I designer arabi stanno usando l’abbigliamento per dare vita a un dibattito centrato sull’orgoglio del proprio patrimonio culturale – raggiungendo anche le sale del Congresso americano.
di Caterina Minthe – 11 febbraio 2019
Foto di copertina: Collezione “Freedom Fighter” di Suzy Tamimi
“Lo scopo dei miei progetti è quello di preservare la cultura tradizionale palestinese e colmare il divario tra mondo orientale e mondo occidentale”, afferma Suzy Tamimi, una designer palestinese di New York che ripropone e combina il ricamo tradizionale palestinese con disegni contemporanei. “Sento che questo è un momento cruciale”. Per completare i suoi abiti, la designer utilizza resti vintage di ricami palestinesi, interpretando i temi della continuità, dell’identità e dell’empowerment. Utilizza tessuti tradizionali “per rendere omaggio al passato con gli occhi fissi sul futuro”. Il suo pratico abbigliamento sportivo utilizza tessuti tradizionali con maniche e colletti ricamati a mano da donne rifugiate palestinesi. Le parole “combattente per la libertà” sono stampate in grassetto sia in arabo che in inglese.
Originariamente pubblicato nel numero di febbraio 2019 di Vogue Arabia.
Da allora il dibattito ha preso slancio e Tamimi non esita a pubblicizzare la sua ultima collezione come espressione politica e umanitaria. Un vestaglia da boxe decorata con tessuti tradizionali palestinesi presenta uno marchio esclusivo. Lo stemma raffigura colombe (simboli universali di pace), rami di olivo (capisaldi dell’agricoltura e del patrimonio palestinese) e fiori di papavero, destinati a onorare le vite perse nella ricerca della libertà. “Lo stemma e la tipologia di abito costituiscono una dichiarazione chiara e riconoscibile per tutte le persone oppresse del mondo: dobbiamo lottare per la nostra libertà”.
Lo scorso novembre negli Stati Uniti molti si sono recati alle urne alle urne per far sentire la propria voce – e il 3 gennaio, Rashida Tlaib ha prestato giuramento al Congresso indossando un thobe palestinese. La parlamentare del Michigan ha scritto sui social media, “Non rinnegherò mai le mie radici e farò si che mi aiutino a servirvi con amore nella mia incrollabile lotta per la giustizia.” In vista della cerimonia, invitò i suoi sostenitori ad unirsi a lei nello spirito indossando le loro t-shirt da attivisti preferite,il thobe delle loro madri o i loro abiti etnici per mostrare con orgoglio le proprie radici. L’hashtag #tweetyourthobe diventò presto virale, con la modella tunisina Kenza Fourati che pubblicò una foto della figlia, Dora, e della nipote in abiti palestinesi. Suo marito, il giornalista Ayman Mohyeldin,scrisse: “Come figlio di una madre palestinese, per i palestinesi-americani è una pietra miliare vedere la loro cultura e il loro patrimonio riflessi nei loro rappresentanti eletti. Le ragazzine come mia figlia e mia nipote ora hanno modelli a cui possono ispirarsi per diventare un giorno come loro.
Direttore creativo: Mike Fernandez
Fotografo: Diego Ramos e Paul Barcena
Stilista: Michelle Hellene
Progettista: Suzy Tamimi
Trucco: Marco Castro
Capelli: Javier Puga Jr.
Modelli: Ahmed Samir, Rasika Navare e Saida Valieva.
Scritto aggiuntivo di Adnan Qiblawi.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org
Fonte: https://en.vogue.me/fashion/palestinian-designer-suzy-tamimi-is-using-clothes-to-preserve-her-indigenous-culture/?fbclid=IwAR0XOeuoTHLg275zZ1SOH8PqIqc4jxbHhvazCHLgSoaT4ler69JJJB