Il boicottaggio fa del suo meglio per infangare l’immagine di Israele nel mondo e isolarlo. Miliardi di persone sono esposte a un incitamento e a una falsa propaganda che minano la legittimità di Israele come uno Stato ebraico e la giustificazione morale della sua esistenza.
30 dicembre 2017
Il governo israeliano si sta adoperando per reclutare la diaspora ebraica nella lotta contro quella che chiama ‘la delegittimazione di Israele nel mondo’ e mettervi risorse finanziarie sempre più importanti. Così importanti che si propone di chiedere svariate decine di milioni di euro ai “filantropi ebrei” tra i più ricchi del mondo.
“Provate a immaginare Lorde (1) colpita da una campagna virale lo stesso giorno in cui ha annunciato la cancellazione del suo concerto”, dice uno dei promotori del programma, citato dal sito Ynetnews (2).
Il governo Netanyahu ha così deciso giovedì, su proposta del suo ministro per gli Affari strategici e l’informazione, Gilad Erdan, di raddoppiare ancora una volta gli sforzi per combattere la campagna mondiale BDS che non riesce ad arginare, nonostante i milioni di dollari già spesi e il ricorso sempre più a ‘trucchetti sporchi’. Erdan ha proposto al governo di creare un ‘ente governativo’ di risposta rapida a ‘qualsiasi tentativo di contaminare l’immagine di Israele sul palcoscenico mondiale’. In altre parole, qualsiasi tentativo di dire la verità sulle politiche criminali di Israele che vanno avanti da decenni.
Come parte di questo piano saranno stanziati almeno 260 milioni di shekel (62.250.000 euro) per creare una fondazione di utilità pubblica che migliori l’immagine di Israele all’estero. Il modello comune che i promotori del piano vogliono emulare è, spiega Ynetnews, quello di progetti civili come ‘Birthright Israel’ e ‘Masa Israel Journey’ che lavorano per rafforzare i legami tra la diaspora ebraica e Israele in coordinamento con il governo.
Il progetto sarà gestito da un comitato direttivo congiunto, presieduto da funzionari governativi e rappresentanti dei donatori ebrei che finanzieranno il piano. Da un lato, il Ministero degli affari strategici finanzierà il progetto con 128 milioni di shekel (30,65 milioni di euro) spalmati su più anni, dall’altro i “filantropi ebrei” (3) con i quali Israele firmerà dei contratti – dieci dei più ricchi del mondo fino ad oggi – hanno dato la loro parola per donare almeno una somma equivalente. Secondo Ynetnews, i “filantropi ebrei” in questione hanno fin d’ora e già detto che prenderanno in considerazione la possibilità di raddoppiare o triplicare l’ammontare delle loro donazioni in un secondo momento.
L’obiettivo del progetto è consolidare gli sforzi dello Stato in materia di pubbliche relazioni attraverso un’organizzazione che sia sempre più in grado di rispondere agli sforzi della campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), provenienti spesso da organizzazioni non governative e da personalità internazionali come il cantante Roger Waters.
Il progetto ha lo scopo di compiere la sua missione di propaganda con la massima urgenza in momenti di crisi come le operazioni militari, gli ‘attacchi terroristici’ o i voti contro la politica di Israele alle Nazioni Unite e comprenderà strumenti diversi quali le campagne pubbliche, il lobbismo, la creazione di delegazioni per influenzare l’opinione pubblica su Israele, una presenza significativa di “nuovi media” e comunicazioni con altre organizzazioni filo-israeliane all’estero, principalmente in Europa.
Lo scopo principale del piano è, secondo Ynetnews, ‘fornire a Israele una flessibilità e rapidità di risposta che semplicemente non esistono negli organi governativi o statali a causa di vincoli burocratici’. Il governo israeliano – che oltre ad essere nelle mani di criminali di guerra è anche ultra-liberale nel suo orientamento – sarebbe quindi convinto che ciò che impedisce all’opinione pubblica mondiale di adorare Israele (nonostante il fatto che nei paesi occidentali i mass media siano filo-israeliani, spesso fino alla caricatura) non è l’abiezione della sua politica, ma la pesantezza degli organismi del settore pubblico. Per rifilare una merce avariata, il settore privato è molto più efficiente …
“Il boicottaggio fa del suo meglio per infangare l’immagine di Israele nel mondo e isolarlo. Miliardi di persone sono esposte a un incitamento e a una falsa propaganda che minano la legittimità di Israele come uno Stato ebraico e la giustificazione morale della sua esistenza. Una risposta congiunta del governo e delle organizzazioni filo-israeliane rappresenterà un significativo moltiplicatore di forze per gli sforzi del governo e ci aiuterà a invertire la tendenza del BDS e a sconfiggerla”, dice Gilad Erdan, in un patetico sforzo per convincere anche se stesso.
NOTE
- Lorde è una cantante neozelandese che di recente ha deciso di cancellare un concerto programmato a Tel Aviv dopo aver preso coscienza della situazione in Palestina a seguito delle critiche che aveva ricevuto da attivisti BDS nel suo paese di origine.
- Questo sito è la vetrina in Internet del gruppo di stampa Yedioth Ahronoth, sul cui conto è stato recentemente rivelato che è stato pagato dal governo israeliano per pubblicare articoli anti-BDS.
- Secondo un articolo di “Jewish Tribune” del marzo 2017, ci sono 18 israeliani in una lista di 233 miliardari compilata dalla rivista statunitense Forbes. È probabile, tuttavia, che il governo israeliano si stia rivolgendo anche, se non principalmente, a miliardari ebrei che vivono negli Stati Uniti e che mostrano volentieri i loro legami con le organizzazioni sioniste, come il proprietario di casinò e media Sheldon Adelson ($ 31, 4 miliardi), i co-fondatori di Google Sergey Brin e Larry Page ($ 29,2 e $ 29,7 miliardi), Carl Icahn ($ 23,5 miliardi) e Len Blavatnik ($ 20,2 miliardi) o Michael Dell, fondatore di Dell Computer ($ 19,2 miliardi) o ancora Mark Zuckerberg (Facebook, $ 35,5 miliardi) o Larry Ellison, il fondatore di Oracle ($ 54,2 miliardi) (le cifre sono del 2015).
traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org