Il solo nome dell’Iran è sufficiente perchè Netanyahu si faccia prendere dal panico, un’analisi di Abdel Bari Atwan

Una domanda è, se Israele, con tutti i missili e le testate nucleari che ha, è davvero una potenza militare, perché il regime israeliano ha così tanta paura dell’Iran, un paese peraltro colpito dalle sanzioni occidentali e soprattutto americane?

20 febbraio 2018

Al pensiero del crescente potere dell’Iran, il primo ministro israeliano entra in allarme. Secondo Abdel Bari Atwan editorialista del quotidiano in lingua araba Rai al-Youm,  il solo nome dell’Iran sarebbe sufficiente a far perdere la testa al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e fargli ripetere le sue accuse contro l’Iran, definendolo “la più grande minaccia alla sicurezza mondiale; l’Iran, come gli Stati Uniti, la Russia e la Cina, è una superpotenza con migliaia di testate nucleari”.

Domenica, dalla tribuna della Conferenza di Monaco sulla sicurezza, Netanyahu ha sostenuto che Israele passerà all’azione se necessario, non solo contro le forze iraniane nella regione, ma anche contro il paese stesso, ricorda Atwan.

“E mentre pronunciava il suo discorso, brandiva un pezzo di metallo, un frammento di rottame del drone recentemente abbattuto, secondo lui, dalla DCA (Difesa aerea) israeliana.”

Netanyahu è un veterano di questi metodi. Non è la prima volta che, in discorsi davanti a consessi internazionali, fa uso di vari strumenti per farsi capire come se stesse parlando a scolaretti, ricorda l’articolo.

“Quattro anni fa, davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Netanyahu presentò dei grafici con i quali cercò di spiegare che l’Iran stava per iniziare la produzione di bombe atomiche. Ripeté poi le sue minacce, nel senso che Israele avrebbe bombardato l’Iran prima che potesse ottenere la bomba atomica, e aggiunse che Tel Aviv era contro ogni accordo nucleare o dialogo con gli iraniani.”

A Monaco, il primo ministro israeliano ha pronunciato il suo discorso nella stessa sala in cui il giorno prima il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti aveva preso in considerazione misure per frenare le “forze per procura” iraniane in Libano, nello Yemen, in Siria e in Iraq, aggiunge l’analista.

Se gli americani e gli israeliani in questi giorni rivelano tanta paura, lo si dovrebbe mettere in relazione con il lancio riuscito della difesa aerea siriana il 10 febbraio contro un F-16 israeliano, con un missile la cui data di utilizzo avrebbe dovuto scadere trent’anni fa. Ora, alcuni paesi arabi hanno cercato di sottovalutare questo risultato militare, per continuare così ad ammirare la cosiddetta supremazia militare israeliana, scrive Atwan.

“Una domanda è, se Israele, con tutti i missili e le testate nucleari che ha, è davvero una potenza militare, perché il regime israeliano ha così tanta paura dell’Iran, un paese peraltro colpito dalle sanzioni occidentali e soprattutto americane? E perché Israele dovrebbe essere così spaventato dalla Siria e da Hezbollah che escono da sette anni di guerra in cui gli americani e i loro alleati occidentali hanno mobilitato tutte le loro risorse finanziarie e militari?”

“Com’è possibile che Netanyahu non porti a Monaco un pezzo di rottame del caccia israeliano abbattuto da un missile siriano vecchio di anni o persino un pezzo di quel missile?” si chiede il giornalista arabo.

A Monaco, Zarif ha dipinto un quadro chiaro delle posizioni dell’Iran.

Questa paura condivisa da americani e israeliani che Netanyahu ha rivelato con formule tipo “Israele non permetterà all’Iran di mettergli un nodo di terrore al collo” dimostra che l’approccio strategico dell’Iran nei confronti di Washington e del suo alleato israeliano ha avuto successo. “Potrebbe non piacere ad alcuni; l’Iran è riuscito a porre fine, con questa strategia, a 70 anni di ossessioni egemoniche degli Stati Uniti nella regione.

La strategia iraniana, secondo Abdel Bari Atwan, consiste nel combattere il nemico israeliano.

“Per farlo, l’Iran dispone non solo della potenza militare necessaria, ma anche di una forte motivazione per ogni genere di impegno”, scrive.

“È stato con un sorriso che il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, dimostrando grande fiducia in se stesso, ha dichiarato pochi giorni fa che questo movimento sarebbe pronto a colpire e distruggere, nel giro di poche ore, le piattaforme petrolifere e del gas israeliane nel Mediterraneo, non appena l’alto Consiglio della difesa libanese lo ordinerà.”

Secondo l’articolo, Netanyahu sa molto bene che il leader di Hezbollah non è abituato a lanciare minacce a vuoto. “Gli israeliani non hanno ancora dimenticato la distruzione della loro nave militare al largo delle coste del Libano nel 2006 e anche in questo caso si dimostrò la determinazione di Hezbollah”, scrive l’editorialista di Rai al-Youm.

“Se Netanyahu sente che ha qualcosa attorno al collo che lo soffoca, bisognerebbe dirgli che questa impressione gli viene dalla resistenza legittima contro la sua politica di occupazione”, ironizza Atwan.

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina

Fonte: https://french.almanar.com.lb/787114

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