L’Haganah interrogò i membri del Lehi nel 1942, e le trascrizioni recentemente rilasciate fanno luce su un capitolo oscuro nella storia della milizia sionista: “Stern ha detto che in guerra non c’è spazio per i sentimenti”.
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Di Ofer Aderet – 21 giugno 2023Immagine di copertina: Avraham ‘Yair’ Stern, capo della milizia Lehi, e i documenti recentemente rivelati. Crediti: GPO / Ufficio del Primo Ministro / Shin Bet / Opzioni dello Stato di Israele. Collage: Aron Ehrlich
Nel 1942, i combattenti dell’Haganah rapirono Efraim Zetler, un membro della milizia Lehi, nota anche come Banda Stern, fuori dalla casa di suo padre a Kfar Sava. “Lo portarono in giro per un’ora, tenendolo bendato e con le gambe legate”, disse in seguito suo padre. “Lungo la strada, cambiarono auto lo portarono prima in un frutteto e poi in un magazzino di imballaggi dove lo fecero sedere su alcune scatole vuote bendato”. Nei successivi 20 giorni, il diciottenne Zelter fu interrogato sul suo ruolo nel gruppo estremista, guidato da Avraham “Yair” Stern, che sarebbe stato ucciso dagli inglesi nello stesso anno.
Le trascrizioni dell’interrogatorio di Zetler, rese pubbliche il mese scorso dagli Archivi di Stato israeliani, includono informazioni su un capitolo oscuro della storia di Lehi: i suoi legami con la Germania nazista.
“Comunicaremo con qualsiasi potenza militare pronta ad aiutare con l’istituzione dello Stato di Israele, anche se è la Germania”, disse Zetler agli interrogatori stupiti. “L’unica condizione è che otteniamo armi, in modo da poter insorgere contro gli inglesi”, ha aggiunto.
“Se la Germania accetta di aiutarci a combattere il nemico numero uno, gli inglesi, faremo squadra con essa”, ha continuato, dicendo della Germania: “Non è un nemico degli ebrei in Israele”. Lehi collaborerebbe clandestinamente con essa se ci aiutasse “ad ottenere questa terra”.
“Dobbiamo combattere contro gli inglesi, credo che questa sia la strada. L’Inghilterra è il nostro nemico”, ha aggiunto.
L’interrogatorio di Zetler è avvenuto circa due settimane dopo la Conferenza di Wannsee a Berlino, in cui i funzionari nazisti discussero l’attuazione della Soluzione Finale. Ottantuno anni dopo, è ancora difficile capire come gli ebrei in Terra d’Israele abbiano potuto credere nell’arruolamento della Germania nazista nella lotta per liberarsi dal controllo britannico.
L’idea era stata sollevata per la prima volta due anni prima da Stern, il comandante di Lehi che sosteneva una violenta resistenza al dominio britannico. Le sue opinioni erano in contrasto con la maggioranza dell’Yishuv (letteralmente “Insediamento”, la comunità ebraica, che al principio del ventesimo secolo abitava la Palestina, ben prima della costituzione dello Stato di Israele), che aveva abbandonato la lotta contro gli inglesi quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale per unirsi alla lotta contro il nemico comune, la Germania nazista.
“Una strategia kosher che finisce con un fallimento è sbagliata; una strategia ‘sbagliata’ che finisce con una vittoria è la più rigorosamente kosher di tutte le strategie”, ragionava Stern.
“Un patto con il Reich tedesco”
Alla fine del 1940, gli agenti di Lehi incontrarono un funzionario del Ministero degli Esteri tedesco a Beirut. L’accordo che offrivano proponeva, tra l’altro, la cooperazione tra la milizia ebraica e i nazisti. Proponeva la “partecipazione attiva di Lehi alla guerra a fianco della Germania”, citando un “partenariato di interessi” tra “la visione del mondo tedesca e le vere aspirazioni nazionali del popolo ebraico”.
Nel documento era scritto anche che “l’istituzione dello Stato Ebraico storico su base nazionale totalitaria, in un rapporto di alleanza con il Reich tedesco, è compatibile con il mantenimento del potere tedesco”.
I nazisti non si preoccuparono di rispondere. All’epoca preferivano Haj Amin al-Husseini, il Mufti palestinese di Gerusalemme, che si era rifugiato in Germania dagli inglesi e cercava di arruolare gli arabi a sostegno di Hitler. Haj Amin sperava che il dittatore tedesco li avrebbe aiutati a scacciare gli inglesi.
A differenza dei nazisti, l’Haganah era molto interessata ai tentativi di Lehi di stringere legami con la Germania. Due documenti dall’archivio dell’Haganah intitolati: “L’Irgun e il Lehi con le Potenze dell’Asse (Seconda Guerra Mondiale)” sono stati resi pubblici il mese scorso.
“Non ti importa che l’intera Yishuv (comunità ebraica ai tempi del Mandato Britannico) oltre alla tua banda sia contraria al tuo modo di fare le cose?”, chiese l’interrogatore a Zetler, che rispose: “Lo Yishuv ha mai voluto conoscere la nostra filosofia? È facile definirci assassini.” Ha aggiunto che considerava Stern un “profeta”.
Zetler era il fratello minore di Yehoshua, uno degli alti ufficiali operativi di Lehi. Dopo che l’Haganah completò le sue indagini, fu rilasciato, ma è stato successivamente arrestato dagli inglesi e inviato nei campi di internamento in Sudan, Eritrea e Kenya. Dopo l’istituzione dello Stato di Israele, è tornato, si è arruolato nelle Forze di Difesa Israeliane e ha combattuto nella Guerra d’Indipendenza. Nel 1950 fu ucciso da una mina antiuomo.
