Il logo del Castigatore (The Punisher), di cui si sono appropriati per anni le forze di sicurezza statunitensi e l’estrema destra, è diventato un logo comune nell’esercito israeliano.
Fonte: english version
Di Oren Ziv – 19 ottobre 2021
Immagine di copertina: Un soldato israeliano che porta uno zaino con lo stemma del Castigatore/Stella di David vicino a Hebron. (B’Tselem)
Un simbolo suggestivo strettamente associato all’estrema destra, alla polizia e all’esercito negli Stati Uniti è diventato sempre più diffuso tra i membri delle forze di sicurezza israeliane negli ultimi anni. Dai soldati che pattugliano la Cisgiordania occupata alle guardie di sicurezza in un kibbutz nel nord di Israele, il logo del “Castigatore”, rappresentato da un’insegna a forma di teschio, è diventato difficile da non notare.
Le origini del simbolo risiedono nel famoso personaggio dei fumetti con lo stesso nome, un antieroe apparso per la prima volta nell’universo immaginario della Marvel nel 1974. Nei fumetti, il Castigatore è un veterano militare la cui famiglia è stata assassinata dalla mafia, portandolo a condurre una violenta campagna per uccidere i mafiosi e altri elementi criminali. Il fumetto è stato successivamente adattato in film e in una serie popolare su Netflix. Gareth Ennis, uno degli autori della serie, ha descritto il Castigatore come qualcuno che “vede il mondo in bianco e nero”.
Tuttavia, negli ultimi anni, il logo del Castigatore è diventato un simbolo di potere militare e deterrenza tra molti membri del personale dell’esercito degli Stati Uniti. È stato anche adottato dai movimenti americani di estrema destra e suprematisti bianchi, ed era visibile tra alcune delle persone che hanno preso parte all’assalto del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti.
L’uso di questo emblema tra le forze di sicurezza israeliane ha recentemente attirato l’attenzione dopo che è stato indossato da un soldato che ha attaccato attivisti palestinesi e israeliani durante una protesta nelle colline a sud di Hebron; l’emblema è stato avvistato anche su un elmetto all’interno di un veicolo militare nello stesso incidente. Durante le violente settimane di maggio, il simbolo è stato visto anche sul giubbotto di un ufficiale di polizia israeliano vestito in abiti civili a Giaffa.
Ad agosto, le guardie di sicurezza e i residenti del kibbutz Nir David nel nord di Israele sono stati fotografati con il logo del Castigatore accanto all’emblema del kibbutz, mentre affrontavano attivisti che lottano per l’accesso pubblico a un torrente sotto il controllo del kibbutz. In un altro episodio lo stesso mese, un soldato israeliano è stato visto indossare il logo mentre l’esercito demoliva terrazze agricole e sradicava alberi e un vigneto nel villaggio palestinese di Khalat al-Furn vicino a Hebron.
“Il simbolo del Castigatore fa parte dell’immagine spaventosa che noi israeliani stiamo cercando di creare, di come vogliamo apparire agli occhi delle persone che ci stanno davanti”, afferma Uri Givati, un attivista israeliano del gruppo anti-occupazione Breaking the Silence, che ha studiato la diffusione del simbolo in Israele. “Quando indossiamo il teschio sulle nostre uniformi, inviamo un messaggio chiaro: non siamo qui per proteggere, siamo qui per attaccare, per terrorizzare”.
Sebbene l’esercito israeliano non permetta ufficialmente l’esposizione del simbolo del Castigatore sulle sue uniformi (ha un elenco specifico di simboli autorizzati che possono essere indossati), il logo è diventato comunemente visibile nelle sue unità di combattimento.
Nella sua incarnazione israeliana, il teschio appare spesso accanto o intrecciato con la bandiera israeliana, una combinazione che può essere acquistata in una varietà di negozi online in Israele e all’estero. Deutsch Tactic, un negozio israeliano ad Haifa specializzato in abbigliamento tattico, regala un logo del Castigatore a chiunque acquisti una maglietta da loro. Secondo il negozio, solo poche unità dell’IDF vietano effettivamente di indossare il logo del Castigatore e il suo uso è di fatto ampiamente accettato.
