L’esplosione del porto di Beirut

L’inchiesta di Forensic Architecture evidenzia i molteplici livelli di negligenza statale che hanno portato a questa tragica esplosione.

Fonte: English Version

Forensic Architecture- 17 novembre 2020

Immagine di copertina: modello in 3D di Forensic Architecture

Poco dopo le 18:00 del 4 agosto 2020, un’esplosione squarciò il porto di Beirut uccidendo più di 200 persone, ferendone più di 6.500 e distruggendo  gran parte della città.

Forensic Architecture è stata invitata da Mada Masr a esaminare le informazioni open source inclusi video, fotografie e documenti per fornire una sequenza temporale e un modello 3D preciso per aiutare a indagare sugli eventi di quel giorno.

Il 13 novembre, in previsione del Briefing sulla sicurezza delle Nazioni Unite sul Libano, Legal Action Worldwide ha pubblicato una serie di richieste a nome di oltre mille sopravvissuti all’esplosione, chiedendo sostegno internazionale nella loro ricerca nella loro ricerca di giustizia e sollecitando a “inviare senza indugio una missione di accertamento dei fatti indipendente e imparziale”.

Dichiarazioni di Testimoni estratte dal “Rapporto a nome delle vittime dell’esplosione di Beirut del 4 agosto 2020 (Vittime del massacro di Beirut di agosto)”, di Legal Action Worldwide.

A sostegno di questa richiesta e del perseguimento di responsabilità politica ed economica, abbiamo reso pubblicamente disponibile il nostro modello, i video geolocalizzati e il materiale di partenza utilizzato nella ricerca. Trovali qui.

Metodologia

Geolocalizzazione

Abbiamo raccolto ed esaminato immagini e video ripresi da testimoni dell’esplosione e condivisi su diverse piattaforme online. Utilizzando i dettagli sul fumo, gli incendi e le esplosioni, siamo stati in grado di geolocalizzare ogni parte del filmato e calcolare il cono di visione della videocamera. Abbiamo posizionato le telecamere nel modello 3D open source della città, che abbiamo adattato per corrispondere alla precisione necessaria. Questo ci ha aiutato a identificare la posizione precisa della fonte del pennacchio di fumo all’interno del magazzino 12 in ogni fotogramma di ogni filmato.

I pennacchi di fumo mutano continuamente e  sempre con forme diverse. Abbiamo utilizzato la forma dei pennacchi per sincronizzare i video che abbiamo trovato senza metadati.

Abbiamo identificato quattro pennacchi di fumo separati che uscivano da diverse parti del magazzino nello spazio di quattordici minuti. Ciascuno di questi pennacchi di fumo, con la loro forma e colore distinti, fornisce indicazioni sulla disposizione delle merci nel magazzino e sul modo in cui si è sviluppato l’incendio.

La fonte del primo pennacchio di fumo a nord-est del magazzino. (Architettura forense)

 

La fonte del terzo pennacchio di fumo a nord-ovest del magazzino. (Architettura forense)

Utilizzando fotografie scattate a gennaio 2020 (pubblicate per la prima volta dal New York Times) e un video del dicembre 2019 (pubblicato da Al Jadid), abbiamo mappato l’interno del magazzino e stimato l’area occupata dai 2.750 sacchi di nitrato di ammonio.

Disposizione dei sacchi di nitrato di ammonio come indicato dalle immagini del gennaio 2020.
Disposizione dei sacchi di nitrato di ammonio come indicato dalle immagini del gennaio 2020.

Secondo quanto riferito, alcuni dei materiali immagazzinati all’interno del magazzino, comprese le ventitré tonnellate di fuochi d’artificio e i 1000 pneumatici per auto, non sono visibili nelle immagini e nei video disponibili.

Con Gareth Collett CBE, un esperto di esplosivi che opera per le Nazioni Unite, abbiamo mappato i diversi tipi di fumo che  escono dal magazzino. Un’analisi del colore e della posizione della fonte dei pennacchi di fumo e degli incendi ha aiutato a stimare quale materiale stava bruciando, in quale momento e approssimativamente dove si trovavano negli edifici.

Collett ha affermato che da un punto di vista ingegneristico, la disposizione delle merci all’interno dell’edificio era la disposizione spaziale di una bomba improvvisata delle dimensioni di un magazzino, in attesa di detonazione.

Secondo Collett, “il nitrato di ammonio è estremamente difficile da far esplodere solo con il fuoco. Tuttavia, se confinato e contaminato, questo … può portare a una detonazione catastrofica. È sensibilizzato dalla presenza anche della più piccola quantità di additivi e quindi dovrebbe essere tenuto separato. ”

Confronto

Regolamenti sottoscritti a livello internazionale, come gli standard britannici e australiani, stabiliscono le modalità di conservazione dei sacchi di AN in lotti separati. Il nostro studio suggerisce che questo non è stato fatto.

 Confronto tra la disposizione degli elementi immagazzinati nel magazzino 12 e come avrebbero dovuto  essere disposti secondo gli standard britannico e australiano. (Architettura forense)
Confronto tra la disposizione degli elementi immagazzinati nel magazzino 12 e come avrebbero dovuto  essere disposti secondo gli standard britannico e australiano. (Architettura forense)

Questi regolamenti vietano anche lo stoccaggio di materiali combustibili o esplosivi come pneumatici o fuochi d’artificio in prossimità del nitrato di ammonio. Nuovamente, tale indicazione non è stata seguita.

Questo fatto evidenzia i molteplici livelli di negligenza statale che hanno portato a questa tragica esplosione.

Video di Forensic Architecture

Team di Forens Architecture :

Ricerca e coordinatore del progetto: Samaneh Moafi

Ricerca: Kishan San, Nikolas Masterton

Assistenza alla ricerca: Ismael HaidarLeshla, Y.Leila Sibai

Supporto alla ricerca: Robert Trafford, Lachlan Kermode

Esperto di esplosivi: Gareth Collett CBE

Collaboratori : Mada Masr

 

Trad: Grazia Parolari “contro ogni specismo, contro ogni schiavitù” –Invictapalestina-org

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