Il comune di Bondy (Seine-Saint-Denis), ha deciso di non acquistare merci provenienti da insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati.
Questa decisione è stata adottata Giovedi scorso dal Consiglio comunale all’unanimità con 5 voti contrari, ha riferito la France-Palestine Solidarity Association (AFPS) in un comunicato.
Bondy è una città di 50.000 abitanti della periferia orientale di Parigi, il sindaco, il socialista Sylvine Thomassin, si basa su una coalizione di maggioranza PS / PC / EELV.
(In alto, una fotografia di archivio scelto dal quotidiano israeliano Jerusalem Post per illustrare il suo articolo sul voto di Bondy)
Questo è il testo integrale del voto comunale:
Voto del Comune di Bondy, Venerdì 24 Giugno 2016
Questo è un diritto legittimo dei cittadini di accettare o rifiutare di acquistare beni in base alla sua origine di provenienza. Ed è dovere di un ente locale verificare la tracciabilità dei prodotti e dei servizi che offre alla sua popolazione.
Le etichette affisse su alcuni di questi prodotti sono un chiaro inganno per indurre i consumatori in errore. Essa mina la loro libertà di scelta.
In particolare, le merci prodotte negli insediamenti israeliani in Palestina, riconosciuti dal diritto internazionale come illegale, sono disponibili sul mercato francese come prodotti da Israele.Questo è ovviamente falso, la Palestina non è Israele e gli insediamenti in violazione delle norme internazionali da parte della potenza occupante, non possono essere presentati come parte dello stato di Israele.
Pertanto:
Mentre gli insediamenti israeliani sono illegali secondo il diritto internazionale e sono trattati come un crimine di guerra ai sensi dell’articolo 49-6 della Quarta Convenzione di Ginevra e ai sensi dell’articolo 55 del Regolamento dell’Aia;Considerando risoluzioni 242 (1967) e 338 (1973) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedono il ritiro completo di Israele dai territori che occupa;
Considerando la Risoluzione 465 (1980) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che invita tutti gli Stati a non fornire alcuna assistenza ad Israele che ha costruito insediamenti nei territori occupati;
Considerando che la Corte internazionale di giustizia ha confermato nel 2004 che gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati (compresa Gerusalemme Est) sono stati istituiti in violazione del diritto internazionale;
Considerando che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i suoi organi istituiti per i diritti umani, così come praticamente tutti gli stati membri delle Nazioni Unite e altri attori internazionali hanno sempre confermato l’illegalità degli insediamenti secondo il diritto internazionale e chiesto a Israele di fermare le costruzioni;
Considerando la comunicazione interpretativa di novembre 2015 pubblicato dalla Commissione europea che chiede l’etichettatura dei prodotti realizzati negli insediamenti in Cisgiordania, Gerusalemme Est e le alture del Golan, occupate da Israele dal 1967;
Il Comune Bondy ha deciso l’applicazione del diritto internazionale, sia nello spirito e nella sua lettera che dichiara insediamenti illegali israeliani in Palestina e ha deciso di non fornire la sua popolazione di beni e servizi che non siano conformi a questa legge.
Si chiede l’attuazione della direttiva europea sull’etichettatura dei prodotti realizzati nelle colonie.
Decide quindi di smettere di comprare le merci da insediamenti israeliani finché il documento interpretativo non viene applicato in Francia, e di verificare prima di ogni acquisto, l’origine dei prodotti che non specificano chiaramente la loro origine.
Ritiene che, poiché l’Europa e la comunità internazionale riconosce l’illegalità degli insediamenti in Palestina, la Francia deve fermare le importazioni di merci prodotte in queste località.
Renzi in Israele contro il Bds
Renzi in Israele e l’impegno contro il Bds. Come anticipato ieri dal notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24, uno dei temi toccati durante l’incontro a Roma tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il Primo ministro italiano Matteo Renzi è stato la minaccia del movimento che vuole il boicottaggio d’Israele. “L’Italia e le sue istituzioni sono in prima fila nella lotta al Bds”, ha sottolineato Netanyahu, rispondendo a una domanda di Pagine Ebraiche, e spiegando che il movimento del boicottaggio non è una minaccia economica ma politica e culturale. Così Renzi, come riporta La Stampa, ha promesso che sarà in visita a Gerusalemme il prossimo dicembre e si farà accompagnare da una nutrita delegazione di rettori e professori italiani per spezzare l’isolamento accademico”.
trad. Invictapalestina.org
fonte: http://moked.it/blog/2016/06/28/pace-tra-gerusalemme-e-ankara-renzi-in-israele-contro-il-bds/
Fonte: http://www.france-palestine.org/Le-droit-rien-que-le-droit-mais-tout-le-droit