Gli artisti e le organizzazioni culturali palestinesi chiedono agli artisti internazionali di annullare gli impegni in Israele.

Gli artisti e le organizzazioni culturali palestinesi a Gaza e oltre hanno stilato un appello alla solidarietà a tutti coloro che a livello internazionale lavorano nelle arti

Fonte: English Version

Artists for Palestine  – 29 ottobre 2020

Gli artisti e le organizzazioni culturali palestinesi a Gaza e oltre hanno stilato un appello alla solidarietà a tutti coloro che a livello internazionale lavorano nelle arti. Siamo orgogliosi di pubblicare la loro lettera qui di seguito.

“Noi, membri della comunità culturale e artistica palestinese nella Striscia di Gaza assediata e occupata,  nella Palestina storica e in esilio, rivolgiamo questo accorato appello ai nostri colleghi artisti di tutto il mondo affinché cancellino tutte le esibizioni, le mostre e le apparizioni, in  persona o online, programmate in Israele o sponsorizzate dal governo israeliano o dalle istituzioni israeliane complici, finché persisterà il regime israeliano di occupazione militare e di apartheid.

Con la pandemia di coronavirus in corso, i crimini di guerra di Israele e le violazioni del diritto internazionale continuano con un’impunità senza precedenti. Anche nel  combattere la pandemia, Israele sta rivelando il suo spaventoso razzismo, un fatto che dovrebbe turbare la coscienza delle persone di tutto il mondo.

Israele ha abbandonato lavoratori palestinesi sospettati di avere il coronavirus ai posti di blocco militari “senza alcun riguardo per la loro salute o sicurezza”, come mostrano diverse riprese video. Ha distrutto una clinica palestinese che era stata progettata per prendersi cura delle vittime del coronavirus nella Valle del Giordano occupata. Ha anche negato il test COVID-19 a intere comunità di cittadini palestinesi di Israele e li ha discriminati in modo inconfutabile nel non rendere disponibili in arabo in modo tempestivo informazioni aggiornate e accurate sul coronavirus.

L’ONU ha da tempo affermato che Gaza sarebbe stata invivibile entro il 2020, dopo tredici anni di un brutale assedio che ha confinato due milioni di palestinesi, per lo più rifugiati, in una stretta fascia costiera. Israele ha sottoposto Gaza a bombardamenti regolari, uccidendo migliaia di persone, tra cui nostri amici, colleghi e familiari, solo nell’ultimo decennio.

Qui stiamo raggiungendo la fine del 2020 mentre il mondo sta affrontando una pandemia globale a cui anche i palestinesi, inclusa Gaza, devono in qualche modo sopravvivere. L’esperto dei diritti umani delle Nazioni Unite Michael Lynk ha recentemente evidenziato come il sistema sanitario di Gaza stava crollando anche prima che venissero rilevati i primi casi di coronavirus, una vergognosa realtà per la quale Israele, come potenza occupante, ha la piena responsabilità.

Oltre cinquemila prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane e milioni di palestinesi che vivono in campi profughi affollati dentro e fuori la Palestina sono a grave rischio di contrarre  il COVID-19. Gli ospedali palestinesi, specialmente a Gaza, sono devastati da decenni di occupazione e assedio israeliani. Una grave mancanza di forniture mediche essenziali e letti ospedalieri per terapia intensiva, unita a regolari interruzioni di corrente, significa che la crescente epidemia potrebbe avere conseguenze potenzialmente devastanti per i palestinesi a Gaza.

Gli ospedali erano già al punto di rottura  dovendo affrontare innumerevoli ferite da arma da fuoco provocate dal fuoco israeliano e le conseguenti amputazioni. A Gaza, negli ultimi due anni, durante la pacifica Grande Marcia del Ritorno, i cecchini israeliani hanno deliberatamente sparato e mutilato migliaia di palestinesi e ne hanno uccisi centinaia, tra cui bambini, medici, giornalisti e disabili.

