Colonialismo del crowfunding: chi finanzia l’ultima razzia di Israele in Cisgiordania?

“È tutto appoggiato dallo Stato e fa parte del grande piano di pulizia etnica della Palestina”.

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Di Jessica Buxbaum – 22 luglio 2022

Immagine di copertina: Coloni ebrei marciano sulle colline della Cisgiordania palestinese per costruire una nuova colonia fuori dall’insediamento di Barkan, 20 luglio 2022. Ilia Yefimovich | dpa | AP

CISGIORDANIA OCCUPATA – Mercoledì, migliaia di coloni israeliani del Movimento Colonico Nachala, insieme ai parlamentari israeliani, si sono riversati nella Cisgiordania occupata e hanno stabilito sette avamposti illegali in un’operazione di appropriazione di terre promossa da una massiccia campagna di raccolta fondi.

Entro il giorno dopo, giovedì sera, le forze israeliane hanno evacuato gli avamposti e arrestato rilasciandoli successivamente 11 coloni. Nonostante gli sfratti, Nachala rimane determinato a continuare a costruire su terreni che sostengono siano riservati solo agli ebrei, con l’intenzione di creare nuovi avamposti già dalla prossima settimana.

Nachala, il gruppo responsabile del famigerato avamposto di Evyatar eretto lo scorso anno, si sta preparando da aprile a stabilire numerosi nuovi avamposti a luglio. Inizialmente, il piano era di costruire 28 nuovi avamposti in tutta la Cisgiordania, ma negli ultimi giorni quel numero è stato ridimensionato. Gli insediamenti sono legali secondo la legge israeliana, ma illegali secondo il diritto internazionale. Gli avamposti, accampamenti improvvisati costruiti dai coloni, sono illegali sia ai sensi del diritto israeliano che internazionale, ma alcuni sono stati autorizzati retroattivamente dal governo israeliano.

Nonostante gli avamposti siano illegali, Nachala ha ampiamente pubblicizzato il suo piano sui social media e nelle testate giornalistiche. Martedì il Ministro della Difesa israeliano Benny Gantz, l’esercito e la polizia israeliani hanno rilasciato dichiarazioni affermando che le forze di sicurezza saranno dispiegate per contrastare qualsiasi azione.

Questa particolare operazione di avamposto è stata resa possibile grazie agli sforzi di raccolta fondi di Nachala, in particolare, una campagna di crowdfunding che finora ha raccolto oltre 5 milioni di shekel (1.439.000 euro).

Diverse organizzazioni di sinistra hanno denunciato gli sforzi di Nachala, tra cui il gruppo israeliano per i diritti umani, Yesh Din, e le organizzazioni di attivisti, Peace Now e Looking the Occupation in the Eye (Guardando l’Occupazione Negli Occhi). Mercoledì, gli attivisti hanno affrontato i coloni Nachala in diversi siti in tutta la Cisgiordania.

Guy Hirschfeld, un attivista di Looking the Occupation in the Eye, ha detto che il gruppo ha contattato la polizia israeliana, l’autorità fiscale israeliana e il Ministro della Difesa israeliano Benny Gantz prima che l’operazione di Nachala fosse portata a termine, ma nonostante ciò nulla è stato fatto per impedire che i piani di Nachala fossero messi in atto, affermando:

“È tutto appoggiato dallo Stato e fa parte del grande piano di pulizia etnica della Palestina”.

I finanziamenti dietro il movimento

Nachala è finanziato in moltissimi modi. Il movimento degli insediamenti riceve denaro attraverso il suo braccio finanziario, Geula Titnu La’aretz (La Terra Sarà Riscattata), un’organizzazione no-profit iscritta nel Registro delle associazioni israeliane, attraverso la sua società di pubblica utilità, Hakupah Haleumit Lebinyan Eretz Yisrael o “Fondo Nazionale per la Costruzione della Terra di Israele” e attraverso donazioni. Un portavoce di Nachala non ha risposto alle richieste di commento sui metodi di finanziamento e transazione dell’organizzazione.

Similmente a come Nachala ha raccolto fondi per costruire l’avamposto di Evyatar, il gruppo di coloni ha nuovamente utilizzato il sito di raccolta fondi Charidy per la sua recente operazione di costruzione di insediamenti. Charidy è una filiale israeliana dell’omonima società americana. Charidy non ha risposto alle richieste di commento sull’uso della sua piattaforma per finanziare attività illegali.

La donazione più grande è stata di 1 milione di shekel (287.000 euro) da un donatore anonimo. Altre donazioni significative sono arrivate da Friends of Nachala Toronto (Amici di Nachala Toronto) e Beit Midrash for the Torah of the Land of Israel (Casa dell’Apprendimento per la Torah della Terra di Israele), un centro di studi ebraici nella città israeliana di Petah Tikva.

Coloni ebrei marciano sulle colline della Cisgiordania palestinese per costruire una nuova colonia fuori dall’insediamento di Barkan, 20 luglio 2022. Ilia Yefimovich | dpa | AP

Il Movimento Nachala si sostiene anche attraverso Geula Titnu La’aretz (La Terra Sarà Riscattata) e Hakupah Haleumit Lebinyan Eretz Yisrael, che agiscono entrambe come società immobiliari. Hakupah Haleumit Lebinyan Eretz Yisrael (Fondo Nazionale per la Costruzione della Terra d’Israele) è stata fondata nel 2017 per acquistare terreni palestinesi di proprietà privata. Anche Geula Titnu La’aretz si è impegnata in affari immobiliari, anche se non è chiaro se i loro acquisti di terreni si siano concretizzati.

