Dal design alla produzione musicale, diamo uno sguardo agli artisti della regione che durante l’anno hanno realizzato lavori straordinari
Fonte: English Version
Arts&Culture – 30 dicembre 2020
Immagine dicopertina: opera di Nour Flayhan
Di fronte a una pandemia e con una resa dei conti culturale su razza e disuguaglianza, il mondo dell’arte sta navigando in un’era difficile.
Nella regione, l’esplosione di Beirut ha portato una enorme devastazione, reclamando vite e mezzi di sussistenza, oltre a spazi storici e artistici della capitale libanese. Nonostante tutto ciò, artisti, istituzioni e gallerie sono rimasti resilienti, adattandosi alla nuova realtà con iniziative online e utilizzando l’arte per affrontare i problemi, nonché sensibilizzare o raccogliere fondi per i lavoratori in prima linea, i gruppi per la giustizia sociale e gli enti di beneficenza.
Elenchiamo qui gli artisti arabi che, nonostante le difficoltà dell’anno,hanno perseguito grandi progetti o hanno ricevuto importanti premi che onorano il loro lavoro.
Bahjat
Il talentuoso cantautore ha inserito la Libia nella mappa regionale della musica pop. Mantenendo la promessa dello straordinario track “ Istanbul” dello scorso anno, Bahat (nome completo Bahjat Alturjman) ha pubblicato il suo miglior singolo, Halba, ad aprile. La fresca melodia synth-pop è una rivelazione in quanto mostra quanto il dialetto libico in forma di musica pop venga valorizzato. È sia stridente che elastico. Può essere allungato, per allungare una nota, o accorciato su uno staccato netto per fornire un’ulteriore ondata di ritmo. Non c’è da stupirsi che sia stato immediatamente inserito nell’influente playlist regionale di Spotify Arab X, una garanzia per il successo del talentuoso artista indipendente.
Farah Al Qasimi
Nelle sue fotografie vivaci, a volte fantastiche, Al Qasimi, nata ad Abu Dhabi, riflette sulla vita quotidiana e sulla cultura del consumismo nel Golfo. A gennaio, nell’ambito di un progetto per il Public Art Fund, ha trasformato 100 pensiline degli autobus pubblici a New York City in installazioni artistiche, coprendole con 17 immagini di comunità di immigrati nel Queens e a Brooklyn.
Freek
Dopo aver effettuato lo scorso anno il suo primo tour all’estero nel Regno Unito, Freek, il rapper somalo residente a Dubai, ha segnato un’altra pietra miliare, grazie al suo video per il singolo di successo “Wala Kilma”. Girato da un aereo fatiscente dell’era sovietica nel mezzo del deserto di Umm Al Quwain, il video ha continuato a salire nelle visualizzazioni, raggiungendo più di un milione di stream su YouTube, un traguardo importante per l’artista indipendente.
Fatma Said
Mentre la pandemia ha fortemente ridotto i suoi programmi di tournée internazionali, il soprano egiziano è comunque riuscita a lasciare il segno sulla scena della musica classica. Quest’anno, si è iscritta alla Major Warner Classics, oltre a pubblicare il suo ben accolto album di debutto “El Nour”. L’album la vede protagonista di una raccolta eclettica di canzoni tradizionali di compositori francesi, spagnoli ed egiziani.
Hassan Hajjaj
La sua fusione di pop art con riferimenti mediorientali rende il suo lavoro tra i più riconoscibili. L’artista marocchino, che spesso crea dal suo studio a Londra, quest’anno ha fotografato la cantante Billie Eilish per Vogue. Si è anche avvicinato alla moda e questo mese ha lanciato una collezione di occhiali ispirata all’hip-hop degli anni ’90.
Khtek
Mentre la musica della fiera rapper marocchino affronta le tematiche locali, la sua voce è stata ascoltata in moltissimi paesi e l’artista è stata elencata tra le 100 donne rappresentative del 2020 secondo la BBC. Durante i suoi quattro anni di carriera Khtek (vero nome Houda Abouz) ha saputo ritagliare uno spazio per i talenti femminili nella scena hip-hop del Marocco. A gennaio, è apparsa sulla turbolenta pista dell’Hors Serie su cui ha più che resistito al fianco dei leader dell’hip-hop marocchino El Grande Toto, Don Bigg e Draganov.
