Nisreen Azzeh continua a lottare dopo la morte del marito, Hashem Azzeh

Posted on 6 dicembre 2015 by Admin2
International Solidarity Movement, Khalil Team | Al-Khalil, Palestina occupata.

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Il 22 novembre, un mese dopo la scomparsa dell’attivista palestinese e caro amico dell’ISM, Hashem Azzeh, la squadra al-Khalil (Hebron) è andata a trovare la sua vedova, Nisreen.


Seduta nel suo salotto, Nisreen spiega come, dopo la morte del marito (articolo sul Manifesto riportato da Nena-News), la vita quotidiana, per lei e la sua famiglia è solo peggiorata.

L’esercito israeliano non consente alcun visitatore in casa. Dice anche che l’esercito si riferisce a loro, non con i loro nomi reali, ma con dei numeri.

4 giorni prima di questa nostra visita, Nisreen tornando nella sua  casa ha trovato l’accesso principale   sbarrato. I soldati israeliani hanno dichiarato questa area zona militare chiusa. Alla domanda dei soldati, “Perché sei così nervosa?” Lei ha replicato: “perché la strada è chiusa?”

I soldati beffardamente le hanno risposto, “chiami Mahmoud Abbas e gli dica di smettere l’Intifada.” Ma Nisreen ha ribattuto a questo crudele sarcasmo, ricordando loro che questa è zona di H2, “che è governata da Netanyahu.”

Poiché l’accesso principale alla sua casa ora è bloccato, è costretta a utilizzare un ingresso alternativo, lei per entrare in casa deve arrampicarsi su alcune rocce con molta difficoltà. Nisreen soffre di problemi al ginocchio, e  prevedere che con l’arrivo dell’inverno e della neve, questo passaggio sarà ulteriormente critico col rischio di cadere.

Sia Nisreen che suo cognato hanno paura a fare uscire i loro bambini  da soli in strada. Hanno soprattutto paura per Raghad, la figlia più grande di Nisreen che ha 17 anni e per suo cugino che ne ha 19.

A causa della loro età, entrambi i genitori hanno paura che i coloni israeliani illegali e l’esercito israeliano possano sparare per ucciderli e posizionare poi un coltello accanto ai loro corpi, poiché questo è ciò che hanno fatto in altri casi, quasi quotidianamente dall’inizio di ottobre avendo per obiettivo giovani di età simile. Per saperne di più su questo  Approfondimento 1Approfondimento 2

Di conseguenza, Raghad non sta fuori di casa da sola, e ha dovuto smettere di accompagnare  a piedi  sua sorella più giovane a scuola, ora è la madre ad accompagnarla.

La paura della violenza dei coloni è parte della vita quotidiana per gli abitanti di Al-Khalil (Hebron). Nisreen non dimenticherà mai come ha sofferto due aborti a causa degli attacchi dei coloni. Durante il primo aborto spontaneo era a tre mesi di gravidanza, la seconda volta  a quattro mesi.

Dopo uno di questi aborti, avvenuto nel 2003, aveva deciso di presentare una denuncia alla polizia israeliana. Dopo aver aspettato per 8 anni, il caso nel 2011 è stato finalmente presentato alla Corte. I coloni si sono presentati con tre avvocati, considerando che per lei sarebbe stato molto difficile pagare tutte le spese necessarie.

Nisreen ricorda come, durante la prima udienza della Corte, i coloni non si presentarono dicendo che erano malati. Durante la seconda udienza della Corte,  i coloni  si sono presentati con tre avvocati.  Lei aveva presentato un video a dimostrazione di come i coloni l’avevano attaccata insieme a suo figlio Younes che al momento aveva tre anni. Il Tribunale le chiese di disegnare una mappa del luogo dell’incidente. Così ha fatto ma perse la causa, perché la decisione finale della Corte fu che lei mentiva.

Nel frattempo, Nisreen continua la sua lotta per offrire una vita più normale possibile  ai suoi figli.

Per una più profondo approfondimento della lotta quotidiana ad Al-Khalil, leggere un’intervista ISM effettuata a   Hashem Azzeh nel 2013 Approfondimento 3.

Una risposta a “Nisreen Azzeh continua a lottare dopo la morte del marito, Hashem Azzeh”

  1. Non sono per la guerra, ma nemmeno per una pace finta. Il mondo intero dovrebbe isolare e boicottare con tutti i mezzi la politica di colonizzazione del resto della Palestina da parte di Israele, poiché i veri terroristi sono i coloni, perché fanatici e perciò pericolosi.

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