Negli ultimi anni, l’IDF ha apparentemente usato una tattica per rendere invalidi i manifestanti palestinesi piuttosto che sparare per uccidere – ed è una strategia che questa settimana abbiamo visto applicare in Cile
Benjamin Zinevich – 23 ottobre 2019
Immagine di copertina: La polizia antisommossa accanto a una barricata in fiamme nel centro di Santiago (AFP/Getty)
Quello che è iniziato come un atto di disobbedienza civile degli studenti contro l’aumento delle tariffe della metropolitana di Santiago, si è ora espanso fuori dalla capitale cilena. In un’improvvisa rivolta contro l’austerità e la persistente disuguaglianza, l’aumento della tariffa proposto (l’equivalente di 0,02 €) per i cittadini poveri e della classe operaia del Cile è stato semplicemente come spargere sale su di una ferita aperta. Le proteste pacifiche, disperse con la forza dalla polizia nazionale, sono diventate violente. Il governo, guidato dal presidente miliardario conservatore Sebastián Piñera, ha risposto dichiarando lo stato di emergenza e inviando i militari a reprimere le proteste, dichiarando che lo Stato era “in guerra”.
Mentre i militari attuano nei confronti dei civili brutalità che non si vedevano dai tempi , conclusa nei primi anni ’90, è importante sottolineare i collegamenti internazionali di tale brutalità. In particolare, si dovrebbe notare il supporto militare tattico basato sulle risorse di Israele, supporto fornito sia in passato che nel presente.
Durante il regime di Augusto Pinochet appoggiato dagli USA, il Cile vide decine di migliaia di avversari politici incarcerati, uccisi o scomparsi. Durante questi anni, Israele e Cile hanno avuto un rapporto di collaborazione, poiché Israele fu uno dei principali fornitori di armi alla giunta militare.
L’era oscura di Pinochet ha alcune notevoli connessioni con il presente. Il presidente Piñera, dopo aver nominato nel suo gabinetto individui che hanno formulato commenti a difesa di Pinochet, ha anche lavorato per affinare le cosiddette leggi “anti-terrorismo” emesse durante l’era della giunta. Queste leggi hanno aumentato la sorveglianza e l’oppressione dei gruppi Mapuche e di sinistra.
Oggi, le forze armate sia del Cile che di Israele non tentano neppure di nascondere le loro alleanze, tanto che sul sito web dell’ambasciata cilena in Israele vengono citati gli obiettivi di “aumentare i legami con Israele, al fine di rendere possibile lo scambio di conoscenze, formazione ed esperienze . ” Durante la visita del generale israeliano Yaacov Barak in Cile, nel 2018, Cile e Israele firmarono un accordo che parlava di incoraggiare un’ulteriore” cooperazione in materia di istruzione, addestramento e tattiche militari “.
Mentre è noto che questa alleanza apporti benefici al potere militare di entrambi i Paesi, coloro che ne sono maggiormente colpiti sono la classe lavoratrice e gli indigeni di entrambe le regioni. In Israele, i palestinesi soffrono di un sistema di occupazione e di apartheid, e in Cile, la classe lavoratrice e i gruppi indigeni, come i Mapuche, hanno vissuto secoli di oppressione colonialista.
Negli ultimi anni, le Forza di Difesa Israeliana (IDF) hanno apparentemente applicato la tattica di mutilare i manifestanti palestinesi piuttosto che ucciderli. Da più di un anno i civili palestinesi marciano verso il muro di Gaza per protestare contro l’occupazione israeliana e l’IDF ha sparato a quasi il 60% di questi 10.511 civili negli arti inferiori, con oltre il 90% delle vittime colpite da proiettili.
Durante la scorsa settimana, questa tattica è stata usata su civili cileni, come segnalato in diverse occasioni. Una donna è stata colpita alla coscia ed è stata segnalata essere in condizioni critiche a causa del sanguinamento eccessivo. In un altro caso, un uomo di 23 anni è stato colpito alla gamba prima di essere investito a morte da un veicolo militare
Queste tattiche simili a quelle israeliane non sono una coincidenza e fanno parte di ciò che, a livello internazionale, gruppi di attivisti come Jewish Voice for Peace hanno definito “lo scambio mortale”. Negli Stati Uniti, la polizia municipale, gli agenti ICE e altri agenti di sicurezza si allenano abitualmente a fianco dell’IDF, condividendo tattiche e armi che incoraggiano la profilazione razziale, le uccisioni extragiudiziali e una maggiore sorveglianza sui gruppi più emarginati di entrambi i Paesi.
Emilio Dabed, un avvocato cileno-palestinese, ha evidenziato le connessioni scrivendo: “In entrambi i casi, i palestinesi e la popolazione indigena cilena vivono in uno stato di eccezione imposto loro dai colonizzatori e in base al quale le popolazioni colonizzate non sono considerati né come cittadini detentori dei diritti, né soggetti politici, ma piuttosto una minaccia – corpi da governare con la violenza normalizzata dalla legge. ”
Le armi israeliane che mantennero forzatamente Pinochet al potere furono usate in modo sproporzionato sui Mapuche, che nel 1970 avevano sostenuto gli sforzi della sinistra come l’elezione del socialista Salvador Allende. Oggi molti indigeni prendono parte alle manifestazioni e sono molti quelli uccisi dai militari.
Al di fuori del Cile e di Israele, è importante denunciare tutti i partenariati militari che perpetuano l’oppressione degli indigeni emarginati. Tali legami tra l’IDF e le forze armate di altri Paesi, dovrebbero essere indagati e messi in discussione. L’ulteriore militarizzazione delle comunità non produce pace, ma ulteriore brutalità e ingiustizia – ed è tempo che si parli del perché stiamo ignorando ciò.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, conro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org