I dimostranti subiscono ferite di “insolita severità” mentre le forze israeliane introducono armi più letali nelle proteste di Gaza – Copertina: FOTO – Bombe a gas vengono sparate dalle truppe israeliane contro i manifestanti palestinesi alla barriera tra Israele e Gaza [Ibraheem Abu Mustafa / Reuters]
Mersiha Gadzo, 2 maggio 2018
Quando è stato colpito da un proiettile sparato dalle forze israeliane durante le manifestazioni a Gaza il 6 aprile, Mohammed al-Zaieem ha perso così tanto sangue, e la sua gamba destra si era così deformata, che ha temuto di non sopravvivere.
Le sue arterie, vene e un grosso pezzo di osso sono stati distrutti. La sua gamba destra non è stata risparmiata sia quando il proiettile ha creato una enorme ferita d’uscita che quando è entrato.
Quando fu trasferito all’Istishari Arab Hospital di Ramallah, dopo aver subito sette interventi chirurgici a Gaza, non c’era nulla che i medici potessero fare per salvare la sua gamba destra.
Doveva essere amputata all’insaputa di al-Zaieem, 22 anni, che al momento era incosciente.
“Nessuno ha avuto il coraggio di dirglielo al risveglio dall’operazione. Io non ce la facevo”, ha detto il cugino che vive nella Cisgiordania occupata.
“Mentre cercava di rialzarsi, improvvisamente ha sentito lo squilibrio nelle gambe: era sotto shock, era come se cercasse una gamba, è stato il momento più difficile per lui, è rimasto in silenzio per cinque minuti mentre gli parlavo.”
Al-Zaieem è tra i 24 palestinesi che hanno avuto arti amputati da quando le proteste di massa della Marcia del Grande Ritorno sono iniziate il 30 marzo.
I medici sul campo dicono che le forze israeliane stanno sparando sui manifestanti un nuovo tipo di proiettile – mai visto prima – noto come “proiettile farfalla”, che esplode all’impatto polverizzando tessuti, arterie e ossa causando gravi lesioni interne.
Tutti i 24 feriti che hanno subito amputazioni sono stati colpiti da un unico proiettile esplosivo, compresi i giornalisti Yaser Murtaja e Ahmad Abu Hussein che hanno ceduto alle loro ferite dopo essere stati colpiti all’addome.
“Tutti i loro organi interni sono stati completamente distrutti, polverizzati”, ha detto Ashraf al-Qedra, portavoce del ministero della sanità di Gaza.
I proiettili sono i più letali che l’esercito israeliano abbia mai usato, secondo al-Qedra.
“Normalmente, un proiettile regolare spezza la gamba [all’impatto], ma questi proiettili procurano ferite enormi, indicando che è avvenuta un’esplosione all’interno del corpo, è un proiettile in espansione che polverizza la gamba e la gamba come risultato viene amputata,” ha spiegato al-Qedra.
Almeno 45 palestinesi sono stati uccisi da quando il movimento della Marcia del Grande Ritorno è iniziato un mese fa – la stragrande maggioranza di loro da questo nuovo tipo di proiettile esplosivo, dicono i funzionari della sanità. Circa 7.000 palestinesi sono stati feriti.
I medici di Gaza hanno avuto difficoltà, non solo a far fronte all’enorme numero di manifestanti feriti che ogni venerdì si precipitano attraverso le porte dell’ospedale, ma anche a curare adeguatamente questo tipo di ferite orribili.
Lo staff medico di Medici senza frontiere (MSF) che opera a Gaza afferma che i pazienti che hanno ricevuto colpi di arma da fuoco hanno subito ferite di dimensioni “severe” di una “gravità insolita” e dovranno sottoporsi a “complesse operazioni chirurgiche”.
“La metà degli oltre 500 pazienti che abbiamo ricoverato nelle nostre cliniche ha ferite in cui il proiettile ha letteralmente distrutto il tessuto dopo aver polverizzato l’osso”, ha detto Marie-Elisabeth Ingres, capo di MSF in Palestina, in una relazione.
“Trattare queste lesioni è molto difficile … Molti pazienti conserveranno carenze funzionali per il resto della loro vita”.
I proiettili esplosivi sono stati banditi a livello internazionale ai sensi della Convenzione dell’Aia del 1899 a causa delle “ferite non necessarie e delle sofferenze causate dalle grandi ferite da proiettile”.
Secondo il diritto internazionale, quando l’uso della forza è inevitabile, gli ufficiali delle forze dell’ordine devono compiere tutti gli sforzi per ridurre al minimo le lesioni.
“Conosciamo il tipo di ferite che questo proiettile provoca nel corpo e i frammenti dei proiettili, le schegge che tirano fuori. Sappiamo che si tratta di qualcosa che non abbiamo mai visto prima”, ha detto al-Qedra, aggiungendo che le munizioni sono state utilizzate da quando è iniziato il movimento della Marcia del Grande Ritorno.
