Mentre i Paesi arabi si avvicinano a Israele, qual è il futuro del Movimento Nazionale Palestinese?

Con il Movimento Nazionale Palestinese nel mezzo di una crisi esistenziale, le fazioni politiche hanno intrapreso la lunga strada verso l’unità.

Fonte: English Version

Ali Adam – 10 settembre 2020

Immagine di copertina: Le fazioni palestinesi hanno promesso di porre fine alle divisioni politiche tra Gaza e Cisgiordania. [Getty]

Sconcertate dall’accordo tra Emirati Arabi Uniti e Israele per la normalizzazione dei rapporti, le fazioni politiche palestinesi hanno intrapreso un nuovo corso per promuovere l’unità e porre fine alle divisioni tra Gaza e Cisgiordania.

Giovedì scorso, tra Ramallah e Beirut si è tenuto congiuntamente il tanto atteso incontro tra il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas e i leader di tutte le fazioni palestinesi, compreso il capo di Hamas Ismail Haniyeh e il capo della Jihad islamica Ziyad Al-Nakhalah.

Negli ultimi anni, Hamas e altre fazioni palestinesi avevano  ripetutamente chiesto che si tenesse un simile incontro, ma Abbas aveva sempre rifiutato, chiedendo che Hamas si impegnasse prima ad attuare i precedenti accordi di unità.

Ma  poiché le sfide che il Movimento Nazionale Palestinese deve affrontare sono aumentate – ultima delle quali l’accordo di normalizzazione tra Emirati Arabi Uniti e Israele – Abbas ha finalmente accettato il confronto  ad alto livello tra le fazioni.

Spinti dai piani di annessione di Israele, negli ultimi due mesi Hamas e Fatah si sono impegnati in colloqui  in un raro segno di cooperazione  con lo scopo di presentarsi come fronte unificato e discutere la resistenza popolare congiunta contro i 50 anni di occupazione militare di Tel Aviv.

Nell’incontro della scorsa settimana, le fazioni palestinesi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta riaffermando il loro rifiuto del piano di pace del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il piano di annessione, nonché la normalizzazione dei legami tra Israele e Paesi arabi.

Mentre aumentano le sfide che il Movimento Nazionale palestinese deve affrontare, le fazioni politiche hanno intrapreso un nuovo corso per promuovere l’unità nazionale

Il risultato della riunione dei dirigenti è stato che le fazioni palestinesi hanno concordato la formazione di tre comitati. Il primo è un comitato che formerà una leadership nazionale unificata sul campo con il compito di guidare la resistenza popolare contro l’occupazione israeliana. Al secondo comitato è stato assegnato il compito di raggiungere una visione concordata congiuntamente per ripristinare l’unità tra Gaza e la Cisgiordania, e al terzo il compito di rilanciare l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).

I tre comitati includeranno rappresentanti di tutti i 14 partiti palestinesi che hanno partecipato all’incontro e dovrebbero essere formati nei prossimi giorni. Una volta stabiliti, sarà concesso loro un periodo di cinque settimane per concludere le loro deliberazioni. Abbas ha promesso che accetterà  tutte le raccomandazioni avanzate dalle commissioni.

Hamas e Fatah sono ai ferri corti dal 2007, quando a Gaza Hamas, dopo mesi di tensioni, estromise dal potere le forze di sicurezza guidate da Fatah. Tra le due parti sono stati raggiunti nel tempo più accordi per raggiungere l’unità, ma nessuno si è concretizzato.

Molti funzionari palestinesi hanno espresso la speranza che gli attuali colloqui intra-palestinesi e i progressi recentemente raggiunti tra Hamas e Fatah possano questa volta portare a una svolta.

L’alto funzionario di Fatah Abdullah Abdullah ha dichiarato a The New Arab che le misure proposte nel recente incontro tra le fazioni politiche sono stati “passi molto importanti verso la fine della divisione e a favore dell’unione del fronte interno palestinese, per affrontare i pericoli e le minacce con cui  la causa palestinese deve confrontarsi ”.

Abdullah ha detto che i comitati inizieranno il loro lavoro sulla base dei principi adottati negli ultimi due mesi nei colloqui tra Hamas e Fatah, il che significa che “inizieranno con i denominatori comuni che uniscono le fazioni palestinesi”.

“Se partissimo  dai punti di disaccordo, ci vorrebbe molto tempo e non raggiungeremmo mai l’unità. Dobbiamo quindi partire dai punti di accordo, che sono fondamentali e strategici. Questo porterà a costruire ponti di fiducia e, a sua volta, facilitare il modo di discutere i punti in cui ci sono disaccordi “, ha detto Abdullah.

