombardamento israeliano nel quartiere di Al-Daraj nella Città di Gaza. 16 aprile 2024 (AFP)

La distanza tra Gaza e la Namibia si misura in migliaia di chilometri. Ma le loro esperienze storiche fanno sì che si sentano molto più vicine. Questo è proprio il motivo per cui la Namibia è stata uno dei primi Paesi a prendere una posizione forte contro il Genocidio israeliano a Gaza.

La Namibia fu colonizzata dai tedeschi nel 1884, mentre gli inglesi colonizzarono la Palestina dopo la Prima Guerra Mondiale prima di cedere il territorio ai colonizzatori sionisti nel 1948. Sebbene i tessuti etnici e religiosi dei due Paesi siano diversi, le esperienze storiche sono simili.

È facile, tuttavia, presumere che la storia che unisce molti Paesi del Sud del Mondo sia solo quella dello sfruttamento e della vittimizzazione occidentale. Ma è anche una storia di Lotta e Resistenza Collettiva.

La Namibia è stata abitata fin dalla preistoria. Questa lunga storia ha permesso ai namibiani di stabilire un senso di appartenenza alla terra e gli uni agli altri, qualcosa che i tedeschi non capivano né apprezzavano.

Quando i tedeschi colonizzarono la Namibia, dandole il nome di Africa Tedesca del Sud-Ovest, fecero quello che hanno fatto tutti gli altri colonialisti occidentali, dalla Palestina al Sudafrica all’Algeria e praticamente a tutti i Paesi del Sud del Mondo. Tentarono di dividere il popolo, di sfruttare le sue risorse e di massacrare coloro che resistevano.

Sebbene il loro Paese avesse solo una piccola popolazione, i namibiani resistettero ai loro colonizzatori, portando la Germania a decidere di sterminare semplicemente i nativi, uccidendo letteralmente la maggioranza della popolazione.

Dall’inizio del Genocidio israeliano a Gaza, la Namibia ha risposto all’appello di solidarietà con i palestinesi, insieme a molti altri Paesi del Sud del Mondo, tra cui Colombia, Nicaragua, Cuba, Sudafrica, Brasile e Cina.

Sebbene l’intersezionalità sia un concetto molto celebrato nel mondo accademico occidentale, non è necessaria alcuna teoria accademica per spiegare perché le nazioni oppresse e colonizzate del Sud del Mondo mostrano solidarietà le une con le altre.

Pertanto, quando la Namibia ha preso una posizione forte contro il più grande sostenitore militare di Israele in Europa, la Germania, lo ha fatto basandosi sulla totale consapevolezza della propria storia.

Il Genocidio tedesco del popolo Nama ed Herero del 1904-1908 è noto come il “primo Genocidio del 20° secolo”. Il Genocidio israeliano in corso a Gaza è uno dei primi Genocidi del 21° secolo. L’unità tra Palestina e Namibia è ora cementata dalla loro reciproca sofferenza.

Tuttavia, non è stata la Namibia ad avviare una causa contro la Germania presso la Corte Internazionale di Giustizia, ma il Nicaragua, un Paese centroamericano che si trova a migliaia di chilometri sia dalla Palestina che dalla Namibia.

La causa del Nicaragua accusa la Germania di violare la Convenzione sul Genocidio. Vede giustamente Berlino come un complice nel Genocidio in corso dei palestinesi.

Questa accusa da sola dovrebbe terrorizzare il popolo tedesco, il mondo intero di fatto, poiché la Germania è stata coinvolta in Genocidi sin dai suoi primi giorni come potenza coloniale. L’orribile crimine dell’Olocausto, insieme ad altri stermini di massa perpetrati dal governo tedesco contro gli ebrei e altri gruppi minoritari in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, furono la continuazione di altri Crimini Tedeschi commessi contro gli africani decenni prima.

