Nessun paese al mondo riconosce Gerusalemme come capitale di Israele.
di Zena Tahhan e Farah Najjar, 28 maggio 2017
[FOTO- La comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti, considera Gerusalemme Est territorio occupato. The Associated Press]
In questo giorno, Israele celebra quello che definisce il “Jerusalem Day”, giorno in cui occupò Gerusalemme Est, alla fine della guerra del 1967 contro Siria, Egitto e Giordania.
L’annuale celebrazione è un giorno in cui consevatori di destra, in particolar giovani israeliani, si scatenano per la città vecchia di Gerusalemme Est, sventolando bandiere israeliane e gridando slogan razzisti anti-palestinesi, anti-arabi e anti-musulmani.
Alcuni dei canti includono minacce di morte, distruzione e completa eliminazione dei palestinesi a Gerusalemme, del genere “Morte agli arabi”.
Folti gruppi spesso sfilano per il quartiere musulmano della città vecchia e provocano i residenti battendo su negozi e case palestinesi.
Israele – che prese la metà occidentale di Gerusalemme nella guerra arabo-israeliana del 1948 – inquadra la giornata come “riunificazione” delle due parti est e ovest della sua capitale.
L’occupazione israeliana di Gerusalemme Est ha effettivamente messo l’intera città sotto il controllo di fatto israeliano. Giurisdizione e proprietà dello stato di Gerusalemme, tuttavia, non sono riconosciute dalla comunità internazionale, inclusi gli Stati Uniti. Lo status di Gerusalemme rimane uno dei punti critici negli sforzi volti a risolvere il conflitto palestinese-israeliano.
Posizione della comunità internazionale
Nell’ambito del Piano di Partizione del 1947 delle Nazioni Unite per dividere la Palestina storica tra stati arabi ed ebrei, a Gerusalemme fu concesso uno status speciale e doveva essere posta sotto sovranità e controllo internazionali. Lo status speciale si basava sull’importanza religiosa di Gerusalemme per le tre religioni abramitiche.
Con la guerra del 1948, seguendo la raccomandazione dell’ONU di dividere la Palestina, le forze sioniste presero il controllo della metà occidentale della città e dichiararono il territorio parte del suo stato.
Durante la guerra del 1967, Israele conquistò la metà orientale di Gerusalemme, che all’epoca era sotto controllo giordano, e ha proceduto ad annettersela concretamente estendendo la legge israeliana, portandola direttamente sotto la propria giurisdizione, in violazione del diritto internazionale.
Nel 1980, Israele ha approvato la “Legge di Gerusalemme”, che afferma che “Gerusalemme, intera e unita, è la capitale di Israele”, formalizzando così la sua annessione di Gerusalemme est.
In risposta, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approvò la risoluzione n. 478 del 1980 che dichiara la legge “nulla”.
La comunità internazionale, inclusi gli Stati Uniti, ufficialmente considera Gerusalemme Est come territorio occupato. Inoltre, nessun paese nel mondo riconosce alcuna parte di Gerusalemme come capitale israeliana, ad eccezione della Russia, che all’inizio di quest’anno ha annunciato il riconoscimento della Gerusalemme occidentale come capitale d’Israele.
Per il momento, tutte le ambasciate straniere hanno sede a Tel Aviv.
L’annessione illegale israeliana di Gerusalemme Est viola diversi principi del diritto internazionale che definisce che un potere occupante non ha sovranità sul territorio che occupa.
Palestinesi a Gerusalemme
Nonostante l’annessione de-facto di Gerusalemme est da parte di Israele, ai palestinesi che vi abitano non è stata concessa la cittadinanza israeliana.
Oggi, circa 420.000 palestinesi di Gerusalemme Est hanno carte d’identità di “residenza permanente”. Posseggono anche passaporti giordani temporanei senza un numero di identificazione nazionale. Ciò significa che non sono cittadini giordani a pieno titolo – hanno bisogno di un permesso di lavoro per lavorare in Giordania e non hanno accesso a servizi e prestazioni governative, come per esempio tasse scolastiche ridotte.
