Gruppi per i diritti umani in Israele: fermare l’irrorazione di erbicidi nella Striscia di Gaza nel periodo critico dell’epidemia di coronavirus

L’irrorazione può potenzialmente mettere a repentaglio la sicurezza alimentare a Gaza in un momento in cui la situazione è più critica; Gisha, Al Mezan, Adalah invitano la comunità internazionale ad intervenire.

Testo – English version


6 Aprile 2020

Mentre i palestinesi a Gaza lottano disperatamente per contrastare la pandemia e prevenirne l’espandersi nel segmento più ampio della popolazione, domenica 5 aprile 2020 Israele ha effettuato un altro ciclo di irrorazione aerea di erbicidi, nella parte orientale di Gaza, che potrebbe potenzialmente compromettere la sicurezza alimentare della popolazione civile in un momento così critico.

Il Centro legale per la libertà di movimento Gisha, il Centro per i diritti umani di Al Mezan e il Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele Adalah, hanno inviato una lettera urgente alle autorità israeliane chiedendo di interrompere immediatamente l’irrorazione aerea di Israele nella Striscia di Gaza.

Domenica mattina, aerei israeliani irroratori hanno volato lungo il confine che separa Gaza e Israele, spargendo sostanze chimiche che si presume fossero erbicidi. L’irrorazione è stata condotta ad intervalli a partire dalle 6:30 del mattino ed è durata per quasi tre ore, spruzzando prima le zone orientali del distretto di Gaza City, per poi continuare verso sud sulle aree orientali del distretto centrale di Gaza.

I prodotti chimici spruzzati hanno raggiunto i terreni agricoli palestinesi in entrambi i distretti e l’impatto sui raccolti diventerà evidente nei prossimi giorni.

Gli agricoltori palestinesi che lavoravano la terra ad est della barriera perimetrale domenica mattina hanno riferito ad Al Mezan che verso le 6:20 del mattino hanno visto fumate  nere dal lato israeliano della recinzione, una pratica usata da Israele in passato come metodo per capire la direzione del vento. Pochi minuti dopo, aerei irroratori sono volati lungo il recinto perimetrale spruzzando sostanze chimiche ritenute erbicidi, trasportate dal vento nella Striscia di Gaza.

Simili cicli di irrorazione sono stati effettuati all’inizio dell’anno, il 14 e 16 gennaio 2020, nelle aree adiacenti alla recinzione da Beit Hanoun nel nord di Gaza a Rafah nel sud.

Il 16 gennaio 2020, le organizzazioni per i diritti umani Gisha, Adalah e Al Mezan hanno inviato una lettera all’allora ministro della Difesa israeliano Naftali Bennett, all’avvocato generale Sharon Afek e al procuratore generale Avichai Mandelblit con una richiesta urgente di astenersi dal condurre ulteriori irrorazioni aeree di erbicidi all’interno e vicino alla Striscia di Gaza a causa dei gravi danni alle colture e dei rischi per la salute posti ai residenti di Gaza.

Nella corrispondenza di indagine, l’ufficio dell’avvocato generale militare ha confermato che le sostanze chimiche utilizzate erano effettivamente erbicidi e ha affermato che era stata introdotta una nuova sostanza chimica per frenare l’estensione delle colture in gran parte della Striscia di Gaza.

La documentazione di Al Mezan indicava tuttavia che i prodotti chimici irrorati danneggiavano le colture a una distanza di almeno 600 metri dalla recinzione perimetrale, con un’area totale di danni ai terreni coltivati ​​che superava i 280 ettari. Almeno 350 agricoltori palestinesi hanno subito perdite finanziarie, superando collettivamente un milione di dollari di danni, a seguito della nebulizzazione di gennaio.

Il diritto internazionale richiede che Israele, in quanto potenza occupante, garantisca condizioni di vita adeguate nella Striscia di Gaza. Tuttavia, i dati raccolti sull’impatto della nebulizzazione aerea degli erbicidi dopo che la pratica è stata registrata per la prima volta nel 2014 indicano fortemente che l’irrorazione rappresenta una grave minaccia per il diritto alla vita in quanto mina direttamente la sicurezza alimentare e la salute. Con l’accesso alla salute e al cibo compromesso dalla potenziale diffusione di COVID-19 e dalle misure di sicurezza in atto che spingono enormi porzioni della forza lavoro a rimanere a casa, la nebulizzazione chimica sta potenzialmente aggravando le condizioni in un momento critico.

Gisha, Adalah e Al Mezan sollecitano la comunità internazionale a intervenire e fare pressioni sulle autorità israeliane affinché cessino immediatamente tutte le attività di irrorazione aerea dentro e vicino la Striscia di Gaza ed esortino Israele a fornire un’adeguato risarcimento per coloro che hanno subito perdite finanziarie a causa di  la pratica.

Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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