Gli attuali sviluppi politici richiedono la necessità di mettere da parte gli interessi delle fazioni, tutti devono sacrificarsi per ripristinare la fiducia del popolo palestinese

Negli ultimi due mesi i colloqui di Hamas e Fatah sono stati caratterizzati dal tentativo di trovare un terreno comune tra i due movimenti. A parte il rifiuto unificato delle misure USA-israeliane e della normalizzazione, i due principali movimenti palestinesi hanno anche convenuto che la resistenza popolare non violenta è per il momento la strategia preferita per resistere all’occupazione militare israeliana.

Il segretario generale del Comitato Centrale di Fatah, Jibril Rajoub, che ha avviato i colloqui con Hamas a giugno, martedì ha detto ai giornalisti che le fazioni palestinesi hanno concordato un “programma unificato per la resistenza popolare contro Israele”.

L’alto funzionario di Fatah ha detto che presto sarà annunciato un comando unificato composto da tutte le fazioni palestinesi, così come un programma di resistenza popolare che includa la disobbedienza civile. “Ci sarà un cambiamento nelle regole di ingaggio in accordo con tutte le fazioni, e non permetteremo all’occupazione di sradicare un ulivo o di ferire un palestinese senza pagarne il prezzo”.

L’alto funzionario di Hamas ed ex ministro per gli Affari dei Prigionieri Wasfi Qabha ha detto a The New Arab che l’incontro dei leader “è arrivato al momento giusto per salvare e rilanciare gli organismi politici palestinesi, trovando un terreno comune e questioni di consenso tra le fazioni palestinesi”.

“Il recente incontro e il suo esito hanno dato al popolo palestinese speranza e ottimismo, e ora si vuole  vedere l’attuazione di quelle posizioni sul campo”, ha aggiunto. “Tutti capiscono quanto sia critica la  fase in cui ci troviamo e come  ci siano minacce reali per la causa palestinese”.

Abdul-Rahman Zidan, un alto funzionario di Hamas ed ex membro del Consiglio Legislativo Palestinese (PLC), ha elogiato i progressi compiuti con Fatah. “L’incontro è stato positivo perché è avvenuto senza mediazioni ed è arrivato dopo gli approfonditi  dialoghi preliminari tra Hamas e Fatah, che hanno portato al tanto atteso incontro”, ha detto.

 Ci sono molti leader di spicco da entrambe le parti con interessi  accumulati nello status quo

“Gli attuali sviluppi politici richiedono la necessità di mettere da parte gli interessi delle fazioni, tutti devono sacrificarsi per ripristinare la fiducia del popolo palestinese e rafforzare la loro fermezza nell’affrontare le sfide”.

Poiché negli ultimi 13 anni i risultati dei colloqui intra-palestinesi si sono  rivelati così inconcludenti , molti palestinesi hanno reagito alla notizia con indifferenza ed hanno espresso scetticismo sul fatto che gli sforzi attuali  possano portare a una svolta.

L’analista politico palestinese Muhammad Shehada ritiene che l’egoismo di funzionari di entrambe le parti, se non neutralizzati presto, possano influenzare il successo dei colloqui di unità.

“Il successo o il fallimento di questi comitati dipende in gran parte dalle divisioni di potere sul campo. Ci sono molti leader di spicco in  entrambe le parti con interessi acquisiti accumulati nello status quo, che percepirebbero questi accordi come una minaccia ai loro interessi consolidati. Questi probabilmente alimenterebbero le tensioni e minerebbero gli sforzi di riconciliazione, a meno che non vengano  neutralizzati fin dall’inizio “, ha detto Shehada a The New Arab.

“La natura globale e inclusiva di questi comitati è un segno positivo e promettente di serietà nel perseguimento di un’analisi e di raccomandazioni aggiornate che descrivano realmente la situazione così com’è e che  cercano di cambiarla. Ciò che resta da vedere è come leader palestinesi seriamente divisi rispetteranno le raccomandazioni di questi comitati “, ha aggiunto.

Nonostante le riserve diffuse, nelle ultime settimane le relazioni tra le due fazioni palestinesi sono state ampiamente positive. Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha definito “storico” l’incontro delle fazioni e ha elogiato Abbas, una mossa considerata rara dai leader del partito islamista. Con un’altra mossa insolita, Haniyeh è apparso questa settimana in un’intervista alla Palestine TV, l’emittente televisiva ufficiale dell’Autorità Palestinese, prima apparizione del genere da parte di un leader di Hamas.

 

Ali Adam è un giornalista e ricercatore il cui lavoro si concentra su questioni legate al conflitto israelo-palestinese.

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” –Invictapalestina.org

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Protected by WP Anti Spam