Le autorità saudite hanno rilasciato il poeta palestinese Ashraf Fayyad, condannato per presunti reati religiosi.
Fonte: versiòn española
Corrispondente di PalestineLibre.org da Gerusalemme occupata – 23 agosto 2022
Il poeta era stato condannato a morte per un’infondata accusa di ateismo. Qualcosa di simile a ciò che accade nella Palestina occupata, dove i palestinesi vengono uccisi o imprigionati per motivi di “terrorismo” o per presunta intenzione di attaccare coloni o soldati israeliani. La parola del colono o del soldato basta a giustificare la condanna.
Le autorità saudite hanno rilasciato il poeta palestinese Ashraf Fayyad, condannato a otto anni per presunti reati religiosi, ha riferito martedì un’organizzazione per i diritti umani.
Fayyad, un rifugiato palestinese di 42 anni che è nato e vive in Arabia Saudita, era stato accusato di apostasia e ateismo nel 2014, dopo che un cittadino saudita lo aveva accusato di promuovere l’ateismo. Per farlo condannare, è bastata la versione dell’accusatore.
A seguito di questa assurda accusa, nel 2015 un tribunale saudita lo aveva condannato a morte. In seguito la sua condanna era stata commutata in otto anni di carcere e 800 frustate.
Palestinian poet and artist Ashraf Fayadh, whose sentence expired in October 2021, has been released.
Fayadh was detained in #SaudiArabia since January 2014 and sentenced to death for publishing poems, which was later reduced to an eight-year prison term. pic.twitter.com/iwMEPdusnH
— ALQST for Human Rights (@ALQST_En) 23 agosto 2022
Martedì, l’organizzazione per i diritti umani ALQST, con sede a Londra, ha annunciato in un tweet la “liberazione del poeta e artista palestinese Ashraf Fayyad, la cui condanna è scaduta dall’ottobre 2021″.
Fayyad fu arrestato in Arabia Saudita nel gennaio 2014 e gli vennero mosse accuse di blasfemia in relazione alla sua raccolta di poesie intitolata “Instructions Inside”, interpretata come un presunto appello alla diffusione dell’ateismo.
I giuristi sauditi dissero all’epoca che un membro di un gruppo culturale nella città meridionale di Abha aveva sporto denuncia contro Fayyad.
Uno dei membri del gruppo affermò di aver sentito Fayyad recitare versi che invitavano all’ateismo, mentre un religioso lo accusò di ateismo in relazione a una raccolta di poesie che aveva scritto anni addietro.
Nel primo processo, i testimoni in tribunale affermarono che l’uomo che si era lamentato di Fayyad “voleva vendicarsi di lui”. Fayyad negò che la sua raccolta di poesie promuovesse l’ateismo e si scusò per il fatto che qualcuno avesse interpretato la sua poesia come negazionista.
L’Arabia Saudita, con un regime dittatoriale e feudale, così come Israele, un regime di apartheid e crimini contro l’umanità, sono i paesi in cui vengono commesse più violazioni dei diritti umani secondo i rapporti di tutte le organizzazioni umanitarie del mondo senza eccezioni. A loro volta, entrambi i paesi hanno sistemi assolutisti: in Arabia Saudita, la parola o la testimonianza di un religioso è sufficiente per condannare a morte una persona; in Israele la dichiarazione di un colono o di un soldato è sufficiente per uccidere un palestinese, o farlo condannare da un tribunale militare utilizzando leggi che si applicano solo ai palestinesi.
In migliaia di situazioni, palestinesi sono stati uccisi o imprigionati per motivi di “terrorismo” o per la testimonianza di un colono o di un soldato che aveva denunciato l’intenzione del palestinese “di attaccarlo”, facendo sì che l’accusato venisse ucciso.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org