La relazione delle Nazioni Unite dichiara che Israele deve ritirare tutte le colonie o affrontare la ICC.

Il Consiglio delle Nazioni Unite ha dichiarato che Israele sta violando le convenzioni di Ginevra e dovrà affrontare la corte criminale internazionale. Copertina: Un dimostrante palestinese durante una protesta contro le colonie ebraiche di Qadomen, vicino Nablus, Cisgiordania. Fotografia: Alaa Badarneh/EPA

Harriet Sherwood a Gerusalemme 

 

Israele deve ritirare tutte le colonie dalla Cisgiordania o altrimenti andare incontro alla corte criminale internazionale (ICC) per serie violazioni della legge internazionale, dice una relazione dell’agenzia delle Nazioni Unite, immediatamente dismessa da Gerusalemme perchè “controproduttiva e senza esiti”.

Tutte le attività delle colonie nei territori occupati devono immediatamente dare l’avvio ad un processo di ritiro dei coloni”, ha detto il consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC). Israele ha violato l’articolo 49 della quarta convenzione di Ginevra, che vieta il trasferimento della popolazione civile nei territori occupati.

 

Le colonie stanno “portando a una progressiva annessione che impedirà la creazione di uno stato palestinese contiguo e vivibile per l’autodeterminazione”.

La relazione dell’UNHRC ha ripensato profondamente al consenso internazionale dell’illegalità degli insediamenti israeliani. Le sue conclusioni potrebbero rafforzare i palestinesi in seguito all’ammissione della Palestina alle Nazioni Unite come Stato non membro, avvenuta lo scorso novembre, fatto che può dar loro la possibilità di ricorso alla ICC.

La relazione UHRC riporta:

“Lo statuto di Roma stabilisce la giurisdizione della corte per i crimini internazionali sulla deportazione e il trasferimento, diretto o indiretto, da parte del potere occupante di parte della sua stessa popolazione nel territorio che occupa, o la deportazione e il trasferimento di tutte le parti della popolazione del territorio occupato all’interno o all’esterno di questo territorio”.

Questa aggiunge:

“La ratifica dello statuto da parte dei palestinesi può portare all’incriminazione per violazioni inequivocabili della legge per i diritti umani, della legge umanitaria internazionale e della giustizia per le vittime”.

Il ministro degli esteri israeliano ha affermato: “misure controproduttive – come la relazione sopraccitata – limiteranno solamente gli sforzi per trovare una soluzione sostenibile per il conflitto israelo-palestinese. Il consiglio per i diritti umani si distingue per la sua politica sistematicamente e unilateralmente orientata verso Israele. Questa relazione ne è un’ennesima prova.”

 

Israele ha rifiutato di cooperare con gli investigatori della UNHRC sulla relazione, bloccandogli l’accesso alla Cisgiordania. Gli investigatori hanno condotto più di 50 interviste in Giordania con i palestinesi sull’impatto delle colonie, sulla confisca e il danneggiamento di terre e sui violenti attacchi perpetrati dai coloni.

 

Hanan Ashrawi, un importante politico palestinese, ha detto che le scoperte della relazione sono “un’accusa chiara e inequivocabile nei confronti delle politiche e delle pratiche illegali di insediamento israeliano”. Israele, ha aggiunto, è suscettibile di azione penaria”.

Egli aggiunge:

“La relazione si conclude affermando che l’obiettivo dietro il terrore e la violenza dei coloni israeliani è quello di espellere i palestinesi dalle loro terre in modo da espandere gli insediamenti illegali; questa è una chiara forma di trasferimento forzato ed è prova della politica israeliana di pulizia etnica”

 

All’inizio di questa settimana, Israele è diventato il primo paese a rifiutarsi di partecipare ad una “revisione periodica universale” dei registri dei diritti umani dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite, condotta dalla UNHRC.

I gruppi palestinesi e israeliani per i diritti umani hanno dichiarato che la scelta del boicottaggio israeliano del riesame è pericolosa… perchè potrebbe essere seguita anche da altri Stati che rifiutano di impegnarsi con le Nazioni Unite per evitare critiche”.

L’UNHRC ha rimandato la revisione per concedere a Israele del tempo per riconsiderare la sua posizione.

Israele ha inoltre rifiutato di cooperare con l’investigazione delle Nazioni Unite, capeggiata da Richard Goldstone, sulla guerra delle tre settimane del 2008-09, e ha rifiutato l’ingresso in Israele a Richard Falk, il relatore speciale dei diritti umani delle Nazioni Unite nei territori palestinesi, a partire dalla sua nomina avvenuta nel 2008.

Secondo la risoluzione UNHRC per gli insediamenti, Israele ha stabilito circa 250 insediamenti nella Cisgiordania e nella Gerusalemme Est dal 1967, che ospita più di mezzo milione di cittadini israeliani. Gli insediamenti impediscono ai palestinesi l’accesso alle risorse idriche e alle terre agricole

 

A seguito all’ammissione della Palestina come stato non membro, il governo israeliano ha annunciato una nuova ondata di insediamenti, tra cui lo sviluppo di un tratto di terra in una postazione estremamente sensibile a est di Gerusalemme conosciuta come E1. I palestinesi e la maggior parte dei diplomatici internazionali affermano che le costruzioni nella E1 creeranno una barriera tra Gerusalemme Est e la Cisgiordania e impediranno la creazione di uno stato palestinese contiguo da un punto di vista territoriale.

 

Trad. Miriam Zatari – Invictapalestina

Fonte: https://www.theguardian.com/world/2013/jan/31/israel-must-withdraw-settlers-icc?CMP=share_btn_tw

Data dell’articolo – 31 January 2013 12.58 GMT

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