Non vi è alcuna differenza significativa tra l’atteggiamento di Putin nei confronti dell’Ucraina e l’atteggiamento di Israele nei confronti della Cisgiordania e di Gerusalemme est.
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Rogel Alpher (Traduzione dall’ebraico di Sol Salbe) -24 febbraio 2022
Donald Trump non è solo nella sua ammirazione per Vladimir Putin. “Genio”, è stato il termine che ha usato in un’intervista per descrivere le mosse del presidente russo. “Com’è intelligente,” si meravigliò. Poiché la maggior parte degli israeliani adora Trump, probabilmente attraverso quel collegamento sono divenuti membri naturali del club affiliato a Putin. Dopotutto, l’ammirazione di Trump per l’astuzia di Putin in Ucraina è completamente coerente con la sua visione del mondo quando era presidente, e quella visione del mondo è la vera ragione per cui è così amato qui. In generale, nel discorso sulla guerra che si è sviluppato tra Putin e Biden, Israele come nazione ha avuto la tendenza a essere dalla parte di Putin sin dall’alba dei tempi.
Si può parlare quanto si vuole dei valori “liberali” e “democratici” condivisi tra Israele e gli Stati Uniti, ma non ha senso. La verità è che l’estremo nazionalismo di Putin, la sua visione di far tornare indietro la ruota della storia e ripristinare l’antica gloria e negare l’esistenza stessa dell’Ucraina, come presentato nel suo ultimo discorso, sono i valori dominanti in Israele. Politicamente è nel campo di Biden, ma spiritualmente è nel campo di Putin.
Non vi è alcuna differenza significativa tra l’atteggiamento di Putin nei confronti dell’Ucraina e l’atteggiamento di Israele nei confronti della Cisgiordania e di Gerusalemme est. Non a livello ideologico, non nell’aspetto militare, né in tutto quanto è stato detto sulla mancanza di rispetto del diritto internazionale e sul disprezzo verso i confini internazionalmente riconosciuti. Tutto il messianismo nazionalista di Putin, e il suo fascismo, sono molto più vicini a Israele del “liberalismo” e della “democrazia” occidentali.
Putin è anche geograficamente più vicino – Mosca è a sole tre ore di volo – e comprende i bisogni di Israele in Siria. Israele è emotivamente vicino agli Stati Uniti di Trump ed è alienato da Biden e dal Partito Democratico. L’incapacità del governo di condannare Putin deriva anche dai timori di interrompere la cooperazione in Siria, ma in pratica, soprattutto a livello simbolico, segna Israele come fuori dal campo degli Stati Uniti e dei suoi alleati. E per quale motivo Israele potrebbe condannare la Russia? Per cosa potrebbe rimproverarla? Di conquistare un altro popolo con il pretesto che la terra in cui vive un tempo apparteneva ai suoi antenati ancestrali ed è la culla della sua nazione e della sua cultura? Per il riconoscimento della sovranità dei coloni dal suo popolo nei territori occupati? Qual è la differenza fondamentale tra questo e l’annessione e l’applicazione della sovranità israeliana sugli insediamenti in Cisgiordania? In parole povere, Putin siamo noi.
“È determinato”, ha scritto di lui Anshel Pfeffer (Haaretz, 22 febbraio), “finchè ci sarà ancora un respiro nel suo corpo, tornerà indietro nel tempo finché la sua narrazione non sarà realtà”. E i coloni non sono determinati a fare esattamente la stessa cosa? E i governi di Israele non sono stati loro che per generazioni permettono loro di farlo? Anche l’umiliazione pubblica di Putin nei confronti di Sergey Naryshkin ha suscitato molto interesse qui. Forse che Netanyahu non era noto per aver umiliato i suoi ministri? E non ha nutrito un culto putiniano della personalità? E si dice anche che Netanyahu sia un genio. Dopotutto, Trump si è identificato da tempo come un “genio molto stabile”. Che dire, in Israele amiamo i geni. Questo è il genio ebreo.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org