Geula Titnu La’aretz non ha presentato relazioni annuali all’Ufficio Registro israeliano negli ultimi due anni, e quindi quest’anno ha perso la certificazione di conformità. Gli ultimi dati finanziari affermano che ha ricevuto quasi 140.000 dollari/euro nel 2019, tutti contributi nazionali. Il Fondo Nazionale per la Costruzione della Terra di Israele ha ricevuto quasi 200.000 dollari/euro nel 2020, secondo le sue recenti dichiarazioni. La maggior parte di quella somma, circa 150.000 dollari/euro, proveniva dall’estero. Nessuna delle dichiarazioni di queste organizzazioni forniscono informazioni sulla provenienza di queste donazioni.

Sebbene le organizzazioni elencate nel registro israeliano siano tenute a riportare i dati finanziari, non devono specificare in dettaglio dove hanno avuto origine i contributi specifici. Nel 2016, Israele ha approvato un emendamento alla Legge sulla Trasparenza che richiede a tutte le organizzazioni senza scopo di lucro che ricevono il 50% o più dei loro finanziamenti da enti governativi stranieri di rivelare queste sovvenzioni. I critici sostengono che questo atto legislativo prende di mira ingiustamente le organizzazioni di sinistra, in particolare i gruppi per i diritti umani, che ricevono la maggior parte dei loro finanziamenti da governi stranieri, rispetto ai gruppi di destra che ricevono la maggior parte delle loro donazioni da enti privati.

Hirschfeld ha descritto come questa mancanza di trasparenza aiuta a mantenere segreto il finanziamento degli insediamenti israeliani. “L’ala destra non deve dichiarare da dove vengono i soldi”, ha detto.

Ci sono molte donazioni degli evangelisti, finanziamenti dalla destra europea e statali, e cose del genere, ma non devono dichiararlo, quindi è difficile seguire il denaro delle organizzazioni di destra”.

Come altre organizzazioni israeliane, Nachala ha un ramo statunitense intitolato Friends of Nachala Israel (Amici di Nachala Israele). Tuttavia, Friends of Nachala Israel non ha un sito Web né l’organizzazione è registrata presso l’Internal Revenue Services, l’agenzia governativa deputata alla riscossione delle imposte all’interno del sistema tributario statunitense, quindi le informazioni sul suo direttore o sui finanziamenti non sono note.

Sostenuto dalla Stato

Il Movimento Colonico Nachala ha ricevuto un sostegno significativo dalla società israeliana. Diversi politici ed eminenti Rabbini hanno appoggiato le operazioni di Nachala, tra cui il Ministro dell’Interno Ayelet Shaked e i membri del parlamento israeliano, Bezalel Smotrich, Simcha Rothman, May Golan e Orit Strouk.

Mentre le organizzazioni di destra israeliane hanno promosso l’attività di Nachala, in particolare l’organizzazione no-profit americana dell’AFSI, Americans For A Safe Israel (Gli Americani per un Israele Sicuro), ha apertamente sostenuto l’attività di Nachala online. Secondo il direttore dell’AFSI, i sostenitori del gruppo hanno anche donato all’avamposto di Evyatar l’anno scorso.

E mentre le autorità israeliane hanno lavorato per smantellare gli avamposti, gli attivisti affermano che il gruppo Nachala è sostenuto dallo Stato israeliano, in particolare attraverso le municipalità degli insediamenti. “Questo piano è promosso da più di 20 movimenti e organismi di destra israeliani guidati dal Movimento Colonico Nachala, con il coinvolgimento attivo e il sostegno degli insediamenti e delle municipalità regionali e locali”. Il direttore esecutivo di Yesh Din, Ziv Stahl, ha scritto in una lettera all’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Thomas R. Nides.

Come evidenziato sul sito Charidy di Nachala, diversi insediamenti hanno donato alla sua campagna, tra cui Gush Etzion, Kedumim, Bet El e il Consiglio Regionale di Mateh Binyamin, che governa 46 insediamenti e avamposti in Cisgiordania.

“Le municipalità di questi insediamenti stanno collaborando fortemente con Nachala”, ha detto Dror Etkes, un attivista anti-insediamento e fondatore dell’organizzazione israeliana di ricerca sulla terra, Kerem Navot.

Etkes ha spiegato in dettaglio che attraverso i consigli di insediamento locali e regionali, Nachala è dotata di accesso stradale, elettricità, acqua, appaltatori edili e altre attrezzature.

“L’operazione di Nachala non può funzionare senza i finanziamenti del governo. Non può funzionare senza il consenso degli organi governativi, dell’esercito, della polizia e dell’Amministrazione Civile”, ha detto Etkes, descrivendo come i coloni di Nachala stavano ispezionando la terra da settimane prima di costruire la recente serie di avamposti. “Non solo i militari non li hanno fermati, ma li hanno effettivamente aiutati”.

Con l’attuale governo ad interim di Israele, i piani di Nachala potrebbero non essere pienamente realizzati, dato che i loro avamposti sono stati demoliti in un giorno. Ma se una coalizione estremista di destra prenderà il potere a novembre, allora Nachala potrebbe ottenere l’appoggio politico necessario per realizzare le proprie brame di appropriazione di terra.

Jessica Buxbaum è una giornalista corrispondente da Gerusalemme per MintPress News che copre Palestina, Israele e Siria. Il suo lavoro è apparso su Middle East Eye, The New Arab e Gulf News.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org