Mika
Il cantante ha parlato spesso del suo affetto per Beirut, ma non lo ha mai espresso così chiaramente come nel suo toccante concerto online dedicato al suo nativo Libano. Mescolando performance con immagini in stile documentario della vasta distruzione di Beirut sulla scia dell’esplosione del porto, nonché interviste con i sopravvissuti, il concerto di settembre “I Love Beirut” rimane un emozionante tributo a una città resiliente che si rialza dalle macerie.
Mohamed Ahmed Ibrahim
Uno degli artisti più importanti degli Emirati e membro del gruppo d’avanguardia che ha forgiato la scena artistica contemporanea del paese, Mohamed Ahmed Ibrahim rappresenterà gli Emirati Arabi Uniti alla 59a Biennale di Venezia nel 2022. Il suo lavoro si basa sul suo legame con il paesaggio locale nella sua casa di Khor Fakkan, risultando in sculture totemiche e dipinti realizzati con materiali organici.
Mohamed Bourouissa
L’artista franco-algerino, il cui lavoro guarda alle strutture di potere e alle comunità diseredate, ha vinto nel 2020 il Premio della Fondazione Deutsche Borse Photography per la sua mostra “Free Trade”. I soggetti di Bourouissa sono spesso quelli che vivono ai margini della società: giovani uomini di colore nella periferia di Parigi, o banlieues, che riflettono la sua esperienza con la discriminazione.
Munira Al Sayegh
La scrittrice e curatrice degli Emirati Arabi Uniti Munira Al Sayegh, di Abu Dhabi, ha curato mostre per Guggenheim Abu Dhabi, Art Dubai e UAE Unlimited. Quest’anno, lei e il collega scrittore Gaith Abdulla hanno fondato 101, una piattaforma online per artisti emergenti negli Emirati Arabi Uniti per vendere opere d’arte direttamente ai collezionisti, evitando il modello di galleria tradizionale.
Nour Flayhan
Conosciuta per le sue immagini psichedeliche di giovani donne, Nour Flayhan trae ispirazione dai ricordi d’infanzia delle estati in Libano. Il suo lavoro ha attirato l’attenzione sui social media dopo le proteste del 17 ottobre 2019 a Beirut, con illustrazioni dei volti dei libanesi che sono scesi in piazza. Dopo l’esplosione di Beirut in agosto, l’illustratrice si è unita ad altri artisti nella raccolta di fondi per enti di beneficenza in Libano accettando commissioni per il suo lavoro.
Omar Offendum
Il siro-americano Omar Offendum ha pubblicato a settembre un album che ha segnato la sua importanza nel canone hip-hop mediorientale. “Lost in Translation” è una lettera d’amore bilingue alla regione in termini di ritmo e parole. I testi in arabo e in inglese di “Buttressing Offendum” sono opera del connazionale Thanks Joey. Il produttore del suono abbellisce i suoi ritmi spavaldi con campioni tratti da classici film siriani.
Rami Kadi
Uno dei nomi principali nel mondo della moda, lo stilista libanese Rami Kadi quest’anno ha fatto un altro impressionante passo avanti nella sua carriera diventando, per la sua lunga difesa della moda etica, l’ambasciatore delle Nazioni Unite per la moda sostenibile nell’Asia occidentale. Nella sua collezione primavera / estate 2020, ha creato un abito realizzato interamente in plastica recuperata dall’oceano; anche le paillettes erano fatte di plastica riutilizzata, ha detto Kadi al National. È stato anche il primo stilista della regione a lanciare una sfilata di moda virtuale, prima che diventassero necessarie a causa della pandemia.
