Gli organizzatori affermano che lo sciopero è in risposta alle misure punitive imposte dal ministro di estrema destra Itamar Ben-Gvir.
Fonte: English version
By MEE staff – 19 Febbraio 2023
Immagine di copertina: Un ufficiale israeliano corre impugnando una pistola durante gli scontri con i palestinesi nel quartiere di Issawiya nel mezzo dello sciopero generale dichiarato a Gerusalemme Est occupata il 19 febbraio 2023 (AFP)
I palestinesi nella Gerusalemme est occupata hanno dichiarato domenica uno sciopero generale e la disobbedienza civile per protestare contro la crescente repressione israeliana nella città.
Durante la notte i giovani manifestanti hanno bruciato pneumatici e hanno allestito barricate agli ingressi di diversi quartieri, tra cui Shufat, Anata, Jabal al-Mukabber, Issawiya e la città di al-Ram.
L’azione di disobbedienza civile include il non andare a lavorare nei luoghi di lavoro israeliani e il rifiuto di pagare le tasse sia al comune gestito da Israele che ad altre agenzie statali.
Le forze nazionali e islamiche palestinesi hanno affermato che le proteste avvengono in risposta a una serie di misure punitive imposte la scorsa settimana ai residenti della città dal ministro israeliano per la sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben-Gvir.
Palestinians in occupied Jerusalem embarked today on civil disobedience in protest of the Israeli repression campaign against the city's Palestinian population. pic.twitter.com/Ee7kiXWzO6
— Quds News Network (@QudsNen) 19 febbraio 2023
Nell’ultima settimana, la repressione ha comportato la demolizione di almeno sette edifici, l’arresto di 100 persone, l’istituzione di dozzine di posti di blocco e la confisca di denaro e beni di ex e attuali prigionieri politici, tra le altre misure.
Le autorità carcerarie israeliane, che fanno parte del mandato di Ben-Gvir come ministro della sicurezza nazionale, hanno iniziato a imporre condizioni più dure ai prigionieri palestinesi, come la chiusura delle mense, il taglio dell’acqua calda e il sequestro di bollitori e fornelli a gas usati per riscaldare il cibo.
La repressione è stata lanciata in seguito a tre attacchi all’inizio di questo mese che hanno causato la morte di quattro israeliani.
Sabato gli organizzatori dello sciopero hanno affermato in una dichiarazione che dopo gli attacchi i palestinesi, specialmente a Shufat, sono stati sottoposti a “misure di ritorsione, abusi, torture, umiliazioni e oppressione quotidiana”
Domenica la polizia israeliana ha fatto irruzione in alcune zone della città, tra cui Issawiya e Silwan, per rimuovere le barricate, scontrandosi con i manifestanti.
Ben-Gvir, in risposta all’appello alla disobbedienza civile, ha dichiarato che “mostreremo mano ferma e non tollereremo i trasgressori”.
“Punizioni collettive”
La scorsa settimana I media israeliani hanno riferito che alti funzionari della sicurezza hanno chiesto al primo ministro Benjamin Netanyahu di porre fine alla repressione per il rischio una “grande riacutizzazione delle violenze”.
Il capo di stato maggiore militare, il direttore dell’agenzia di intelligence interna Shin Bet e il commissario di polizia hanno esortato Netanyahu a parlare con Ben-Gvir per sospendere le sue misure.
Il direttore dello Shin Bet Ronen Bar, che normalmente riferisce al primo ministro, ha telefonato a Ben-Gvir e lo ha avvertito che stava “creando un sentimento di rabbia collettiva” a Gerusalemme est e “agitando” la città.
Dallo scorso anno le tensioni nella regione sono aumentate a causa dell’aumento della violenza israeliana contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est.
L’IDF e i coloni israeliani hanno ucciso 49 palestinesi dall’inizio dell’anno al ritmo di più di una vittima al giorno.
Nello stesso periodo I palestinesi hanno ucciso 10 israeliani.
L’anno scorso, almeno 220 palestinesi sono stati uccisi durante gli attacchi israeliani, mentre 30 israeliani sono stati uccisi dai palestinesi.
Il bilancio delle vittime palestinesi nel 2022 in Cisgiordania è stato il più alto dal 2005.
All’inizio di questo mese il direttore della US Central Intelligence Agency William Burns ha avvertito che le attuali tensioni hanno una “infelice somiglianza” con la Seconda Intifada.
Ha aggiunto che la CIA sta lavorando con i servizi di sicurezza israeliani e palestinesi per prevenire “esplosioni di violenza”, ma ha ammesso che “sarà una grande sfida”.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org