FOTO -Un ragazzo disabile a causa di una bomba a frammentazione fotografato nell’agosto 2007 fuori della sua casa nel campo profughi palestinese di Rashidiya, vicino a Tyre. Un anno prima Israele aveva sparato più di un milione di munizioni a frammentazione in Libano. Guillermo Valle Sipa Press
Ali Abunimah, 10 agosto 2017
L’Unione europea sta dando milioni di dollari in finanziamenti “di ricerca” ad una società che aiuta Israele a eludere un divieto internazionale delle armi a frammentazione.
Israele ha scelto di proposito la società Elbit Systems per la fornitura di nuovi cannoni d’artiglieria perché un produttore europeo gli avrebbe impedito di utilizzare munizioni a frammentazione.
Eppure la Commissione europea, la burocrazia esecutiva dell’UE, alza le spalle, insistendo con The Electronic Intifada che il finanziamento segue le linee guida etiche.
L’UE dice di sostenere con forza i divieti internazionali su armi a frammentazione e mine. In risposta ad una domanda di The Electronic Intifada un portavoce della Commissione europea ha salutato i divieti come “grandi successi diplomatici” che la coalizione dei 28 membri vuole vedere pienamente attuati.
Ma l’UE non ha in programma nessun provvedimento che ritenga Israele o Elbit responsabili.
E’ folle e mostruoso
Le munizioni a frammentazione disseminano su una vasta area piccole bombe che costituiscono una immediata, indiscriminata minaccia per i civili. Molte delle bombe non esplodono nell’impatto, ma continuano a causare morte e ferite molto tempo dopo che sono state lanciate, diventando, per citare le parole di Human Rights Watch, “mine di fatto”.
Durante l’invasione del Libano del 2006, Israele ha lanciato più di un milione di munizioni a frammentazione nel paese. “Quello che abbiamo fatto è stato folle e mostruoso, abbiamo coperto intere città di bombe a frammentazione”, ha detto un ufficiale dell’esercito israeliano al quotidiano di Tel Aviv Haaretz.
Quelle bombe continuano a costituire un pericolo per le persone in Libano. Dall’invasione israeliana del 2006, secondo l’ambasciata americana a Beirut, sono rimaste uccise più di 40 persone e ferite 300 a causa di ordigni inesplosi.
I leader israeliani minacciano regolarmente di scatenare una ancor maggiore potenza di fuoco contro i civili in una futura guerra contro il Libano.
Bombe a frammentazione americane, britanniche e brasiliane sono state utilizzate anche dall’Arabia Saudita uccidendo, ferendo e mettendo in pericolo i civili nella sua guerra in corso nello Yemen.
Divieto internazionale
La Convenzione 2008 sulle munizioni a frammentazione ne proibisce l’uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio.
Oltre cento paesi hanno completamente aderito alla convenzione.
Il Parlamento europeo ha anche dato un forte appoggio al trattato con una risoluzione che esorta la Commissione europea a “includere il divieto delle munizioni a frammentazione come clausola standard negli accordi con i paesi terzi” e “rendere la lotta contro le munizioni a frammentazione parte integrante dei programmi UE di assistenza esterna.”
Eppure Israele non ha firmato il divieto delle munizioni a frammentazione e, lontano dal muoversi in questa direzione, è alla ricerca di modi per eludere le sue restrizioni.
“Completa indipendenza”
Per l’acquisto di nuovi cannoni d’artiglieria Israele era interessato ai cannoni costruiti dall’impresa tedesca KMW.
Ma secondo un articolo di Haaretz di questa settimana, Israele invece sta acquistando cannoni da Elbit Systems preoccupato del fatto che il produttore in Germania, firmatario del divieto, “impedirebbe ai cannoni di sparare bombe a frammentazione”.
Un ufficiale militare israeliano in pensione che conosce la questione ha detto a Haaretz che la preoccupazione di Israele era che i tedeschi non gli avrebbero dato “una completa indipendenza” sull’uso delle armi.
“Saremmo stati più che felici di avere un’offerta aperta, perché questo fa abbassare i prezzi”, ha detto l’ufficiale, “ma volevamo un cannone da utilizzare senza condizioni”.
Secondo Haaretz, Israele continua a produrre e accumulare munizioni a frammentazione, anche se apparentemente si tratta di un tipo che lascia un tasso molto basso di bombe inesplose.
