La barriera di Gaza che separa il coraggioso dal codardo

Cos’è la codardia se non la decisione di uccidere masse di detenuti disarmati che stanno manifestando contro la loro prolungata detenzione?

Amira Hass – 16 maggio 2018

Nella striscia di Gaza, la barriera di confine separa i coraggiosi dai codardi. Separa quelli armati di mani vuote, aquiloni e pneumatici in fiamme da una potenza militare e dai suoi soldati. Separa i detenuti che scontano l’ergastolo dai loro guardiani.

Il coraggio disperato dimostrato da decine di migliaia di cittadini di Gaza, nelle scorse settimane in generale e lunedì in particolare, ha dato dimostrazione di energie,  talenti, sogni,  creatività e  vitalità degli abitanti di questo lembo di terra – che è stato sottoposto a una politica di 27 anni di chiusura e assedio mirata a soffocarli e schiacciarli.

Questa politica non è stata un successo totale, ma si è dimostrata abbastanza efficace se così tante persone sono disposte a suicidarsi a occhi aperti. Con la loro morte stanno lasciando in eredità ai loro amici e alle famiglie la speranza che qualcuno lì, oltre le recinzioni, si spaventerà  e finalmente comprenderà.

L’arrogante vigliaccheria dimostrata dai soldati e dai comandanti ben protetti – quando ho iniziato a scrivere queste righe lunedì avevano già preso la vita di 18 esseri umani – è il vero biglietto da visita di Israele. Perché cos’è la vigliaccheria se non la decisione di uccidere masse di detenuti disarmati che stanno dimostrando contro la loro prolungata prigionia?

I giornalisti riferiscono che quattro di quelli uccisi dal fuoco israeliano erano comandanti nei posti di avvistamento della sicurezza palestinese. In tal caso, anche ogni soldato israeliano in ognuno delle centinaia di posti di vedetta in Cisgiordania e intorno alla Striscia di Gaza dovrebbe essere condannato.

Il precedente rapporto del portavoce della Forza di Difesa Israeliana menziona tre persone uccise da colpi di arma da fuoco mentre cercavano di posizionare un ordigno esplosivo vicino alla recinzione di confine.

Anche se ciò fosse vero (e incidentalmente, se Gaza è sovrana e indipendente, come sostiene Israele – ha il diritto di difendersi dall’interno dalle invasioni nemiche) – qual è la spiegazione del portavoce dell’IDF per tutto il resto? Al momento di scrivere queste righe il numero dei morti palestinesi ha già raggiunto i 37, inclusi due minori. Quanti soldati sono stati richiesti per uccidere dozzine e ferire centinaia con fuoco vero?

Nonostante i chiari avvertimenti israeliani e i segnali che l’esercito intendeva uccidere e ferire indiscriminatamente, decine di migliaia di residenti della Striscia hanno partecipato alla manifestazione. Lo hanno fatto anche se sapevano che gli ospedali nella Striscia di Gaza non sono in grado di curare le centinaia e forse migliaia di feriti aggiuntivi, e che più che mai i proiettili dei cecchini feriscono e distruggono i tessuti, le ossa e i muscoli fino a procurare una permanente disabilità. Questa è una disperata dimostrazione di coraggio, rivolta alle nazioni del mondo e in particolare all’Europa, che con sua vergogna ha permesso a Israele, che considera democratico, di trasformare l’enclave palestinese in questa terribile prigione.

Nonostante le richieste delle organizzazioni israeliane e internazionali per i diritti umani e di questo giornale affinché  l’IDF desista dalla politica di massacro dei manifestanti, nonostante i loro avvertimenti che sparare ai civili disarmati contraddice la legge internazionale e aggiungerà solo benzina al fuoco – l’esercito si è congratulato per tutto questo. Sotto il comando del ministro della difesa Avigdor Lieberman e del capo dello staff Gadi Eisenkot, gli avvocati dell’IDF dicono sempre che siamo i supremi interpreti del diritto internazionale perché, dopotutto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è dalla nostra parte.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu, Lieberman ed Eisenkot hanno dato gli ordini e comandanti e soldati stanno solo obbedendo. Ma in questo senso siamo una democrazia: dietro Netanyahu, Lieberman ed Eisenkot sta la maggior parte del pubblico israeliano ebreo, che assicura loro il suo pieno sostegno.

Nessun fatto e nessuna dimostrazione convinceranno quella maggioranza che coloro che sono incarcerati senza processo si stanno ribellando contro il loro imprigionamento. Il guardiano sta affermando la sua supremazia.
In questo senso siamo anche una nazione di startup di produttori, speculatori ed esportatori di armi, che si guadagna da vivere grazie alla disponibilità dei laboratori umani su cui costantemente testiamo e sviluppiamo i nostri prodotti redditizi e popolari per l’uccisione.

E ora, martedì sera, aggiungiamo l’ultima riga e il numero dei morti è 61.

 

Trad. Invictapalestina.org

fonte:https://www.haaretz.com/

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