“Prendere di mira intenzionalmente un magazzino agrochimico e altri simili obiettivi industriali indica un tentativo diretto di utilizzare il contenuto chimico di oggetti di uso civile contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, sotto forma di un’arma chimica indiretta”.
Fonte: versiòn española
Redazione di Palestina Libre – 30 maggio 2022
Immagine di copertina: La stanza 2 del magazzino conteneva principalmente pesticidi e fertilizzanti, inclusi oltre 18.000 litri di Kontos, un insetticida liquido altamente tossico e infiammabile – qui indicato con il contorno giallo. (Foto di Al-Haq, Unità FAI)
Israele ha usato un'”arma chimica indiretta” quando ha attaccato un magazzino agrochimico a Gaza lo scorso anno, ha rivelato uno studio dell’organizzazione palestinese per i diritti umani Al-Haq, denunciando quello che considera un “crimine di guerra” che ha causato nell’area problemi alla salute e all’ambiente.
“L’attacco al magazzino di Khudair, e altri obiettivi industriali simili, indica un tentativo diretto di utilizzare il contenuto chimico di oggetti di uso civile contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza sotto forma di un’arma chimica indiretta”, afferma il rapporto appena stilato.
Lo studio, pubblicato questa settimana e condotto in collaborazione con Forensic Architecture, agenzia di ricerca con sede presso Goldsmiths, University of London, ha analizzato l’attacco aereo effettuato il 15 maggio 2021 dalle forze israeliane contro il magazzino agrochimico di Khudair, nel nord di Gaza, durante l’ultima guerra tra Israele e la Striscia.
Il magazzino di Khudair ospitava oltre il 50% delle forniture agricole della Striscia di Gaza, il che lo rendeva particolarmente importante per l’agricoltura della zona. All’interno conteneva attrezzature agricole in plastica o nylon, nonché pesticidi e fertilizzanti.
Secondo il rapporto, il magazzino conteneva 18.000 litri di Kontos, un insetticida altamente tossico e infiammabile che può rilasciare acido cianidrico, un gas potenzialmente letale in caso di incendio. Il magazzino conteneva anche altre sostanze che possono produrre una reazione tossica se esposte al fuoco o al calore estremo.
Gli investigatori di Al-Haq hanno concluso che Israele “ha attaccato non con proiettili esplosivi”, ma con munizioni M150 Smoke HC da 155 mm, un nuovo tipo di proiettile sviluppato dal produttore di armi israeliano Elbit Systems che emette fumo ad alta densità.
L’impatto di questi proiettili produsse un incendio che diffuse una nuvola chimica su un’area di circa 5,7 chilometri, provocando tra gli abitanti della zona “una serie di irritazioni e malattie della pelle (…) oltre a due aborti spontanei” , ha osservato lo studio.
L’attacco ha anche causato notevoli danni ambientali, poiché i residui chimici dell’incendio sono penetrati nel terreno, con la possibilità di aver contaminato le acque sotterranee, ha aggiunto.
L’esperto di munizioni Chris Cobb-Smith ha spiegato nel rapporto che non potrebbe esserci “nessuna giustificazione militare” per sparare munizioni “intrinsecamente imprecise” e altamente infiammabili in un’area così densamente popolata.
“Agendo consapevolmente, le forze israeliane hanno creato un’arma chimica distruggendo prodotti chimici per l’agricoltura”, ha affermato Al-Haq, sostenendo che questo attacco “equivale all’uso indiretto di un’arma chimica e soddisfa i requisiti di un crimine di guerra ai sensi del diritto penale internazionale.
Israele e Gaza si erano confrontate in una dura escalation bellica di undici giorni iniziata il 10 maggio 2021, dopo le proteste di piazza e gli scontri tra israeliani e palestinesi sulla Spianata della Moschea di Gerusalemme, che ospita la Moschea di Al Aqsa e rappresenta il terzo luogo più sacro dell’Islam e della primo per l’ebraismo.
Era stata l’escalation della guerra più intensa dal 2014, con numerosi lanci di razzi su Israele da parte delle milizie palestinesi e pesanti bombardamenti israeliani su Gaza.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org