Israele, di fatto, tormenta la popolazione di Gaza monitorandola con i droni…
Di Amjad Ayman Yaghi* – 26 Agosto 2020
Iyad Ghanem ha sentito i droni israeliani volare sopra di se per la maggior parte della sua vita. Come molti altri abitanti di Gaza, si riferisce a questi aerei da guerra senza pilota come corvi. Il rumore che fanno è spesso chiamato zanana, la parola araba per ronzio.
Ogni volta che sente un drone, Ghanem dice “il corvo è arrivato e stanotte non si dormirà”. “Sento che qualcuno mi sta osservando”, ha detto il diciottenne. “Mi assale l’ansia quando il suono diventa più forte, come se stesse per accadere qualcosa di terribile.”
Ghanem può ricordare l’attacco di Israele a Gaza del novembre 2012 “in tutti i suoi dettagli”, ha detto. I droni furono ampiamente usati durante quell’offensiva di una settimana, quando furono uccisi circa 160 palestinesi.
Sentire i droni volare sopra di noi riaccende i ricordi dolorosi di quell’attacco.
“I droni incutono terrore ancora oggi”, ha aggiunto Ghanem.
I droni sono stati un’arma importante per Israele almeno dal 2006, quando ha attaccato il Libano. Sono usati per la ricognizione e, a volte, come macchine per uccidere.
Ignobile
Israele ha sganciato bombe dai droni durante le tre principali offensive intraprese su Gaza dal dicembre 2008.
L’industria delle armi israeliana ha cercato di trarre vantaggio da queste operazioni promuovendo la vendita di droni e altre armi come “testate in battaglia”.
Testare le armi sulla popolazione palestinese si è dimostrato redditizio. Secondo i dati pubblicati nel 2019, Israele è diventato il più grande esportatore mondiale di droni.
Secondo i dati raccolti dalla società di consulenza Frost & Sullivan, Israele ha esportato armi per un valore di 4,6 miliardi di dollari in un periodo di otto anni.
I droni sono diventati tristemente noti per “bussare sul tetto” (avvisare) durante un grande attacco israeliano a Gaza nel 2014. Questo era un eufemismo per come le bombe sono state sganciate dai droni su edifici civili come un “avvertimento” di un’esplosione più potente.
Israele ha cercato di insinuare che “bussare sul tetto” fosse un gesto di umanità per proteggere i civili avvertendoli in anticipo che le loro case sarebbero state distrutte. In pratica, ai civili spesso non veniva dato abbastanza tempo per evacuare prima che avvenisse l’esplosione più letale, come confermato da una missione conoscitiva delle Nazioni Unite.
I droni sono stati utilizzati durante alcuni episodi particolarmente cruenti dell’attacco di sei anni fa.
Adham Shakhsa è un 40enne che vive ad al-Shujaiyeh, un quartiere di Gaza City dove Israele ha compiuto un massacro durante l’offensiva del 2014.
“Tre giorni prima del massacro, c’erano dei droni che volavano nel cielo sopra al-Shujaiyeh”, ha detto. “Potevamo vederli ad occhio nudo ed erano molto rumorosi. Ci siamo abituati a questa situazione durante le guerre di Israele. Mi resi conto che Israele utilizzava la tecnologia dei droni per osservare le persone nel quartiere prima del massacro”.
Un altro residente di al-Shujaiyeh, Anas al-Madhoun, sottolinea che i bambini di Gaza sanno di più sulla belligeranza militare rispetto ai loro coetanei nella maggior parte degli altri paesi. Fin da piccoli, imparano a distinguere tra i suoni dei droni e quelli prodotti da altre armi nell’arsenale israeliano, in particolare elicotteri Apache di fabbricazione statunitense e caccia F-16.
“È incredibile sentire Israele che si giustifica davanti ai media internazionali”, ha detto al-Madhoun. “È incredibile sentire Israele affermare che non assedia Gaza, che si sta solo proteggendo”.
Sorveglianza costante
I droni possono essere uditi frequentemente sui cieli di Gaza in tempi presumibilmente più pacifici, quando Gaza è soggetta a un blocco piuttosto che a un attacco. I droni servono a ricordare ai palestinesi che sono sotto costante sorveglianza.
Mahmoud Siyam, uno psichiatra, sostiene che Israele, di fatto, tormenta la popolazione di Gaza monitorandola con i droni.
Gli esseri umani necessitano di calma e tranquillità. Privati di questi bisogni essenziali, la loro salute mentale può deteriorarsi.
L’udire i droni “mette sotto pressione psicologica tutti”, ha detto Siyam. “Il rumore dei droni rende le persone irritabili. Le persone possono provare ansia estrema e perdere la loro capacità di concentrazione.”
Israele ha iniziato a monitorare i palestinesi con i droni dopo il ritiro dei coloni da Gaza nel 2005. Il ritiro ha significato che l’occupazione israeliana è stata spostata alla periferia e che la brutalità di Israele contro il popolo di Gaza è continuata e, in molti modi, intensificata.
Iman al-Mansi vive al nono piano di un palazzo nella zona di Tel al-Hawa di Gaza City. I droni impediscono a lei e alla sua famiglia di condurre una vita normale.
“Il suono dei droni è molto forte”, ha detto. “Non riusciamo a dormire quando li sentiamo. Non possiamo guardare la televisione. Quando c’è un drone nelle vicinanze, interferisce sempre con la ricezione satellitare. Viviamo così dal 2006″.
Ahmad al-Husari, che vive ad al-Zaytoun, anche lui un quartiere di Gaza City, ha spesso mal di testa a causa del rumore dei droni.
“A volte i droni sono così rumorosi che sono come il motore di un’auto che diventa più rumoroso man mano che si aumenta la velocità”, ha detto. “I droni fanno svegliare i miei figli che poi non riescono più a dormire. Ho l’ansia che venga sera a causa di tutto questo rumore.”
*Amjad Ayman Yaghi è un giornalista con sede a Gaza
Trad: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org