Più o meno nello stesso periodo in cui Efraim è stato interrogato, lo fu anche un altro membro della milizia, Yaakov Hershman, anch’egli rapito dall’Haganah e interrogato in un frutteto. Gli fu chiesto dei valori ideologici fondamentali di Lehi, come aveva sentito da Stern. “Nazione, Paese, Patria e alleati”, rispose.
Un interrogatore poi gli chiese cosa intendesse per “alleati”, a cui Hershman rispose: “Forze esterne pronte ad aiutarci a risolvere la questione degli ebrei nella Terra di Israele con la forza delle armi”. Quando gli è stato chiesto di chiarire, ha spiegato: “L’obiettivo dell’organizzazione è quello di governare. Ora governano gli inglesi. Chi avrebbe il maggior interesse che gli inglesi se ne andassero? Ha poi continuato a nominare coloro che potrebbero aiutare, tra cui i Paesi “dell’Asse”.
A questo punto, l’interrogatore chiese a Hershman: “Ciò non significa che Stern ti sta preparando a servire il ruolo di Quisling nella Terra d’Israele?” Si riferiva a Vidkun Quisling, il Primo Ministro della Norvegia durante l’occupazione tedesca che collaborò con gli occupanti nazisti. Il suo nome è diventato sinonimo di “collaboratore” o “traditore”.
Hershman rispose: “Forse”.
L’interrogatore continuò sulla sua linea. “Come spieghi l’accettare questa ideologia? È difficile da capire. Una persona sta preparando ebrei, i sionisti, per la venuta del nemico numero uno del popolo ebraico, per entrare in contatto con questo nemico e ricevere il potere di governare da lui?”
Hershman rispose: “Sono uomini dediti a un’idea che ritengono giusta. Vedono la presa del potere come il modo per risolvere la questione ebraica nel modo che ritengono giusto, con la forza delle armi, non importa come usano quella forza”.
Stringere legami con i Paesi dell’Asse
Yaacov Poliakov, fondatore e alto ufficiale del Lehi, ha raccontato ai suoi interrogatori dell’Haganah di un incontro che ha avuto con Stern. “Stern ci ha parlato della questione delle relazioni. Voleva sondare il terreno e ci ha espresso l’obiettivo che dovevamo raggiungere a determinate condizioni in modo che i Paesi stranieri fornissero denaro e armi agli ebrei”.
Poliakov ha detto che Stern “ha fornito un esempio dalla guerra precedente”, la Prima Guerra Mondiale, dicendo che “gli ebrei hanno combattuto per l’Inghilterra e, allo stesso tempo, qualcuno stava negoziando con la Germania nel caso avesse vinto”.
Poliakov citò un incontro con Stern. “Lo abbiamo tempestato di domande: se state pensando a qualche Paese, devono essere la Germania e l’Italia, che stanno perseguitando gli ebrei. Rispose che in guerra non c’è spazio per il sentimento: si dovrebbe allearsi con chi fornisce denaro e armi. Ha anche detto che la maggior parte degli ebrei collabora con gli inglesi, perché non facciamo un accordo con un Paese che è nemico dell’Inghilterra, e nel caso in cui (la Germania) vinca, andrà a finire bene”.
Anche la milizia dell’Irgun, ha aggiunto Poliakov, aveva pensato di cooperare con la Germania nazista. Affermò che Ya’akov Meridor, comandante dell’Irgun dal 1941 al 1943 e successivamente membro della Knesset (Parlamento) e Ministro del Likud, gli aveva detto: “Noi stessi abbiamo provato, abbiamo iniziato. Abbiamo perso la nostra connessione con la Germania. Non vediamo nulla di sbagliato in un rapporto con l’Asse. Se ci porterà l’indipendenza, siamo pronti a fare un patto con il diavolo in persona”. Anche i “vertici” dell’Irgun avevano “tentato di stringere relazioni con l’Asse”, disse Poliakov ai suoi interrogatori.
I nazisti non erano gli unici alleati che l’ala destra ebraica nella Palestina del Mandato Britannico aveva cercato durante la Seconda Guerra Mondiale. Uno dei documenti recentemente rilasciati dagli archivi dell’Haganah è intitolato “Sull’orientamento italiano”.
Si legge: “Un uomo è stato informato dai suoi conoscenti nel Partito Revisionista che c’è una corrente all’interno del partito che vuole rafforzare i legami con gli italiani, perché la vittoria del fascismo è garantita, quindi dobbiamo essere pronti alla possibilità di una futura cooperazione con l’Italia. Hanno intenzione di distinguere tra Hitler e Mussolini su questa materia”.
Il documento, che non è firmato e non contiene ulteriori dettagli, afferma che i principali sostenitori di questa convinzione erano il poeta e poi parlamentare del Partito Herut Uri Zvi Greenberg e Abba Ahimeir, uno dei leader ideologici della destra. Il documento afferma anche che Zvi Mareseh, che era responsabile delle finanze di Lehi, disse “a una festa privata” che “non sarebbe terribile se gli italiani occupassero il Paese. Possiamo raggiungere un accordo con loro”.
Un altro membro di Lehi che fu interrogato dall’Haganah fu Menachem Berger, che in seguito divenne il capo dell’Associazione degli Avvocati Israeliani. Durante il suo interrogatorio, disse che “diversi amici” avevano parlato “di contatti con l’Asse”, tra cui lo stesso Stern e Yitzhak Shamir, un membro di Lehi che in seguito divenne Primo Ministro di Israele. Tuttavia, ha detto Berger, quando ha mostrato interesse per la questione, gli è stato detto: “Non è successo niente tranne un tentativo fallito di stabilire un contatto”.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org