I palestinesi gerosolimitani sono essenzialmente apolidi, bloccati in un limbo legale – non sono cittadini di Israele, né cittadini di Giordania o Palestina.
Israele tratta i palestinesi di Gerusalemme Est come immigrati stranieri che vi abitano come per un favore dello Stato e non per diritto, nonostante siano nati lì. Sono tenuti a soddisfare una serie di requisiti per mantenere il proprio status di residenza e vivono con la continua paura di vedersela revocata.
Ogni palestinese che abbia vissuto al di fuori dei confini di Gerusalemme per un certo periodo di tempo, che sia un paese straniero o la Cisgiordania, corre il rischio di perdere il diritto di vivere lì.
Coloro che non possono dimostrare che il “centro della loro vita” è a Gerusalemme e che vi hanno vissuto ininterrottamente, perdono il loro diritto di vivere nella loro città di nascita. Devono presentare decine di documenti, tra cui titoli di proprietà, contratti di affitto e buste paga. Anche l’ottenimento della cittadinanza di un altro paese porta alla revoca del loro status.
Intanto, ogni ebreo in tutto il mondo gode del diritto di vivere in Israele e di ottenere la cittadinanza israeliana in virtù della ‘Legge del ritorno’ israeliana.
Dal 1967, Israele ha revocato lo status di 14.000 palestinesi, secondo il gruppo israeliano dei diritti, B’Tselem.
Insediamenti
Il progetto di insediamento israeliano a Gerusalemme Est, finalizzato al consolidamento del controllo di Israele sulla città, è considerato illegale anche dal diritto internazionale.
L’ONU ha affermato in diverse risoluzioni che il progetto di insediamento è in chiara violazione della Quarta Convenzione di Ginevra, che vieta a un paese occupante di trasferire la sua popolazione nelle aree che occupa.
Le ragioni sono diverse: assicurare che l’occupazione sia temporanea e impedire allo stato occupante di stabilire una presenza a lungo termine mediante dominazione militare; proteggere i civili occupati da furti di risorse; prevenire l’apartheid e le modifiche nella composizione demografica del territorio.
Ma dal 1967 Israele ha costruito più di una dozzina di complessi abitativi per gli israeliani ebrei, noti come insediamenti, alcuni in mezzo ai quartieri palestinesi di Gerusalemme Est.
Circa 200.000 cittadini israeliani vivono a Gerusalemme Est sotto la protezione dell’esercito e della polizia, con il più grande unico complesso di insediamento che ospita 44.000 israeliani.
Tali insediamenti fortificati, sparsi spesso tra le case dei palestinesi, impediscono la libertà di movimento, la privacy e la sicurezza dei palestinesi.
Anche se Israele rivendica Gerusalemme come sua capitale indivisa, la realtà per coloro che vi vivono non può essere diversa.
Mentre i palestinesi vivono in condizioni di apartheid, gli israeliani godono di un senso di normalità, garantito loro dal loro stato.
Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
Fonte – http://www.aljazeera.com/indepth/features/2017/05/jerusalem-capital-israel-170524091310050.html
Cosa devo commentare se non ne pubblichi neanche uno di commenti, specialmente di quelli che attengono alle scorrettezze di Israele contro il popolo legittimo palestinese!!!
Personalmente (Rosario) penso che sia una polemica inutile. Siamo stati costretti ad inserire la moderazione per evitare spam e pubblicità e finora ogni commento fatto sull’articolo specifico è stato sempre pubblicato. Quale interesse avrebbe Invictapalestina a non pubblicare commenti, soprattutto quelli che attengono alle scorrettezze di Israele contro il popolo legittimo palestinese, se le nostre pagine non fanno altro che denunciarle quotidianamente?
Grazie