Fino a questo mometo il portavoce dell’esercito israeliano non ha risposto ad Al Jazeera per un commento.
Molti hanno documentato come Israele abbia “trasformato i territori occupati in un laboratorio per raffinare, testare e mettere in mostra i suoi sistemi d’armamento”, che poi venderà in tutto il mondo pubblicizzati come prodotti “testati in combattimento”.
Israele è più piccolo di New York, eppure è ritenuto il più grande esportatore di armi pro-capite al mondo.
La pallottola a farfalla, d’altronde, non è l’unica nuova arma in bella vista nelle proteste a Gaza.
I palestinesi hanno notato anche un gas tossico sconosciuto lanciato contro i manifestanti che provoca gravi convulsioni.
Il gas giallo-verde ha provocato convulsioni a molti di coloro che vi sono stati esposti, con le gambe e il corpo che si agitano violentemente mentre giacciono a terra.
Altri hanno sofferto di asfissia o provato emicranie eccezionali e rapida frequenza cardiaca.
“È molto più pericoloso del gas lacrimogeno e i suoi sintomi sono più gravi”, ha spiegato il dott. Ashraf Joma’a, uno specialista di chimica di Gaza, sottolineando che è difficile trovare un trattamento appropriato.
“Uno dei casi è Ahmed Zo’rob, 18 anni, che ha perso conoscenza dal primo venerdì della marcia [30 marzo] ed è stato trasferito in Egitto per il trattamento”, ha detto Joma’a.
“Abbiamo bombe a gas inesplose come campioni qui, ma il potenziale scientifico a Gaza è troppo debole per rilevare correttamente i vari gas di nuova generazione utilizzati dall’occupazione israeliana”, ha detto Joma’a.
“Queste sono armi proibite a livello internazionale e chiediamo all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche e alla comunità internazionale di inviare un comitato investigativo”.
Settantacinque persone sono attualmente ricoverate in ospedale a causa dell’esposizione al gas.
Venerdì scorso, il Ministero della Sanità di Gaza ha riferito che le forze israeliane hanno lanciato bombe con gas non identificati dai centri di assistenza medica, a est del campo profughi di al-Bureij, nel centro di Gaza, provocando a decine di persone violenti vomiti, convulsioni e asfissia.
“Per il gas normale, ci vogliono solo pochi minuti per applicare il trattamento”, ha detto Qedra. “Ma in questi casi spesso i pazienti impiegano sette ore in ospedale per riprendersi.”
Un’altra novità sperimentata lo scorso marzo dall’esercito israeliano sono i metodi di “controllo della folla” con l’uso di droni per lanciare gas lacrimogeni sui manifestanti.
Venerdì Amnesty International ha pubblicato un rapporto che invita i governi di tutto il mondo a imporre un embargo sulle armi a Israele in seguito alla “risposta sproporzionata” del paese contro le manifestazioni lungo la barriera di separazione.
“La natura di queste ferite mostra che i soldati israeliani stanno usando armi militari ad alta velocità progettate per causare il massimo danno a manifestanti palestinesi che non rappresentano una minaccia imminente per loro”, ha detto Magdalena Mughrabi, vicedirettrice regionale di Amnesty per il Medio Oriente e il Nord Africa.
“Questi tentativi, apparentemente intenzionali di uccidere e mutilare, sono profondamente inquietanti, per non dire del tutto illegali: alcuni di questi casi sembrano essere un omicidio intenzionale, una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra e un crimine di guerra”.
Per i palestinesi, a Gaza, ci sono poche opzioni. La situazione è terribile, ma protestare per il cambiamento comporta un enorme rischio.
In quel fatidico pomeriggio del 6 aprile, al-Zaieem aveva visto un manifestante ferito, sanguinante da una gamba, disteso a terra a circa 70 metri dalla recinzione e completamente esposto alla linea di fuoco.
Corse là e trascinò rapidamente il giovane ferito in una zona più sicura dietro la collinetta di sabbia più vicina.
Gli israeliani spararono contro di loro diverse volte, ma non furono colpiti. Al-Zaieem aspettò circa 10 minuti che la sparatoria si calmasse – ma anche gli israeliani stavano aspettando, ha raccontato ad Al Jazeera suo cugino della Cisgiordania.
Nel momento in cui al-Zaieem si è alzato per correre a chiamare i paramedici, ha sentito la scossa elettrica attraverso la gamba colpita da un proiettile esplosivo.
“Più tardi ha detto: ‘Va tutto bene’ e che: ‘È la volontà di Dio, lode a Dio’. Ma stava solo fingendo”, ha detto tristemente suo cugino.
“La sua disabilità è una condanna a morte per lui: ha perso il suo futuro. In fondo, invece vorrebbe essere morto. Ha amato il calcio così tanto, ma ora non sarà nemmeno in grado di camminare senza stampelle. Che perdita!”
traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org