“Questa terra, sorella mia, è una donna”: l’eredità di Fadwa Tuqan come icona femminista

Fadwa Tuqan è cresciuta in una famiglia conservatrice ed è stata nascosta agli occhi del pubblico nei suoi primi anni. Eppure è diventata una delle prime icone femministe arabe, affrontando pubblicamente i problemi delle donne attraverso la sua poesia

Fonte: English version

Di Muna Khalidi – 30 settembre 2022

Il popolo palestinese spesso attinge dalle parole di prolifici scrittori e poeti palestinesi mentre lotta contro un’occupazione israeliana da 75 anni. Gli antenati della letteratura sulla liberazione hanno ispirato generazioni, rimanendo pertinenti come sempre. Un esempio importante è la poetessa Fadwa Tuqan.

Fadwa Tuqan nacque a Nablus nel 1917. Fu fortemente influenzata da suo fratello, Ibrahim Tuqan, il poeta palestinese noto per aver scritto Mawtini (Ammutinamento). Le insegnò a scrivere poesie in giovane età dopo che la malattia la costrinse a interrompere bruscamente la sua istruzione. I suoi poemi sono amati in tutto il mondo arabo: esplorano una varietà di temi, tra cui la forza femminile, la sofferenza umana, la resilienza e la lotta del popolo palestinese per la libertà.

Fadwa Tuqan ha tessuto nel suo lavoro elementi delle lotte affrontate dalle donne arabe in una società dominata dagli uomini. Esempi di questo possono essere trovati in una delle sue poesie più famose, Hamza. A un certo punto del poema, la narratrice è angosciata per la lotta contro l’occupazione israeliana. Per confortarla, Hamza gli dice:

“Sorella mia, la nostra terra ha un cuore palpitante,

non smette di battere e resiste

all’insopportabile. Mantiene i segreti

di colline e grembi. Questa terra che germoglia

con spighe e palme è anche la terra

che dà vita a un combattente per la libertà.

Questa terra, sorella mia, è una donna”

“Questa terra, sorella mia, è una donna”, scrive Fadwa Tuqan. Paragona la terra per cui il popolo palestinese sta combattendo alla forza di una donna. Lo spargimento di sangue, il trauma e la devastazione subiti dalla terra e dalla sua gente rappresentano tutti la forza che ha una donna, sia che si manifesti attraverso la gravidanza o allevando la prossima generazione di combattenti per la libertà.

Fadwa non si allontana dallo scrivere delle sfortunate difficoltà che donne come lei hanno vissuto. Ha scritto della natura restrittiva del patriarcato e dei suoi effetti sulla sua vita di donna araba, in particolare nel suo libro di memorie A Mountainous Journey (Un Viaggio Tortuoso). In questo estratto, Fadwa scrive di aver perso il suo libero arbitrio in una famiglia dominata da uomini:

“Le donne devono dimenticare l’esistenza della parola ‘no’ in arabo, tranne quando si tratta di recitare la Shahada*, ‘non c’è Dio all’infuori di Allah’, durante il Wudu*’ e la preghiera. Nel frattempo, ‘sì’ è la parola che viene insegnata a ripetere a comando sin dalla nascita”. (*Shahada: La testimonianza di fede con cui un musulmano dichiara di credere in un solo e unico Dio e nella missione profetica di Maometto. Fa parte dei cinque pilastri dell’Islam.) (Wudu: Il lavaggio rituale minore che ogni musulmano deve adempiere prima di effettuare un atto rilevante sotto il profilo sciaraitico [della Shari’a].)

“Il concetto di indipendenza è completamente assente nella vita di una donna”.

Fadwa Tuqan è cresciuta in una famiglia conservatrice ed è stata nascosta agli occhi del pubblico nei suoi primi anni. Eppure è diventata una delle prime icone femministe arabe, affrontando pubblicamente i problemi delle donne attraverso la sua poesia. Oggi vediamo ancora i resti della società repressiva descritta da Fadwa nei suoi poemi: le donne e le ragazze arabe possono relazionarsi e immedesimarsi con le sue storie.

Fadwa Tuqan è morta nel 2003 nel mezzo della Seconda Intifada, uno dei tanti movimenti di resistenza palestinese che ha vissuto. Ancora oggi, le sue parole continuano a ispirare la nuova generazione di sostenitori e attivisti della Palestina, che, come la famoso poetessa, non hanno paura di sfidare le deleterie regole sociali. Mentre nelle sue poesie fa riferimento principalmente alla lotta palestinese, i suoi scritti possono applicarsi anche a simili lotte di liberazione in tutto il Medio Oriente e in qualsiasi parte del mondo, dove le persone stanno difendendo la propria terra, dignità, storia e cultura.

Dato che i diritti delle donne continuano a regredire in tutto il Medio Oriente, a pari passo di un preoccupante aumento dei reati di femminicidio e della violenza di genere, è chiaro che la lotta per la giustizia è tutt’altro che finita. Figure come Fadwa Tuqan servono come esempio per i movimenti ancora oggi, ispirando i giovani a resistere.

 

Muna Khalidi è una studentessa universitaria dell’Università di New York. Ha un vivo interesse per il Medio Oriente, la giustizia ambientale e la protezione dei diritti umani in tutto il mondo.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org