Tuttavia, una fonte militare israeliana ha detto che l’esercito ha iniziato a riconoscere la natura problematica del logo del Castigatore e che presto l’esercito emanerà nuove procedure in materia.
Dall’Iraq a Detroit
Il simbolo del Castigatore ha guadagnato popolarità tra le truppe statunitensi in Iraq e in Afghanistan nei primi anni 2000. Chris Kyle, un cecchino dei Navy SEAL autore del bestseller “American Sniper”, ha scritto di aver adottato il simbolo durante la sua permanenza in Iraq.
“Ha rimediato ai torti. Ha ucciso i cattivi. Ha fatto temere i criminali”, ha scritto Kyle. “L’abbiamo dipinto a spruzzo sui nostri Hummer e giubbotti antiproiettile, elmetti e armi. L’abbiamo dipinto con la vernice su ogni edificio o muro che potevamo, volevamo che la gente lo sapesse, siamo qui e vogliamo castigarvi. I Navy SEAL hanno cercato di rivendicare l’esclusività dell’emblema, ma anche altre unità dell’esercito degli Stati Uniti e persino dell’esercito iracheno hanno iniziato a usarlo.
Il simbolo è stato successivamente adottato da agenti di polizia ed estremisti di destra negli Stati Uniti. In risposta al movimento Black Lives Matter (Le Vite Degli Afro Contano), emerso nel 2013 dopo che George Zimmerman è stato assolto dall’omicidio di Trayvon Martin in Florida, alla fine del 2014 è iniziata una controcampagna a favore delle forze dell’ordine chiamata “Blue Lives Matter” (Le Vite Dei Poliziotti Contano). Il simbolo principale della campagna era una bandiera americana in bianco e nero con una delle strisce sostituita da una linea blu, che rappresenta la “sottile linea blu” delle forze dell’ordine. Questa bandiera ha iniziato ad apparire anche in combinazione con il teschio del Castigatore, che potrebbe essere stato d’ispirazione per le forze israeliane che la imitavano con una versione in bianco e nero della bandiera israeliana.
La tendenza da allora è continuata. Agenti di polizia a Solvay, New York, ad esempio, hanno iniziato a esporre il logo del Castigatore sulle loro auto nel 2017. In una protesta di Detroit tenutasi nell’estate del 2020 in seguito all’omicidio di George Floyd, la polizia che sfoggiava il logo del Castigatore sulle loro uniformi è stata filmata mentre disperdeva violentemente i manifestanti.
“Il Castigatore è rappresentativo del fallimento della legge e delle istituzioni nell’affrontare i problemi delle persone che si sentono abbandonate dal sistema giuridico”, ha detto a Forbes l’anno scorso George Conway, il creatore del fumetto The Punisher (Il Castigatore). “Mi è sempre sembrato stupido e ironico che i membri della polizia abbracciassero quello che è fondamentalmente un simbolo da fuorilegge”. In risposta all’adozione del logo da parte della polizia, Conway ha lanciato una campagna “Skulls for Justice” (Il Teschio Della Giustizia) vendendo magliette del Castigatore con iconografia e slogan di Black Lives Matter, nel tentativo di rivendicare il simbolo.
Sebbene negli Stati Uniti stia crescendo un dibattito attivo sul significato e l’uso del simbolo del Castigatore, una discussione simile in Israele rimane agli inizi.
“Un simbolo di morte”
Uri Givati, il ricercatore di Breaking the Silence, ha visto per la prima volta il simbolo sul giubbotto militare di un soldato della Brigata Nahal a Hebron occupata circa quattro anni fa.
“Ho visto il teschio in diverse forme nel corso degli anni, in diversi colori, adottato dai soldati dell’IDF in varie unità e dagli agenti della polizia di frontiera”, dice Givati. “Ha attirato la mia attenzione perché rifletteva la discesa della nostra società in una cultura di forza, paura e militarizzazione”.
