PIU DI 180 INTELLETTUALI E SCIENZIATI ISRAELIANI AVVISANO LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE: NON FATE AFFIDAMENTO SU ISRAELE PER INDAGARE SUI CRIMINI DI GUERRA

I 185 firmatari di una lettera alla Corte Penale Internazionale, che includono anche 10 vincitori dell’Israeli Prize, suggeriscono di basarsi sulle informazioni fornite dalle associazioni israeliane per I diritti umani.

Copertina: palestinesi  cercano  riparo durante un attacco israeliano contro un edificio nel campo profughi di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, durante la guerra nell’enclave dell’estate 2014. Credito: AP Photo / Hatem Ali

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Più di 180 scienziati e intellettuali israeliani hanno esortato il procuratore capo della Corte Penale Internazionale dell’Aja a non accettare le conclusioni a cui sono pervenute le indagini israeliane su presunti crimini di guerra.

Il gruppo di Israeliani, in una lettera indirizzata al procuratore capo della Corte Penale Internazionale Fatou Bensouda, ha suggerito che la Corte, al fine di raccogliere prove sui presunti crimini di guerra commessi da Israele, debba affidarsi al supporto delle organizzazioni israeliane per la tutela dei diritti umani.

La lettera è stata fermata da 185 israeliani, che includono 10 vincitori dell’Israeli Prize e 35 professori, oltre a alti ufficiali dell’esercito, autori, intellettuali, attivisti di sinistra e ricercatori.

La lettera ha commentato la prassi della Corte Penale Internazionale di chiedere a paesi potenzialmente soggetti a un’indagine se intendono avviare le proprie indagini sui crimini di guerra commessi dai propri cittadini.

“Noi … stiamo scrivendo alla Corte penale internazionale in seguito alla richiesta che la suddetta Corte ha mosso al governo israeliano di chiarire se intende indagare esso stesso sull’accusa di presunti crimini di guerra commessi nei Territori occupati – inclusi Gaza e Gerusalemme est – in generale e in particolare a partire dal 2015”, si legge nella lettera. “Comprendiamo che tale richiesta sia necessaria perché conforme alla prassi adoperata dalla Corte in questi casi, prassi che rispettiamo”.

Ma la lettera prosegue affermando: “Vogliamo tuttavia sollevare in questa fase iniziale il nostro profondo sospetto, basato su esperienze passate, che lo Stato di Israele, comprese le sue istituzioni investigative e legali, non abbia alcuna intenzione di indagare seriamente sulle accuse di crimini di guerra. Il nostro sospetto è supportato da numerosi casi comprovati di crimini di guerra commessi da Israele nei Territori occupati, in grave violazione del diritto internazionale. La maggior parte di questi casi non è stata affatto indagata, e alcuni si sono conclusi con l’assoluzione di tutti gli indagati a seguito di un’indagine superficiale e inadeguata”, afferma la lettera. Gli scrittori continuano poi la lettera elencando alcuni incidenti che  essi ritengono costituire crimini di guerra.

 

Israele non è un membro della Corte penale internazionale e ha affermato che la Corte non ha quindi giurisdizione per indagare sulla sua condotta nei Territori. “Israele respinge con veemenza l’accusa che sta commettendo crimini di guerra, e sottolinea la sua posizione inequivocabile secondo cui la Corte Penale Internazionale non ha giurisdizione per aprire un’indagine contro di esso”, ha affermato l’ufficio del Primo Ministro in una dichiarazione il mese scorso. “Questa posizione è stata chiarita alla Corte penale internazionale attraverso altri paesi ed esperti di fama mondiale”.

Ma gli alti funzionari del sistema giudiziario israeliano hanno presentato la posizione di Israele alla Corte penale internazionale dell’Aia tramite intermediari, nonostante il rifiuto di Israele di collaborare con l’indagine della Corte sui presunti crimini di guerra in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Israele ha affermato che l’esercito israeliano indaga su ogni incidente in cui vi sia un sospetto conclamato che le procedure siano state violate e, se necessario, manda a processo I responsabili.

La lettera redatta giovedì dal gruppo di intellettuali prosegue affermando: “Secondo la nostra valutazione, i numerosi atti di discriminazione, le severe restrizioni alla libertà di movimento, l’appropriazione di terre palestinesi ai fini dell’occupazione israeliana, le punizioni collettive arbitrarie (come i coprifuoco e i blocchi stradali ), gli arresti ingiustificati … e la totale incapacità dei tribunali militari di fornire anche solo una parvenza di giustizia-  tutto questo e molto altro vale sicuramente la pena di essere indagato da parte della vostra Corte “.

“Purtroppo, nonostante Israele sia rappresentato come uno stato che mantiene un sistema legale adeguato e professionale, la realtà dipinge un quadro diverso: duro, discriminatorio e vergognoso. E’ proprio la legge imposta ai Territori occupati e il modo in cui viene applicata dalle forze dell’ordine e dalle agenzie di sicurezza israeliane a consentire gli atti di ingiusta morale in atto e crimini di guerra che rimangono solo presunti, fino a prova contraria, afferma la lettera.

Trad. Rossella Tisci – Invictapalestina.org