69 anni di Nakba

Esattamente 69 anni fa, mentre il 14 maggio 1948 finiva il mandato britannico in Palestina e nasceva lo Stato d’Israele, il 15 maggio 1948 iniziava la Nakba, termine che letteralmente in arabo significa “catastrofe” e corrisponde all’esodo di 700.000 Palestinesi dalla Palestina storica.
Le forze sioniste presero il controllo delle città palestinesi e ne distrussero più di 500. Vennero compiuti molteplici massacri, come quello del villaggio palestinese di Deir Yassin del 1945, in cui vennero uccisi più di 10.000 Palestinesi (da Ilan Pappé, “La Pulizia Etnica della Palestina”. E’ possibile consultare anche il PCBS, “Palestinian Central Bureau of Statistics”).
Le città palestinesi vennero così distrutte o inglobate nel neonato stato.

Per il popolo palestinese la Nakba corrisponde quindi all’inizio della diaspora. Le atrocità perpetrate dalle forze sioniste obbligarono il popolo autoctono a lasciare tutta la loro vita quotidiana e la loro terra, disperdendosi nei campi profughi tra la Cisgiordania, Gaza e negli altri Stati Arabi.
Nei Palestinesi, forte e martellante è la speranza del ritorno, frutto della sofferenza per il distacco dalla propria terra e l’ansia per la ricerca dei propri familiari.
Il “ritorno” diventa anche il tema principale della letteratura palestinese della Nakba, a cui si accompagna una frenetica scrittura per mantenere forte e salda la memoria da tramandare ai figli.

Chi scappò nel 1948 non poté più ritornare. Le case vuote, lasciate con la speranza di potervi fare ritorno e per questo con all’interno cose personali quali vestiti, foto, libri, furono assegnate a “proprietà di assenti” e quindi ai nuovi abitanti della Palestina. Ancora oggi, i Palestinesi conservano con amore, orgoglio e gelosia le vecchie chiavi delle loro case ormai perdute.


Tutt’oggi si chiede il diritto al ritorno per tutti i Palestinesi che in quel giorno di maggio persero le cose più care: la loro terra e la loro vita.

“Ritorneremo con le tempeste
con il bagliore delle meteoriti
con la speranza e con le canzoni
con il volteggiare delle aquile.”
(poesia di Abu Salma, “Ritorneremo”, 1951)

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