Occupazione: Gli attacchi alla polizia israeliana a Gerusalemme Est non sono terrorismo

Occupazione: A Gerusalemme, Israele vanta la presenza di 220.000 coloni ebrei illegali insediati in una terra confiscata a 300.000 residenti palestinesi che sono ora senza terra.

Israele / Palestina –  Rima Najjar il 21 giugno 2017

 

Gerusalemme Est è occupata da Israele. E’ anche illegalmente annessa. E’ anche illegalmente separata dal resto della Cisgiordania da un muro illegale.

Vanta  50.000 arabi palestinesi sfollati illegalmente e 685 case palestinesi illegalmente demolite che hanno reso 2.500 arabi palestinesi senza casa [vedi fonti per questa informazione qui]. Tutto questo è legalizzato dalla giurisprudenza israeliana, ma  mai  legittimato perché le sue violazioni fondamentali dei diritti umani sono sancite dalla legge sull’occupazione militare.

Anche se gli USA e Israele rifiutano il concetto di terrorismo di stato (cioè atti di violenza praticati da agenzie ufficiali statali), per la descrizione di cui sopra  le politiche e  le azioni di Israele a Gerusalemme Est dovrebbero essere considerate come attività terroristiche. Le attività violente di Israele sono premeditate, di natura politica, e rivolte ai civili – cioè  tutti  fattori generalmente validi per confermare elementi di terrorismo.

La natura della violenza di Israele a Gerusalemme (così come negli altri territori palestinesi occupati della Cisgiordania e della Striscia di Gaza) è evidenziata dalla stragiudiziale e brutale uccisione dei palestinesi che esercitano il diritto riconosciuto a livello internazionale di resistere come descritto dalle Nazioni Unite nella Risoluzione  A / RES / 33/24 del 29 novembre 1978:

diritto alla lotta armata
Diritto alla lotta armata
2. Ribadisce la legittimità della lotta dei popoli per l’indipendenza, l’integrità territoriale, l’unità nazionale e la liberazione dal dominio coloniale e straniero e dall’occupazione straniera con tutti i mezzi disponibili, in particolare la lotta armata;

Israele ha una lunga storia di uccisioni extragiudiziali di palestinesi dentro e fuori la Palestina e anche una storia che cerca di impedire ai giornalisti di documentare la sua politica di uccisioni extragiudiziali. Mentre la resistenza palestinese aumenta, aumentano anche gli omicidi extragiudiziali di Israele.

Human Rights Watch ha documentato numerose dichiarazioni dall’ottobre 2015 da parte di politici israeliani importanti, tra cui il ministro della polizia e il ministro della Difesa, che invitano la polizia e i soldati a sparare per uccidere gli attentatori sospetti, indipendentemente dal fatto che la forza letale sia strettamente necessaria per proteggere la vita. (Israele / Palestina: alcuni funzionari che sostengono “Shoot-to-Kill“)

Allora, cosa pensare degli incidenti avvenuti il ​​16 giugno 2017, in cui tre uomini palestinesi hanno condotto due attacchi contro la polizia israeliana a Gerusalemme?

Due palestinesi sono stati uccisi dopo aver aperto il fuoco cercando di uccidere un gruppo di poliziotti israeliani venerdì sera, ha detto la polizia. Da un’altra parte, un palestinese ha pugnalato fatalmente una poliziotta di frontiera prima di essere  ucciso dalla polizia …. Un gruppo dello Stato islamico ha rivendicato la responsabilità dell’attentato ma l’organizzazione militante palestinese Hamas e il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (PFLP) hanno riferito che i tre attaccanti appartenevano alle loro organizzazioni…. I media palestinesi hanno fatto i nomi degli attaccanti: Adel Ankush, 18 anni di un villaggio vicino a Ramallah, Bra’a Salah, 18 anni, dello stesso villaggio e Amar Bedui, 31 anni di Hebron.

A partire da settembre 2015, gli assalitori palestinesi hanno ucciso 42 israeliani, due americani in visita e uno studente britannico, principalmente con accoltellanti, armi da fuoco e attacchi con veicoli. Nello stesso tempo, circa 250 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano. Israele ha identificato la maggior parte di loro come attaccanti.

Israele accusa la violenza su incitamento da parte dei leader politici e religiosi palestinesi incoraggiati dai siti di social media che glorificano la violenza e incoraggiano gli attacchi.

I palestinesi dicono che è conseguenza della rabbia per decenni di occupazione  israeliana, in un territorio che rivendicano per il loro stato. (Agente di polizia israeliano pugnalato a morte in attacco a Gerusalemme)

I punti precedenti presi da The Guardian  esprimono la dimensione della tragedia, ma nell’ordine sbagliato.

Il riferimento allo Stato islamico è nel sottotitolo dell’articolo: “Tre palestinesi armati di coltelli e di una pistola costruita in casa hanno lanciato due attacchi e sono stati uccisi in un attacco rivendicati dallo Stato islamico”, ma la sua analisi è sepolta all’interno della storia.

Il punto di vista israeliano è in testa, quello palestinese è letteralmente nell’ultima riga del report. I tre giovani coinvolti dicono di essere “entrati a Gerusalemme dalla Cisgiordania”, come se  Gerusalemme Est non facesse parte della Cisgiordania e come se il villaggio di questi giovani Deir Abu Mash’al (Dayr Abu-Mashal / Meshal), a nord-ovest di Ramallah, non condividessero la stessa confisca di terra da parte di Israele e da un insediamento ebraico che si fa chiamare Gerusalemme Est.

Ecco un po’ di informazioni da un profilo online del villaggio  che collega i fatti nel modo giusto:

Il governo israeliano ha sequestrato centinaia di dunums di terra a Deir Abu Mash per aprire la strada di bypass israeliano n. 465. Questa strada è stata costruita e aperta per collegare uno con l’altro gli insediamenti israeliani che circondano il villaggio. La vera minaccia delle strade di bypass è nella buffer zone creata dalle Forze di Occupazione israeliane (IOF) lungo queste strade, che si estende a circa 75 metri sulle strade “laterali”. (Deir Abu Mash’al (Dayr Abu-Mashal / Meshal) , Ramallah gov.)

In tutta giustizia dovremmo condannare gli istigatori della violenza a Gerusalemme, la brutale oppressione e la cancellazione dei palestinesi intesa a garantire il “carattere ebraico”, cioè il “diritto” di Israele di esistere come stato ebraico sulla terra rubata. Dovremmo fare quello che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha già fatto (risoluzione A / RES / 33/24): “condanna fermamente tutti i governi che non riconoscono il diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza di tutti i  popoli sotto l’occupazione coloniale e  straniera , in particolare i popoli dell’Africa e il popolo palestinese ».

ONU
Risoluzione ONU

 

trad. Invictapalestina.org

Fonte: http://mondoweiss.net/2017/06/attacks-jerusalem-terrorism/

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