Immagine di copertina: Il Presidente israeliano Isaac Herzog si rivolge a una riunione congiunta del Congresso nella Camera del Campidoglio degli Stati Uniti, il 19 luglio 2023. Tom Williams | AP
Mentre cresceva l’attesa per la visita a Washington del Presidente israeliano Yitzhak Hertzog (Isaac Herzog), gli addetti ai lavori del Distretto di Columbia (DC) si sono affrettati a nascondere il fatto che Israele è uno Stato Razzista. All’inizio, il centro della crisi era il fatto incomprensibile che qualcuno avesse detto la verità su Israele. Eppure la Rappresentante della Camera Pramila Jayapal, una democratica progressista, in seguito si sarebbe scusata per aver definito Israele per quello che è, uno Stato Razzista.
Le sue osservazioni in un evento a Chicago dove ha definito Israele uno Stato Razzista sono state considerate così controverse che il capogruppo democratico della Camera Hakeem Jeffries è intervenuto. Lui e tre importanti collaboratori della dirigenza si sono subito rivolti ai media, proclamando: “Israele non è uno Stato Razzista”. Secondo Reuters, la massima critica che potevano ammettere era: “Ci sono singoli membri dell’attuale coalizione di governo israeliana con cui siamo fortemente in disaccordo”.
ISTERIA ASSOLUTA
La Rappresentante Jayapil ha detto la verità e ha prove inconfutabili, quindi perché ha ritrattato? Il Rapporto di Amnesty del 2022 sull’Apartheid in Palestina dimostra al di là di ogni dubbio che ciò che ha detto la deputata è vero. Tuttavia, il panico che la sua sincerità ha suscitato è stato così potente che si è scusata per averlo detto piuttosto che mostrare il Rapporto di Amnesty come prova della sua dichiarazione. Quindi, il capogruppo Jeffries è intervenuto per assicurarsi che tutti sapessero che non era stato lui, che non aveva mai detto né pensato che Israele fosse uno Stato Razzista: “È stata lei” era tutto ciò che mancava nella sua dichiarazione.
La sua apologia rimandava ai giorni passati in cui le persone si affrettavano a negare che il mondo è sferico o che la terra gira intorno al sole per paura di essere scomunicati o bruciati sul rogo. Un’atmosfera in cui dire la verità è una prospettiva pericolosa.
Poi le cose sono peggiorate. Con l’avvicinarsi della visita del capo dello Stato dell’Apartheid, sempre più membri del Congresso hanno annunciato che avrebbero boicottato la sessione congiunta. Questo sarebbe stato un problema in qualsiasi circostanza, ma ciò che ha peggiorato le cose è che erano tutte persone di colore, il che non ha impedito agli apologeti di Israele di definirli razzisti. Quindi, in un momento di impeto, la Camera ha deciso di dimostrare il suo amore per l’Israele dell’Apartheid approvando una risoluzione in cui affermava che Israele non è uno Stato Razzista o di Apartheid.
Si può solo immaginare il sollievo provato da milioni di palestinesi quando hanno saputo di questa risoluzione. Sono stati qui per decenni, pensando di essere stati maltrattati, perseguitati, assassinati, espropriati, sottoposti a Pulizia Etnica e persino a Genocidio. Ora, ecco la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti che annuncia forte e chiaro che milioni di palestinesi avevano torto. Ora i palestinesi possono essere certi che niente di tutto questo è vero. Stanno bene, non c’è Razzismo, né Apartheid, e d’ora in poi possono dormire sonni tranquilli.
NOVE SU QUATTROCENTOTRENTACINQUE
Poi il Presidente dello Stato dell’Apartheid è arrivato al Congresso e solo nove membri della Camera dei Rappresentanti non hanno partecipato. Questi nove saranno ricordati come gli unici membri della Camera con il coraggio delle loro convinzioni. Nove su quattrocentotrentacinque.
Cosa dirà la storia dei restanti quattrocentoventisei membri che parteciparono e fecero ventinove ovazioni al Presidente dello Stato dell’Apartheid? Dove si nasconderanno questi membri del Congresso quando le generazioni future li accuseranno di aver omaggiato il capo di un brutale Stato Razzista? Cosa diranno ai loro figli e nipoti quando chiederanno: “Come avete potuto farlo?”
Non importa quanto ci si sforzi, non si riuscirà a trovare nemmeno una frase nel discorso del Presidente dello Stato dell’Apartheid degna di essere ricordata o ripetuta. Era blando e insignificante come l’uomo stesso. La presidenza è un incarico creato dallo Stato dell’Apartheid di Israele per politici inutili e falliti che vogliono un lavoro comodo prestigioso e privo di responsabilità.
Sarebbe difficile trovare anche solo una persona che abbia ricoperto questo incarico che fosse abbastanza impressionante da ricordare. Né si troverebbe una dichiarazione o un discorso di nessuno degli undici uomini che hanno ricoperto l’incarico. Per onestà divulgativa, il terzo a ricoprire questo incarico, Zalman Shazar, era mio prozio da parte di mia madre.
PERCHÉ HERZOG È STATO INVITATO NEGLI STATI UNITI
Poiché l’amministrazione Biden è chiaramente a disagio con l’idea di accogliere alla Casa Bianca l’incriminato Benjamin Netanyahu, ha invitato il Presidente Herzog. Anche se non è meno criminale di Netanyahu e merita un posto sul banco degli imputati all’Aia, Herzog ha il vantaggio di non essere mai stato incriminato. Inoltre, poiché molti sionisti liberali trovano sgradevoli gli alleati di coalizione di Netanyahu, Herzog è una scelta perfetta.
Nei suoi primi mesi in carica, il Presidente dello Stato dell’Apartheid ha visitato il laboratorio dell’Apartheid palestinese, noto anche come la città di Hebron. È andato lì per celebrare Hanukkah con gruppi di odio ebraico che si erano stabiliti nel cuore della città. Ha mostrato a queste bande razziste e violente che lui, il rappresentante dello Stato dell’Apartheid, non abbandonerà nemmeno i gruppi razzisti più vili e pieni di odio che il sionismo abbia mai prodotto. Questo, tuttavia, per ragioni che vanno al di là della comprensione, non infastidisce nemmeno po’ i sionisti liberali più sensibili.
Nulla è stato entusiasmante o addirittura degno di nota nella visita programmata del capo dello Stato dell’Apartheid alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Forse l’unico elemento non pianificato era il numero di ovazioni che avrebbe ricevuto durante il suo discorso poco brillante e insignificante.
Si dà il caso che Herzog sia solo il secondo Presidente dello Stato dell’Apartheid a parlare di fronte a una sessione congiunta del Congresso. Il primo fu suo padre, Chaim Hertzog, nel 1987.
Miko Peled è uno scrittore e attivista per i diritti umani, nato a Gerusalemme. È autore di “The General’s Son. Journey of an Israeli in Palestine” (Il Figlio del Generale. Viaggio di un Israeliano in Palestina) e “Injustice, the Story of the Holy Land Foundation Five” (Ingiustizia, Storia dei Cinque Della Fondazione Terra Santa).
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org