Givati sospetta che la maggior parte degli israeliani che hanno adottato il simbolo non abbiano necessariamente familiarità con il fumetto, né siano particolarmente legati al teschio. Il suo uso, piuttosto, ha lo scopo di spaventare.
“Penso che ci sia una vera differenza tra la polizia all’estero che usa il simbolo e i soldati e la polizia israeliani che mostrano il teschio”, continua. “Non credo che le persone qui siano davvero interessate a ciò che il Castigatore rappresenta nello specifico, o nella serie dietro di esso”.
Durante un tour condotto da Givati a Hebron nel 2017, i soldati Nahal, uno dei quali indossava un grande adesivo del Castigatore sulla sua uniforme, gli hanno impedito di accedere all’insediamento di Tel Rumeida. “L’ho fatto notare al suo comandante, che era sulla scena, e gli ho chiesto come poteva permettere alle sue truppe di pattugliare con un teschio blu e bianco sulla loro uniforme”, racconta. “Il comandante ha risposto che non erano affari suoi”.
Givati aggiunge: “Ho visto quei teschi a Hebron, alla Porta di Damasco nella Città Vecchia di Gerusalemme, all’incrocio di Gush Etzion, nelle colline a sud di Hebron e persino a Tel Aviv. Non c’è alcun segreto al riguardo, e non è solo il capriccio di pochi soldati”.
Per Givati, la presenza del logo del Castigatore mostra chiaramente come i soldati israeliani in Cisgiordania siano fermamente dalla parte dei coloni. “Il teschio con la stella di David, che adorna le uniformi di soldati e agenti di polizia, mostra che non si battono per la giustizia o per gli oppressi, ma piuttosto sono sempre dalla parte degli ebrei israeliani. Forse dovremmo davvero ringraziare l’esercito e la polizia per aver permesso ai soldati di usare questo simbolo, perché forse alla fine ci porterà un passo più vicino a riconoscere la realtà”.
Avner Wishnitzer, docente presso l’Università di Tel Aviv, è stato arrestato il mese scorso durante un tentativo da parte di attivisti di sinistra israeliani di consegnare una cisterna d’acqua ai palestinesi nelle colline a sud di Hebron. Mentre era detenuto in un veicolo militare, ha notato il simbolo del Castigatore sull’elmetto di uno dei soldati. È stato documentato che anche un altro soldato che aveva contribuito a reprimere la protesta quel giorno indossava lo stemma.
“Non importa quale sia l’esatto riferimento culturale”, afferma Wishnitzer. “Quando si mostra un teschio, il contesto immediato è la morte: non ci sono molte interpretazioni del simbolo. Questo è ciò che questi soldati vogliono trasmettere quando scelgono un simbolo di morte, che ci pensino o meno, questo è abbastanza indicativo, specialmente quando il numero di civili palestinesi uccisi in Cisgiordania è così alto”.
In risposta alle domande sull’uso del logo del Castigatore tra le sue unità, il Portavoce dell’IDF ha dichiarato: “l’IDF consente l’uso di simboli militari che sono stati approvati dal Comitato dei Simboli dell’esercito. Il simbolo del teschio non è riconosciuto e quindi non è stato approvato dal Comitato dei Simboli dell’esercito, il che significa che è vietato indossarlo. Stiamo rafforzando la nostra guida in materia, discutendo con i soldati sul significato dell’illustrazione sul distintivo e sulla sua rimozione”.
Oren Ziv è un fotoreporter, un membro fondatore del collettivo di fotografia Activestills e un giornalista della redazione di Local Call. Dal 2003 ha documentato una serie di questioni sociali e politiche in Israele e nei territori palestinesi occupati, con particolare attenzione alle comunità di attivisti e alle loro lotte. La sua attività si è concentrata sulle proteste popolari contro il muro e gli insediamenti, alloggi a prezzi accessibili e altre questioni socio-economiche, lotte contro il razzismo e la discriminazione e la lotta per liberare gli animali.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org