Un israeliano ha deciso di esporre anonimamente opere di artisti arabi. Un’iniziativa lontana dal riscuotere consenso.
Copertina: vista di Tel Aviv 2014
di Marie Semelin, 25 luglio 2018
Rubare opere d’arte e non nasconderlo! Questo è ciò che fa la mostra “Arab Stolen Art”, “Arte araba rubata”, che è stata inaugurata a Tel Aviv, in Israele. La galleria espone, senza il loro consenso e anonimamente, artisti provenienti dal mondo arabo. Il responsabile della mostra, artista lui stesso, rivendica l’atto come una performance, soprattutto per mettere in discussione i rapporti tra Israele e quei paesi con i quali non può comunicare.
Opere video esposte senza l’accordo degli artisti arabi
La galleria è in realtà un piccolo spazio in cui sono proiettate delle opere video, ovviamente facili da copiare. All’ingresso, il pannello che presenta la mostra inizia con questa famosa frase di Proudhon, “la proprietà è un furto”. L’organizzatore israeliano Omer Krieger rivendica questa necessità per portare al pubblico israeliano un lavoro mai esposto nel suo paese. Gli artisti presentati sostengono il boicottaggio culturale dello stato ebraico o non hanno risposto alle sue richieste per questa mostra. Così ha finito per farlo senza il loro consenso.
Un gesto piuttosto malvisto
L’organizzatore di questa mostra parla di una mano tesa agli artisti, in quella che lui chiama comunque una “presa in ostaggio”. Per ora, il suo gesto è stato accolto molto male, anche il vernissage della mostra è stato movimentato. Erano presenti altri artisti e gli si sono opposti per denunciare un atto condiscendente con la parvenza di un dialogo.
È difficile sapere con precisione chi è presentato in questa mostra dove i nomi degli artisti non vengono rivelati. Si parla comunque di un artista libanese, Walid Raad, ne è stato identificato un altro, egiziano. Si tratta di Wael Shawky che espone in tutto il mondo e che è molto arrabbiato per quest iniziativa.
“Mi rifiuto radicalmente di categorizzare il mio lavoro o di categorizzare me stesso come artista arabo.”
Wael Shawky a franceinfo
Wael Shawky vive in Egitto. Per questo artista la mostra è un vero e proprio furto. È catastrofico non sapere in quali condizioni è esposto, o se la sua opera è presentata integralmente. Si oppone anche allo stesso dibattito che questo curatore israeliano vuole proporre. “Sono categoricamente contrario ad esporre – non solo in Israele – ma in qualsiasi posto che viola i diritti umani, perché tutto il mio lavoro parla di diritti umani! Che si possa recuperare il mio lavoro per metterlo in un contesto politico, mi trova totalmente contrario!”
Ha intenzione di sporgere denuncia attraverso la sua galleria londinese. Wael Shawky accusa Omer Krieger di offrirsi un clamore gratuito, su questo punto ha piuttosto successo.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org
Fonte: https://www.francetvinfo.fr/replay-radio/en-direct-du-monde/en-direct-du-monde-en-israel-une-exposition-polemique-presente-des-oeuvres-volees-a-des-artistes-du-monde-arabe_2822083.html#xtor=CS2-765