L’analisi tipica del motivo per cui la Germania continua a sostenere Israele viene spiegato sulla base del senso di colpa tedesco per l’Olocausto. Questa spiegazione, tuttavia, è in parte illogica e in parte errata.

Illogica perché, se la Germania ha interiorizzato il senso di colpa derivante dai suoi precedenti omicidi di massa, non avrebbe senso aggiungere ulteriore senso di colpa permettendo che i palestinesi vengano massacrati in massa. Se tale colpa esiste, non è percepita.

Ed è errata perché trascura completamente il Genocidio tedesco in Namibia. Infatti, il governo tedesco ha impiegato fino al 2021 per riconoscere l’orribile massacro avvenuto in quel povero Paese africano. Si è poi scusato e ha accettato di pagare solo 1,1 miliardi di euro in “aiuti comunitari”, che saranno assegnati nel corso di tre decenni.

Il sostegno del governo tedesco alla guerra israeliana a Gaza non è motivato dal senso di colpa, ma da un modello di potere che governa le relazioni tra i Paesi coloniali. Molti Paesi del Sud del Mondo comprendono molto bene questa logica; da qui la crescente solidarietà con la Palestina.

La brutalità israeliana a Gaza e il “Sumoud” (“Resilienza” e “Resistenza”) palestinese stanno ispirando il Sud del Mondo a rivendicare la propria centralità nelle Lotte di Liberazione Anticoloniali.

La rivoluzione nella prospettiva del Sud del Mondo, culminata nel caso del Genocidio del Sudafrica contro Israele davanti alla Corte Internazionale e nella causa del Nicaragua contro la Germania, indica che il cambiamento non è il risultato di una reazione emotiva collettiva. Invece, è parte integrante del rapporto mutevole tra il Sud e il Nord del Mondo.

L’Africa sta attraversando da anni un processo di ristrutturazione geopolitica. Le ribellioni antifrancesi nell’Africa occidentale, che chiedono una vera indipendenza dagli ex Padroni Coloniali del continente, oltre all’intensa competizione geopolitica, che coinvolge Russia, Cina e altri, sono segni dei tempi che cambiano.

Con questo rapido riassetto, stanno emergendo un nuovo linguaggio politico e una nuova retorica popolare, spesso espressi nel linguaggio rivoluzionario proveniente dal Niger, dal Burkina Faso, dal Mali e altri.

Ma il cambiamento non avviene solo sul fronte retorico. L’ascesa dei BRICS come nuova potente piattaforma per l’integrazione economica tra l’Asia e il resto del Sud del Mondo ha aperto la possibilità che siano possibili alternative alle istituzioni finanziarie e politiche occidentali.

Nel 2023, è stato rivelato che i Paesi BRICS producevano il 32% del prodotto interno lordo mondiale, rispetto al 30% generato dai Paesi del G7 messi insieme. C’è molto valore politico in questo, poiché quattro dei cinque fondatori originari dei BRICS sono forti e imperterriti sostenitori dei palestinesi.

Mentre il Sudafrica tiene il fronte legale contro Israele, Russia e Cina combattono gli Stati Uniti presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e tentano di istituire un cessate il fuoco. L’ambasciatore di Pechino presso le Nazioni Unite è arrivato al punto di difendere la lotta armata palestinese come legittima ai sensi del Diritto Internazionale.

Ora che le dinamiche globali stanno lavorando a favore dei palestinesi, è tempo che la loro lotta ritorni ad abbracciare il Sud del Mondo, dove le storie comuni serviranno sempre come fondamento per una solidarietà significativa.

Ramzy Baroud è un giornalista e redattore di The Palestine Chronicle. È autore di sei libri. Il suo ultimo libro, curato insieme a Ilan Pappé, è “La Nostra Visione per la Liberazione: Leader Palestinesi Coinvolti e Intellettuali Parlano”. Ramzy Baroud è un ricercatore senior non di ruolo presso il Centro per l’Islam e gli Affari Globali (CIGA), dell’Università Zaim di Istanbul (IZU).

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org