Un tribunale israeliano estende l’isolamento del prigioniero palestinese Ahmad Manasra, che soffre di problemi di salute mentale.
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Di Zena Al Tahhanv- 16 agosto 2022Immagine di copertina: Ahmad Manasra, il cui caso ha fatto notizia in tutto il mondo, è stato arrestato per la prima volta nel 2015 all’età di 13 anni[File: Ammar Awad/Reuters]
Gerusalemme est occupata – Un tribunale israeliano ha esteso l’isolamento del prigioniero palestinese Ahmad Manasra, che soffre di gravi problemi di salute mentale.
Martedì si è tenuta un’udienza per il 21enne presso il tribunale distrettuale di Beer Sheva, dove le autorità hanno deciso di prolungare ulteriormente il suo periodo di isolamento di altri sei mesi. L’isolamento sarebbe dovuto finire a maggio.
L’estensione significa che Manasra rimarrà in isolamento fino a novembre. A quel punto, avrà trascorso un anno in una cella isolata, tagliato fuori dai normali contatti con altri prigionieri palestinesi.
“Questa è una forma di esecuzione lenta”, ha detto ad Al Jazeera lo zio di Manasra, che porta lo stesso nome, Ahmad Manasra.
“Quello che sta succedendo è la cosa più lontana dall’essere umano”, ha detto. “Isolarlo peggiora le sue condizioni di salute mentale”.
Il caso di Manasra ha fatto notizia a livello mondiale da quando è stato arrestato all’età di 13 anni e interrogato in circostanze orribili nel 2015.
Suo cugino, che all’epoca aveva 15 anni, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da un civile israeliano dopo aver presumibilmente accoltellato due coloni israeliani nella Gerusalemme est occupata. Lo stesso Manasra è stato aggredito da un gruppo di israeliani e investito da un autista israeliano, riportando fratture al cranio ed emorragie interne.
I tribunali hanno riconosciuto che Manasra non ha partecipato all’attacco, ma lo hanno comunque accusato di tentato omicidio. Nel 2016 è stato condannato a 12 anni di carcere, poi ridotti a nove anni.
I segni del deterioramento della sua salute mentale hanno iniziato ad apparire alla fine del 2020, secondo la sua famiglia, ed è stato tenuto in isolamento dalla fine del 2021.
“Ha bisogno di essere curato, non di essere punito”
Khaled Zabarqa, l’avvocato di Manasra, ha affermato che oltre a concedere il rilascio anticipato al suo cliente, cosa che Israele si è rifiutata di fare, “la corte avrebbe dovuto trasferirlo nella prigione generale” dove altri palestinesi possono prendersi cura di lui.
“Abbiamo detto loro che ci sono prigionieri palestinesi che conoscono la sua situazione e sono pronti ad assumersene la responsabilità e prendersi cura di lui”, ha detto Zabarqa ad Al Jazeera.
“Metterlo in isolamento è una punizione per un bambino che è malato di mente: ha bisogno di essere curato, non di essere punito”, ha detto Zabarqa, che ha descritto il suo cliente come “sofferente” nella sua situazione attuale.
Le autorità israeliane affermano di tenere Manasra in isolamento e sotto sorveglianza perché rappresenta una minaccia per se stesso e per gli altri prigionieri, ha detto il suo avvocato.
Nel dicembre 2021 un medico esterno è stato autorizzato a visitare Manasra per la prima volta dalla sua prigionia. Il medico, uno psichiatra di Medici senza frontiere (Medecins Sans Frontieres, o MSF), ha rilasciato un rapporto medico, che da allora è stato allegato al suo fascicolo, in cui si afferma che Manasra soffre di schizofrenia.
Nel marzo 2022, The Palestine-Global Mental Health Network ha lanciato una campagna per chiedere il rilascio immediato di Manasra, che ha fatto scalpore sui social media con l’hashtag #FreeAhmadManasra.
In una dichiarazione, la rete ha affermato che “Ahmad è stato sottoposto a continue punizioni e abusi, molteplici torture fisiche, psicologiche e sociali, inclusa la privazione della connettività familiare, visite e comunicazioni con i suoi genitori e fratelli e il recente isolamento”.
Traduzione di Nicole Santini – Invictapalestina.org