Timori di pressioni internazionali costringono Israele a ritardare il voto della legge sull’annessione a Gerusalemme

Netanyahu non può lasciare che i ministri votino in questo momento sulla controversa legge, dice una figura di spicco della coalizione di governo. Il disegno di legge dovrebbe annettere alcuni insediamenti. Copertina:  Monte Scopus a Gerusalemme Est e, in primo piano, l’insediamento di Ma’aleh Adumim, 26 ottobre 2017.

di Jonathan Lis, 29 ottobre 2017

La proposta di legge di annettere gli insediamenti dell’area di Gerusalemme alla città non sarà votata nella sessione di domenica del Comitato ministeriale per la legislazione come già previsto, hanno riferito a Haaretz fonti in seno alla commissione.

“La versione attuale del progetto di legge … provocherà la pressione internazionale e comporta difficoltà legali”, ha dichiarato una figura di spicco della coalizione di governo che ha chiesto di restare anonima. “Il primo ministro Benjamin Netanyahu non si può permettere di far avanzare questa versione in questo momento.”

La coalizione considera il disegno di legge – noto anche come Legge di Gerusalemme più Grande – come progetto supplementare alla proposta del ministro degli Affari esteri di Gerusalemme Zeev Elkin di separare i quartieri palestinesi in Gerusalemme Est dalla giurisdizione della città.

Il disegno di legge originale prevedeva la completa annessione a Israele degli insediamenti che circondano Gerusalemme, ma la versione corrente, presentata dal deputato della Knesset Yoav Kish (Likud) prevede un’annessione “municipale”, ma non politica. Lascerebbe che i residenti degli insediamenti interessati votino alle elezioni del consiglio comunale e del sindaco come contrappeso agli elettori palestinesi di Gerusalemme, che in ogni caso raramente votano.

Ma anche il disegno di legge nella forma attuale, se passasse, potrebbe provocare una dura critica internazionale verso Israele, visto come un primo passo verso la completa annessione della zona che circonda Gerusalemme.

Il Ministro dei trasporti Yisrael Katz, che detiene anche il portafoglio degli affari di intelligence, domenica mattina ha detto che il voto del disegno di legge deve avvenire così come è stato concordato. “Si tratta di un disegno di legge di portata storica che salvaguarderebbe la maggioranza ebraica nella capitale e rafforzerebbe la nostra presa sulla città”, ha detto Katz. “Il disegno di legge non si occupa di questioni diplomatiche e la sua importanza è sicuramente più grande di qualsivoglia considerazione politica elettorale di questo o quel partito – e pertanto non c’è alcun motivo per ritardare il voto.”

Katz ha detto che non si è parlato di rinviare il voto e che lui e Kish intendono parlare con Netanyahu circa il disegno di legge di domenica. “Garantire la maggioranza ebraica a Gerusalemme è una missione storica e dobbiamo lavorare tutti insieme per realizzarla”, ha detto.

Un altro disegno di legge controverso è pure all’ordine del giorno della commissione, prevede l’inclusione di Kiryat Arba e delle comunità delle colline di Hebron nella Legge dell’Autorità di sviluppo del Negev che aiuta nello sviluppo economico. Il deputato della Knesset Bezalel Smotrich (Habayit Hayehudi) e 20 altri parlamentari della coalizione stanno sponsorizzando il disegno di legge. Dicono che fino a pochi anni fa queste comunità della Cisgiordania erano coperte dalla legge.

Nel 2011, Haaretz rivelò che il Ministero dello Sviluppo di Negev e Galilea, che sovrintende l’autorità, aveva finanziato parte della costruzione del centro culturale di Kiryat Arba – per la somma di 1,5 milioni di shekel (circa 420.000 dollari).

“Recentemente Kiryat Arba e il Consiglio regionale di Hebron Hills sono stati esclusi dalla legge a causa di un’interpretazione giuridica del termine ‘Negev’ come riferito a ‘territori statali’ che si trovano al di sotto del 115° parallelo” hanno scritto gli sponsor nelle note esplicative della legge. “Secondo questa nuova interpretazione, poiché i territori della Giudea e della Samaria [la Cisgiordania] non fanno parte del territorio dello Stato, non sono inclusi nella legge”.

Secondo gli sponsor, “questa interpretazione discrimina ingiustamente le comunità meridionali in Giudea e Samaria che si trovano a sud del 115° parallelo e hanno le stesse caratteristiche delle comunità del Negev e affrontano le stesse sfide”.

L’Autorità per lo Sviluppo del Negev opera secondo una legge approvata durante il secondo governo di Yitzhak Shamir dal 1986 al 1992. L’agenzia sovrintende ai progetti finanziati dallo Stato ed è autorizzata a sollecitare donazioni in Israele e all’estero e creare fondazioni per lo sviluppo economico del sud.

La legge definisce il Negev al di sotto del 115° parallelo che corre tra Kiryat Gat e Kiryat Malakhi; Kiryat Arba è al suo sud.

 

Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

Fonte: https://www.haaretz.com/israel-news/.premium-1.819576

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