Comunicato stampa API-Associazione dei Palestinesi in Italia. Appello per Gaza.
Roma, 15 luglio 2018
La già drammatica situazione nella Striscia di Gaza sotto decennale assedio e embargo si è aggravata ulteriormente nelle ultime ore, con bombardamenti israeliani che stanno causando vittime civili e che si aggiungono allo stillicidio di morti e feriti delle manifestazioni della Grande Marcia del Ritorno prese di mira da cecchini e artiglieria israeliane.
L’assedio che dura ormai da 12 anni ha trasformato la Striscia di Gaza in una prigione a cielo aperto e ha costretto due milioni di persone a una vita di stenti e sofferenza. L’API, in quanto referente delle comunità palestinesi in Italia, si rivolge al Governo, al Parlamento e alle istituzioni italiane, alle organizzazioni e ai gruppi per i diritti umani, all’Unione Europea affinché intervengano per fermare le uccisioni di innocenti e per sollevare il disumano assedio contro la Striscia di Gaza.
L’API denuncia, inoltre, la decisione del primo ministro Benyamin Netanyahu di chiudere il valico di Karem Abu Salem e di ridurre la zona di pesca nel mare di Gaza a 6 miglia nautiche, e sottolinea che il territorio assediato sta già vivendo una crisi umanitaria senza precedenti. Le nuove sanzioni israeliane mineranno la già debole e precaria economia di Gaza, l’interruzione delle esportazioni e delle importazioni di cibo e di altri beni peserà ulteriormente su decine di migliaia di abitanti di Gaza, in un momento in cui il tasso di disoccupazione è il più alto del mondo.
Circa 4.000 strutture economiche e industriali sono minacciate di chiusura e oltre il 90% della popolazione di Gaza dipenderà dagli aiuti umanitari per soddisfare i propri bisogni. La chiusura dell’unico accesso commerciale, che collega l’enclave con i Territori occupati, influenzerà negativamente tutti i settori e le infrastrutture, in particolare il settore sanitario già estremamente debilitato e non più in grado di fornire il 60% dei suoi servizi di base ai pazienti di Gaza.
L’API chiede pertanto di esercitare pressioni su Israele affinché sospenda immediatamente e incondizionatamente le sue misure punitive, consenta l’ingresso di cibo e merci nella Striscia di Gaza e faciliti il transito dei residenti in entrambe le direzioni.
L’API denuncia il silenzio della Comunità internazionale di fronte ai crimini dell’occupazione israeliana, quando è, invece, oltremodo necessario mettere Israele di fronte alle proprie responsabilità di potenza occupante, in ottemperanza alle leggi internazionali.
È altresì necessario frenare la macchina bellica israeliana, i suoi attacchi e i suoi crimini. L’API invita inoltre i Palestinesi nella Diaspora e tutti i sostenitori della Palestina a partecipare a manifestazioni e sit-in per respingere gli attacchi israeliani e per dare sostegno ai diritti inalienabili del popolo palestinese alla terra, alla libertà e alla vita.