Come si fa a schiacciare una rivolta contro la corruzione e il patriarcato? Definisci le donne “puttane che vogliono rimanere incinte” e probabilmente molte donne non si uniranno alle proteste temendo lo stigma di una società dominata dagli uomini
Ghaitha Al Shaar – 1 novembre 2019
Immagine di copertina inserita da Invictapalestina.: Dimostranti in piazza a Beirut. (Eleonora Gatto)
L’ambasciata ucraina in Libano ha recentemente inviato un chiaro messaggio al canale televisivo libanese OTV (affiliato al presidente libanese Michel Aoun e al suo partito Tayyar) a condanna delle dichiarazioni rilasciate mercoledì dalla giornalista e scrittrice Scarlett Haddad in una delle trasmissioni della rete – con le quali aveva deriso le manifestanti libanesi e posto sarcasticamente la questione di quante donne libanesi e ucraine che partecipano alle proteste potrebbero rimanere incinte. L’ambasciata ha invitato il canale televisivo a scusarsi per quello che ha considerato un insulto rivolto alle donne libanesi e ucraine.
Il giorno successivo, il musicista libanese Samir Sfeir ha attaccato una giornalista della rete libanese MTV mentre stava raccontando in diretta le proteste, chiedendole di interrompere la sua immorale “dissolutezza” e “prostituzione” – un termine, quello di puttana, che poi Sfeir ha usato per descrivere tutte le donne che stanno manifestando contro l’attuale governo.
Sembra che i sostenitori delle dittature possiedano un solo modo di pensare e che dispongano di cliché già pronti per insultare tutti coloro che non sono d’accordo con loro, così come coloro che vogliono essere liberi o addirittura cercano di lottare per quella libertà – non da ultimo le donne e chi lavora nel campo della politica o del giornalismo politico. Avevamo già sperimentato questa tendenza durante la nostra esperienza nella rivoluzione siriana, repressa con una criminalità senza limiti.
Come già accaduto in Egitto e in Siria, la vecchia guardia libanese, ” nel tentativo di reprimere la rivolta”, insulta le donne che partecipano alla rivoluzione chiamandole “puttane appassionate di sesso libero e di pornografia” #LebanonRevolts #WomenPower
Come si fa a schiacciare una rivolta contro la corruzione e il patriarcato? Definisci le donne “puttane che vogliono rimanere incinte” e probabilmente molte donne non si uniranno alle proteste temendo lo stigma di una società dominata dagli uomini. #LebanonProtest
Oltre ad accusare i manifestanti pacifici di agire come agenti di potenze straniere, noi donne che abbiamo partecipato a proteste pacifiche che chiedevano la caduta del regime di Assad, fummo anche descritte come “puttane” e “prostitute”. Alcuni sostenitori del regime solevano dire che la “libertà” che chiedevamo era in realtà la libertà di essere nude e praticare il sesso per strada – un’accusa mossa anche dagli abitanti di alcune città che pure affermavano di essere più “liberali” e progressisti di altri.
In effetti, quegli stessi sostenitori del regime di Assad che ci accusarono di essere “prostitute” e sostennero l’assassino e i suoi omicidi di massa contro di noi – anche quando la rivoluzione era ancora pacifica e non militarizzata – stanno ora ironicamente elogiando la rivoluzione del Libano (che merita tutto il nostro rispetto e sostegno) e hanno celebrato la partecipazione di “grandi” donne libanesi – nello stesso momento in cui ci hanno accusato di immoralità.
Qui voglio discutere solo questo aspetto: “sesso” e “prostituzione” – senza approfondire gli altri canali utilizzati dai regimi per reprimere i loro avversari, iniziando con la repressione verbale e finendo con l’omicidio.
Gli oppositori delle proteste libanesi sono stati in grado di ricorrere solo a questa accusa di “prostituzione” per condannare lemanifestazioni, poiché le proteste sono state chiaramente pacifiche, non settarie e non guidate da nessun partito politico; in altre parole, una rivoluzione pura , almeno fino ad ora, che non può essere diffamata per nessun altro motivo. Pertanto, l’unico sbocco rimasto per criticarla è il tabù finale: il sesso.
Le dichiarazioni di Scarlett Haddad – lei stessa una “donna” che nella lotta dovrebbe sostenere ed essere solidale con il suo genere, e che dovrebbe essere pienamente consapevole delle difficoltà che le donne libanesi affrontano a causa delle ingiustizie che devono subire, provengono da un canale televisivo che dovrebbe essere “aperto” e “liberale”, ma che in realtà parla a nome del proprio segmento di società contrapposto al resto del popolo libanese. Le dichiarazioni di Haddad sono state ribadite da una delle sue ospiti, che ha affermato che le proteste nelle varie piazze del Libano erano a dir poco “pornografiche”. Eppure anche il presidente – il cui movimento politico è affiliato al canale televisivo – ha riconosciuto le proteste e le giustificate lamentele del popolo, pur se è stato costretto a farlo.
È la stessa metodologia utilizzata da ogni dittatore, attraverso le parole delle sue forze di sicurezza, dei suoi agenti e dei suoi sostenitori. Fu uno dei metodi più usati a cui fece ricorso il regime egiziano durante il regime di Mubarak (e ora di al-Sisi) per umiliare i manifestanti; monitorandoli e accusandoli di praticare l’adulterio o di essere omosessuali (così come altre accuse) – fotografarli e filmarli laddove possibile per tentare di ricattare i manifestanti, e quindi rilasciare i video su Internet; questo perché questi regimi sanno che la società araba ha le sue “red lines” pubbliche (anche se molte in privato si incrociano ) e conosce la vergogna di coloro che sono “esposti”.
Bashar al-Assad e i suoi apparati di sicurezza formulavano la stessa accusa ai loro avversari, anche se il regime afferma di essere laico. Il regime tentava di umiliare i suoi avversari violentando le loro figlie di fronte a loro o spogliandole nude, costringendo persino il padre a spogliarsi nudo di fronte alle sue figlie. “Sex Jihad” era un’affermazione comune fatta dai canali televisivi filo-regime – anche prima della nascita dell’ISIS o della proliferazione di fazioni islamiste.
Nello stesso momento in cui il regime alimenta direttamente e indirettamente la narrazione di “crimini d’onore” attraverso il suo personale di sicurezza e il clero religioso – permettendo ad alcuni dei suoi cittadini di diventare criminali accusandoli di “crimini d’onore” che non sono stati modificati – il regime chiude un occhio alla povertà, alla fame e alla corruzione, nonché al traffico di donne e bambini e, in effetti, alle reti organizzate di prostituzione che spesso possono essere sponsorizzate da queste stesse dittature.
La solidarietà con le vittime di questa strategia, e il suo rifiuto totale, sono una delle soluzioni al problema, affinché i regimi dittatoriali e i loro sostenitori smettano di diffondere queste voci e di fabbricare queste false accuse – che oltretutto non dovrebbero essere presenti nel 21 ° secolo, poiché non è necessariamente vero che esiste una relazione tra la vita sessuale delle persone – e in particolare delle donne – e il loro lavoro e le loro opinioni. Alla fine, prima o poi, arriverà inevitabilmente il cambiamento necessario, rimuovendo tutti questi presidenti e re arabi.
Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” – Invictapalestina.org