I cecchini israeliani hanno persino gareggiato per il numero di ginocchia che ciascuno di loro può affermare di aver fatto a pezzi, vantandosi pubblicamente dei loro “successi”. Gli investigatori delle Nazioni Unite hanno affermato che queste atrocità possono costituire crimini di guerra o crimini contro l’umanità commessi contro persone che protestano per il diritto di tornare alle case e alla terra da cui sono stati etnicamente  cacciati

Due anni fa, a breve distanza in auto dalla Tel Aviv dell’apartheid, Israele  ha distrutto con attacchi aerei mirati un importante centro culturale di Gaza, il Said al-Mishal. Violazioni e abusi contro musicisti, poeti, attori e altri artisti palestinesi sono all’ordine del giorno, anche nella Gerusalemme est occupata. Come hanno riconosciuto i leader sudafricani, Israele ha creato un sistema di apartheid ancora peggiore contro i palestinesi,un sistema con il quale si dovrebbe cessare ogni tipo di rapporto.

In questo momento di sofferenza e di incertezza globale  e di spaventosa impunità è inquietante che alcuni artisti internazionali  abbiano ancora programmato di apparire di persona nella Tel Aviv dell’apartheid o online in eventi sponsorizzati da Israele o dalle sue istituzioni culturali complici. In qualità di colleghi artisti, li esortiamo a cancellare i loro impegni, a stare dalla parte giusta della storia e a mostrare una significativa solidarietà  con gli oppressi “.

Firmato da:

Organizzazioni culturali:

Abna’ona Association for Development

Ajyal Association for Creativity and Development

Al Bayader Theater Group

Al Fordaws Association for Development

Al Harah Theater

Al Karama Complex for Culture and Arts

Al Manal Association for Women Rural Development

Al Rowad Society for Youth Development

Al Sununu Society for Culture and Arts

Al Taghreed Association for Culture, Development

Al-Awda Center for Childhood and Youth

Al-Kamandjati Association

Alrowwad Cultural and Arts Society

Amwaj Association for Social Development and Improvement

Asalah Commission for Palestinian Popular Heritage

Ashtar Theater

Association for Culture, Art and Popular Heritage

Baladi Center For Culture and Arts

Bethlehem Academy for Music

Bureij Cultural Forum

Civitas Institute

Cultural Al Maghazi Center

Cultural and Social Deir Al Balah Center

Cultural Forum for Youth

Cultural Unity Association

Culture and Free Thought Association (CFTA)

Culture Association For Protection Heritage

Culture, Arts and Heritage Association

Dar Elshabab for Culture & Development

El Funoun Palestinian Popular Dance Troupe

Freedom Theater

Gaza Center for Culture and Arts

General Union of Cultural Centres (GUCC)

Jerusalemite Youth Cultural Forum

Khalil Sakakini Cultural Center

Milad Centre for Youth Abilities Development

Nawa for Culture and Arts Association

Palestinian Al Najada Association

Palestinian Circus School

Popular Art Centre

Sareyyet Ramallah

Siwar Association for Culture and Arts

Tawasul for Youth and Culture

The Cultural Forum Centre

The Edward Said National Conservatory of Music

The Palestinian Association for Heritage’s Development and Protection

Theatre Day Productions

Theatre for All

Yes Theatre

Youth and Environment Association

Artisti

Ismail Abu Ali,  suonatore di nai

Khalil Abu Ghazal, cantante

Abdulaziz Abu Sharkh, suonatore di qanun

Abdulfattah Abu Srour, director

Shahd Abusalama,ballerino

Yousri Al-Ghoul, writer, artista

Nai Barghouti, cantante

Haidar Eid, musicista

Hanin Ejla, cantante

Samir Eskanda, musicista

Ibrahim Ghunaim, rapper

Mohammed Jerjes, musicista

Hannah Khalil, drammaturgo

Alaa Khatib, pittore

Ahmed Masoud, autore, drammaturgo

Malak Matar, pittrice

Mahmoud Modallal, cantante, musicista

Arab M. Moghanni, Snonou Institution for Culture

Mona Mosaddar, poetessa

Emad Mudallal, cantante

Abdulkarim Mudallal,cantante

May Odeh, Director, produttore

Mohammed Qraeqea, pittore

Malek Qraeqea, pittore

Fahmy Saqqa, suonatore di keyboard, compositore

Ghada Shuman, cantante

Ahmed Tafeish, cantante

Le Trio Joubran, band

 

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” –Invictapalestina.org

 

 

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