Sebbene Israele non faccia parte della Convenzione munizioni a frammentazione, Human Rights Watch dice che sarebbe preferibile per Elbit fermare la produzione di tali sistemi.
“Aziende in altri paesi che non fanno parte della Convenzione sulle munizioni a frammentazione hanno compiuto questo passo,” ha detto a The Electronic Intifada Mary Wareham, advocacy director per la divisione armi di Human Rights Watch.
Ha fatto notare che lo scorso agosto la statunitense Textron Systems ha annunciato di fermare la produzione di munizioni a frammentazione, mentre la Singapore Technologies Engineering nel novembre 2015 ha comunicato di non produrre più mine antiuomo o munizioni a frammentazione.
Testate sui palestinesi
“Elbit Systems, la più grande azienda di armi di Israele, si vanta che le sue armi sono ‘combat-proven’, il che significa provate e testate in attacchi militari israeliani contro i palestinesi”, ha detto a The Electronic Intifada Ryvka Barnard, responsabile di campagne del gruppo per i diritti umani War on Want.
“Elbit ha prodotto fosforo bianco, cannoni che sparano munizioni a frammentazione e innumerevoli altre armi che causano ferite devastanti ai civili, alcune delle quali sono vietate dai trattati internazionali firmati dai paesi dell’UE”.
L’UE difende i finanziamenti ai produttori di armi
Elbit è anche beneficiaria della generosità UE. Riceve quasi 6 milioni di dollari dei contribuenti europei come parte di Horizon 2020 e altri flussi di finanziamento alla ricerca dell’UE.
Ma l’UE difende il finanziamento anche dopo la rivelazione che Elbit sta fornendo i cannoni di munizioni a frammentazione a Israele.
“Finanziamenti UE alla ricerca in base a Horizon 2020 escludono in modo specifico la ricerca per scopi militari”, ha detto il portavoce della Commissione europea a The Electronic Intifada in una e-mail di giovedì scorso.
Il portavoce ha aggiunto che “diversi meccanismi sono stati messi in atto per evitare che i fondi UE siano utilizzati per attività che potrebbero essere contrarie al diritto internazionale”, comprese commissioni per controlli accurati e “valutazioni etiche”.
Tuttavia, un gruppo di importanti esperti giuridici internazionali ha recentemente criticato il processo di valutazione di Horizon 2020, rilevando che ignora le norme UE che impediscono finanziamenti a persone o soggetti responsabili o complici in gravi violazioni, quali torture, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
“Incentivare” i crimini israeliani
Gli attivisti non ci stanno alla distinzione che l’UE fa tra le attività militari e non militari di una società come Elbit, vedendo tutti i finanziamenti ai fabbricanti di armi di Israele come un appoggio all’impunità israeliana.
“L’UE e i paesi membri come il Regno Unito ammettono che Israele viola sistematicamente il diritto internazionale con la sua occupazione militare e gli attacchi contro i palestinesi”, ha dichiarato Barnard di War on Want.
“Eppure, continuano a premiare le società del governo e delle armi israeliane con denaro per la ricerca, contratti e accordi commerciali che alimentano la sua macchina da guerra”.
Barnard ha aggiunto che l’UE “incentiva gli abusi di Israele dei diritti dei palestinesi e i crimini di guerra, continuando il suo commercio di armi con Israele.”
“È ora che l’UE e tutti i suoi Stati membri prendano sul serio il diritto internazionale e attuino un embargo immediato a doppio senso di armi per Israele”, ha detto Barnard, aggiungendo che la pressione di base continuerà.
Elbit e le sue affiliate hanno regolarmente ricevuto le proteste da parte di attivisti in Europa per il loro ruolo negli attacchi israeliani contro i civili palestinesi.
“Là dove i governi non riescono ad attuare le proprie politiche e a chiedere conto a Israele, le persone comuni hanno accolto l’appello palestinese per intraprendere campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni verso Israele”, ha detto Barnard.
In una rubrica che descrive gli orrori perpetrati con le armi a frammentazione, Gideon Levy di Haaretz scrive che la determinazione di Israele nell’ignorare il divieto internazionale indica che “vuole uccidere quanto più persone innocenti possibile.”
L’Unione europea, a quanto pare, è altrettanto determinata nell’aiutarlo.
Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
fonte: https://electronicintifada.net/blogs/ali-abunimah/eu-funds-firm-supplying-israel-banned-cluster-weapons