Dopo il discorso di Mahmoud Abbas sui pozzi avvelenati, il diluvio per i palestinesi

29 giugno 2016 – Amira Hass – Haaretz

Mahmoud Abbas ha ancora una volta provocato imbarazzo. Nel suo discorso al Parlamento europeo ha ripetuto le sciocchezze di un “articolo ” che era apparso nei media palestinesi un paio di giorni prima: rabbini avevano ordinato l’avvelenamento dei pozzi palestinesi e dell’acqua potabile nella West Bank. Il giorno dopo ha ritrattato questa affermazione tramite il suo ufficio, ma il danno era fatto.

Abbas è stato accusato di diffondere la calunnia antisemita di sangue – una logora accusa prevedibile che evidenzia, però, i problemi seri e reali che caratterizzano i vertici palestinesi: l’ ignoranza della realtà quotidiana vissuta dal proprio popolo, la mancanza di coordinamento e di scambio di informazioni e di idee tra i diversi uffici dell’esecutivo, la dipendenza ai yes-men e ai media locali che non controllano le informazioni e troppo spesso non sono precisi o esagerano, anche quando la verità sulla politica israeliana è sufficientemente incriminante.
Secondo la Reuters la frase non è stata inclusa nella versione ufficiale del discorso (noioso) che l’ufficio di Abbas  aveva distribuito in anticipo. Sembra che questa sia stata un’improvvisazione, come accade in occasione delle riunioni con il suo movimento Fatah o quando in un incontro con studenti israeliani ha dichiarato che il coordinamento di sicurezza con Israele è “sacro”.
Secondo il New York Times l'”articolo ” era apparso sul sito di qualche ufficio dell’OLP (non ha specificato quale) e da lì ripreso dal sito ufficiale turco Anadolu e da un giornale di Dubai. Palestinian Media Watch afferma che la notizia è stata trasmessa dalla stazione televisiva ufficiale palestinese, il 20 giugno aggiungendo che un’ organizzazione israeliana per i diritti umani aveva “rivelato” il nome del rabbino : Shlomo Melamed.
Ora non c’è un’organizzazione chiamata Consiglio rabbinico degli insediamenti e non c’è un rabbino di nome Shlomo Melamed. . Nessuna organizzazione israeliana per i diritti umani ” ha confermato “il suo coinvolgimento , secondo un articolo del Jerusalem Post (citato da Palestinian Media Watch).
Se Abbas avesse prestato attenzione alla realtà, avrebbe parlato a Bruxelles del problema dell’acqua per evidenziare l’assurda situazione palestinese. Avrebbe potuto dire : “Noi (e l’Europa con noi) aderiamo agli accordi di Oslo 17 anni dopo la sua scadenza, in quanto li consideriamo ancora un corridoio necessario per la creazione di uno stato palestinese, ma guardate come Israele sfrutta la nostra pazienza e continua a imporre la stessa divisione disumana dell’ unica fonte d’acqua che abbiamo”.
Oggi gli israeliani usano l’ 86 per cento della falda acquifera di montagna, mentre le briciole che rimangono – il 14 per cento – sono concesse ai palestinesi. Invece di dire sciocchezze sull’ avvelenamento delle acque, avrebbe potuto parlato della società idrica Mekorot che sta tagliando la fornitura di acqua nella zona di Salfit per soddisfare la domanda crescente degli insediamenti.
È vero ci sono rabbini che hanno detto cose terribili sugli arabi o sui non ebrei in generale. Inoltre, in Cisgiordania si conoscono casi di cittadini israeliani ebrei che buttano le carcasse degli animali nelle cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, come nel villaggio di Kharruba nelle Hebron Hills del Sud, o nelle cisterne che raccolgono il deflusso da sorgenti, come in Madma sud di Nablus.
Eppure la logica avrebbe dovuto far capire la dubbia verità di questo “rapporto”. Israeliani e Palestinesi si abbeverano dalla stessa falda acquifera, pertanto, “avvelenando l’acqua” entrambi i popoli sarebbero stati danneggiati . Un po ‘di consapevolezza storica avrebbe dovuto far intuire il pericolo di associare gli ebrei all’avvelenamento dell’acqua.

Queste sono le conseguenze che scaturiscono, quando si considera se stessi come unico sovrano la cui parola è legge e si posticipano ripetutamente le elezioni. Fatah e l’OLP beneficiano di un  parlamento paralizzato e ciò non permette un processo democratico per scegliere l’erede o gli eredi, in modo da risparmiare al popolo palestinese un vuoto politico pericoloso una volta che Abu Mazen deciderà di andarsene.

Fonte: https://frammentivocalimo.blogspot.it/2016/06/amira-hass-after-mahmoud-abbas-deluge.html

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Protected by WP Anti Spam