- Nel distretto della Cisgiordania del Nord, le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato almeno 38 persone, fatto irruzioni in città e villaggi perlomeno 114 volte e fatto irruzioni in almeno 14 case; e hanno installato minimo 107 checkpoint volanti.
- Nel distretto di Hebron, le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato almeno 19 palestinesi, compresi 3 minorenni; fatto irruzioni almeno in 31 case; e hanno installato almeno 21 checkpoint volanti.
- Nel distretto di Betlemme, le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato almeno 29 palestinesi compresi 5 minorenni; fatto irruzioni in almeno in 10 case; e hanno installato non meno di 9 checkpoint volanti.
- Nel distretto di Ramallah, le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato almeno 42 palestinesi, inclusi 5 minorenni; fatto irruzioni almeno in 22 città e villaggi e almeno in 17 case; e installato non meno di 31 checkpoint volanti.
- Nel distretto di Nablus, le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato almeno 25 palestinesi, fatto irruzioni in città e villaggi almeno 27 volte e in minimo 3 case; e hanno installato perlomeno 20 checkpoint volanti.
- Nella Valle del Giordano, le forze di sicurezza israeliane hanno fatto irruzioni in almeno 3 città e villaggi e hanno installato almeno 31 checkpoint volanti.
Situazione alla seconda metà di Gennaio 2018
Situazione alla prima metà di Gennaio 2018
Seconda metà di Dicembre 2017
Prima metà di Dicembre 2017
Il controllo di Israele su milioni di palestinesi nei Territori Occupati non è limitato agli episodi estremi, a volte denunciati dai media, di violenze fisiche gravi da parte di soldati e coloni. C’è una parte insidiosa della vita quotidiana che ne paga le conseguenze in molti modi, molti dei quali poco visibili. Eppure, se questo controllo prende la forma di un uso diretto della forza fisica o altro, equivale a una violenza di stato organizzata.
I soldati entrano in case palestinesi in tutta la Cisgiordania ogni giorno – e di notte – senza mandati di perquisizione o fornendo spiegazioni. Questi raid sono un’invasione della privacy che intimidisce intere famiglie all’interno delle proprie case.
L’esercito israeliano limita il movimento dei palestinesi in Cisgiordania come meglio crede, interrompendo spesso la vita quotidiana senza preavviso. I soldati chiudono le strade per periodi di tempo indefiniti, trattengono i palestinesi ai checkpoint e chiedono di obbedire ai loro ordini, degradandoli e talvolta usando la forza fisica contro di loro.
Israele continua inoltre ad arrestare e perseguire migliaia di palestinesi all’anno nei suoi tribunali militari, che rilasciano le condanne in modo quasi automatico e servono a creare una semplice parvenza di giusto processo.
Ogni giorno, Israele determina come sarà la vita dei palestinesi in Cisgiordania – mentre loro stessi sono esclusi dal prendere parte alle decisioni che modellano il loro presente e il loro futuro. Israele usa il suo potere in modo violento e arbitrario, con palese disprezzo per la sicurezza, il benessere e la qualità della vita dei palestinesi che vivono sotto il suo controllo.
Questa realtà cambierà solo quando l’occupazione finirà.