Red One
RedOne, uno dei più grandi produttori pop del mondo e nuovo residente negli Emirati Arabi Uniti, ha vissuto un altro anno eccezionale in patria e all’estero. All’estero il pop-meister marocchino-svedese (vero nome Nadir Khayat) ha realizzato Kings & Queens, che ha co-prodotto per la cantante Ava Max e che è arrivata in cima alle classifiche statunitensi. Nel frattempo, negli Emirati Arabi Uniti, ha prodotto e duettato con il cantante degli Emirati Ahlam in “Together”, l’inno ufficiale di quest’anno per il Global Village, il centro di intrattenimento e shopping di Dubai.
Sandra Saad
Un anno fa l’attrice americana-egiziana Sandra Saad ha annunciato che avrebbe doppiato la Marvel nel videogioco Marvel’s Avengers. Con l’uscita del videogioco a settembre, i fan hanno finalmente potuto vedere il supereroe dalle membra elastiche per la prima volta in azione fuori dai fumetti. E sebbene condivida la storia con personaggi Marvel più noti come Iron Man e Thor, Saad non solo riesce a garantire che il personaggio si distingua , ma offre anche una performance che incanta.
Shaima Al Tamimi
Intrecciando la sua fotografia documentaria con la sua storia personale, la fotografa yemenita-keniota Shaima Al Tamimi, anch’essa cresciuta ad Abu Dhabi, esplora nel suo lavoro i temi della migrazione e dell’identità. Quest’anno, ha ricevuto la borsa di studio per la fotografia e la giustizia sociale dalla Magnum Foundation e ha co-fondato Al Yamaniah, una piattaforma online che supporta le artiste yemenite.
Soolking
È un’impresa rara per un rapper superare Eminem in qualsiasi lista hip-hop. Questo è ciò che ha fatto a maggio Soolking, algerino, quando il servizio di streaming Deezer lo ha nominato l’artista più ascoltato in Africa sulla sua piattaforma. Il rapper di “Guerilla e Dalida” ha battuto Eminem e Drake, che si sono assicurati rispettivamente il terzo e il quarto posto.
Sultan Bin Fahad
Il principe saudita Sultan bin Fahad è entrato nella scena artistica nel 2019 con la sua vasta mostra “The Red Palace”, esposta a Riyadh e Jeddah, che presentava oggetti raccolti dall’artista dai mercatini delle pulci del regno. La mostra quest’anno è arrivata alla Fondazione Culturale di Abu Dhabi e in novembre bin Fahad ha allestito la sua prima mostra personale in Europa, a Roma, dal titolo “Frequency”.
Tarek Atoui
Conosciuto per aver esplorato la storia della musica e creato strumenti sperimentali, l’artista del suono e compositore nato a Beirut ha recentemente ricevuto il premio Suzanne Deal Booth / Flag Art Foundation, uno dei più grandi premi d’arte negli Stati Uniti. Oltre al premio in denaro, Atoui – che quest’anno ha allestito un’importante mostra personale alla Sharjah Art Foundation – presenterà una mostra al The Contemporary Austin, in Texas, nella primavera del 2022.
Zuhair Murad
Lo stilista libanese di fama mondiale Zuhair Murad è stato direttamente colpito dall’esplosione del porto di Beirut ad agosto. Il suo studio Gemmayze, di 11 piani, fu gravemente danneggiato dall’esplosione. “Il mio cuore è spezzato. Non riesco a smettere di piangere. Gli sforzi di anni sono stati distrutti in un attimo ”, aveva scritto sui suoi canali social, postando le foto del sito devastato. Il giorno successivo, Murad ricevette la prima copia di un libro scritto dall’autore e critico di moda Alexander Fury, che celebrava il lavoro di Murad.
Il libro, ha detto Murad a The National a novembre, gli ha dato la spinta morale di cui aveva bisogno, infondendolo con “uno spirito e una prospettiva nuovi”. Nelle settimane successive all’esplosione, il designer ha condotto una campagna di raccolta fondi attraverso il design di una maglietta con le parole: “Rise from the Ashes”, con Jennifer Lopez, Shakira e Celine Dion.
Trad: Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org