Componenti dello staff del documentario “Gaza” bloccati per la prima del film al Sundance

Fady Hanona e Ali Aby Yaseen stanno cercando disperatamente di arrivare negli Stati Uniti per la prima del documentario nella cui produzione sono entrambi coinvolti

Copertina – Fady Hanouna ha cercato di raggiungere il Sundance Film Festival da Gaza. Per gentile concessione di Fady Hanouna

 

Due “padri di famiglia onesti e grandi lavoratori” di Gaza hanno contribuito a portare la situazione del popolo palestinese nel più grande festival cinematografico indipendente degli Stati Uniti, ma, ironia della sorte, loro non riescono ad arrivarci.

Fady Hanouna e Ali Aby Yaseen per mesi hanno cercato di ottenere i documenti necessari e visti approvati per accompagnare alla sua anteprima mondiale al Sundance Film Festival il film a cui hanno lavorato per quattro anni.

Ma i due non riescono a liberarsi dalla stessa cosa contro cui si sono scagliati nel nuovo documentario; non possono uscire da Gaza per essere presenti alla sua prima.

Il confine tra Gaza e l’Egitto è chiuso, senza alcuna indicazione di quando riaprirà.

Hanouna, 30 anni, un direttore di produzione del film, e Yaseen, che appare nel film, avevano in calendario di recarsi al Cairo il 21 gennaio per le interviste per i visti. Dovevano poi imbarcarsi il 24 gennaio per gli Stati Uniti.

È passata una settimana e non c’è stato alcun cambiamento a Gaza. Accanto a migliaia di altri disperati che devono attraversare il confine, aspettano.

“Non so perché Israele chiude il confine a nord … L’Egitto sta chiudendo il confine a sud, e a ovest c’è il mare. Poi a est ci sono i cecchini israeliani”, ha detto Hanouna frustrato a The National. “È mio diritto viaggiare e mio diritto trovare un lavoro ed è mio diritto vivere una vita decente. È mio diritto sentirmi al sicuro con i miei figli e la mia famiglia”.

L’ambasciata americana al Cairo ha detto ai due uomini che potrebbe “essere flessibile” con le loro interviste per i visti se arrivano presto in città, dice Hanouna. Tuttavia, il film è in anteprima al Sundance di oggi e il confine rimane chiuso.

 

 

Viaggio internazionale è un concetto alieno per Hanouna. Non ha mai visto un aeroporto in vita sua, per non parlare di un aereo o di un treno. “Quindi sono eccitato e impaurito! Ma voglio provare, voglio volare”, dice.

Ha lavorato a diversi film a Gaza, come direttore di produzione e cameraman, ma non ha mai visto nessuno dei suoi lavori in quanto il territorio non ha un cinema. Allora, perché questa volta è diverso? Perché scegliere ora di vedere uno dei suoi film in un cinema all’altro capo del mondo, a Park City nello Utah?

“Il film mostra una Gaza lontana da ciò che si sente nei notiziari ogni giorno – sangue, guerre e bombardamenti”, dice. “Il film è lontano dalla politica e vicino all’umano”.

E così, Hanouna e Yaseen stanno tentando di prendere in mano la situazione documentando i loro sforzi per superare il confine con un video blog – The Long Road to Sundance – che si può trovare su YouTube.

Ma, finora i, seppur consistenti, aiuti esterni non sono stati in grado di farli passare. Sundance ha cercato di aiutare, senza successo.

“L’Istituto [Sundance] ha lavorato instancabilmente con funzionari governativi, persone e operatori umanitari per cercare di garantire il sicuro passaggio di Fady e Ali fuori da Gaza”, ha detto il programmatore del documentario al Sundance Film Festival, Hussain Currimbhoy. “Il sostegno che abbiamo ricevuto dal cinema e dalle comunità internazionali è stato travolgente”.

Uno dei registi del film, Garry Keane, manifesta la sua frustrazione per il fatto che i due uomini non possano lasciare Gaza. “Abbiamo due ragazzi, due padri di famiglia onesti e grandi lavoratori, che non hanno fatto nulla di sbagliato nella loro vita e non hanno nulla a che fare con la politica, sono completamente puliti e non possiamo comunque portarli oltre il confine ad un festival del cinema dopo due mesi e mezzo di sforzi concertati”.

Tutto quello che Hanouna e Yaseen possono fare è sedersi e aspettare. E ‘videobloggare’. “Non capisco perché non ho 24 ore di elettricità, perché non posso viaggiare? Perché non abbiamo un lavoro, perché ci sono famiglie che non possono procurarsi il pane?”, dice Hanouna.

“So di genitori che non riescono a guardare negli occhi i loro figli perché non sono in grado di fornire loro cibo. Credetemi, questo è un buon posto; le persone qui amano la vita, sono educate, hanno un sogno – dateci solo una possibilità!”

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org

Fonte:https://www.thenational.ae/arts-culture/film/members-of-gaza-documentary-crew-trapped-as-film-premieres-at-sundance-1.819171?fbclid=IwAR23Yg8WqfTsF3mjPLkksON-TNKLqGAusZMcGOtWI-SlcUPf-AztGNlBcGo

 

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