Il discorso “onesto” che il Presidente israeliano Herzog avrebbe dovuto tenere al Congresso degli Stati Uniti

Ecco cosa dovrebbe dovuto dire in Campidoglio un Herzog sincero: l’Apartheid contro i palestinesi sta consumando lo stesso Israele.

Fonte: English version
Di Marwan Bishara -19 luglio 2023

Sono onorato di parlarvi oggi in occasione del 75° anniversario dell’indipendenza del mio Paese. È un onore che né io né il mio Paese meritiamo.

Nel corso della nostra storia, il vostro costante e generoso sostegno ha reso Israele ciò che è oggi. Il Presidente Woodrow Wilson ha sostenuto la Dichiarazione Balfour del 1917 per volere dell’Impero Britannico, impegnandosi per il nostro futuro Stato Ebraico, un impegno preso da coloro che non possedevano la terra con coloro che non vivevano sulla terra, contro la volontà di coloro che vivevano su di essa.

Ed è stato il Presidente Harry Truman a sostenere per primo il Piano di Spartizione delle Nazioni Unite del 1947 per dividere quella terra in uno Stato ebraico e palestinese, e il primo a riconoscere Israele solo 11 minuti dopo la sua istituzione nel 1948. Da allora, ci siamo raccontati come le nostre nazioni sono state fondate da comunità di migranti perseguitati dall’insorgere dell’llluminismo europeo; di come hanno creato Stati moderni forti e intraprendenti, civilizzando i selvaggi e come abbiamo dominato gli affari mondiali e del Medio Oriente.

Ci raccontiamo una storia di come hanno fondato due modelli giusti e timorati di Dio da emulare, come “faro di speranza” e “luce per le nazioni”; della condivisione di comuni principi liberali e democratici e della nostra persistente ricerca della pace.

Ma se siamo onesti con noi stessi, dovremmo ammettere che abbiamo copiato anche il peggio dell’Europa imperiale. Condividiamo un oscuro passato di Colonialismo, Guerra, Pulizia Etnica degli abitanti nativi e una storia persistente di razzismo e discriminazione, inclusa la Schiavitù nelle Americhe e l’Apartheid in Palestina.

Il nostro successo è stato reso possibile grazie al sangue e alle lacrime di innumerevoli vittime. Abbiamo trattato i nostri nemici come guerrafondai, i nostri critici come nemici e i nostri nemici come moderni Hitler, ma nessun altro Stato ha condotto tante guerre o intrapreso tanti interventi militari negli ultimi otto decenni come abbiamo fatto noi.

Queste somiglianze tra le nostre due nazioni continuano a gettare una lunga ombra sui nostri legami e comportamenti.

Fin dalla sua fondazione, Israele non ha avuto alleato migliore degli Stati Uniti. Anche se non siamo sempre stati gentili o ricambiati, mentre in genere seguiamo le vostre orme, stringiamo relazioni con i vostri amici e denunciamo i vostri nemici.

Ogni volta che il mondo si coalizzava contro il nostro “Stato Ebraico”, l’America ci veniva in soccorso. Quando le nazioni del blocco sovietico si unirono ai musulmani e ad altre nazioni in via di sviluppo nel condannarci per la nostra bellicosità, furono gli Stati Uniti a difenderci e fermare i nostri nemici con forza e determinazione. E quando l’Europa si è unita all’indignazione internazionale, gli Stati Uniti erano l’unica grande potenza pronta e in grado di sostenere Israele e bloccare le censure internazionali ponendo il veto alle conseguenti Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che condannavano Israele.

Infatti, con l’eccezione di quell’unico “errore” sotto Jimmy Carter, quando Washington votò contro l’espansione degli insediamenti israeliani, gli Stati Uniti hanno sistematicamente posto il veto ai tentativi di condannare Israele al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, bloccando più di 40 di tali Risoluzioni.

E questa settimana, quando una deputata degli Stati Uniti, una tra i vostri ranghi, ha definito Israele razzista, voi, cari membri del Congresso, l’avete rapidamente zittita proclamando in una risoluzione che Israele non è razzista. Anche se potrei dirvi che lei aveva essenzialmente ragione e voi torto.

Grazie a voi, siamo diventati più sicuri e determinati. Con il vostro aiuto militare ed economico che ha raggiunto circa 200 miliardi di dollari (178,5 miliardi di euro), abbiamo costruito una formidabile macchina militare, che ci ha permesso di raddoppiare la repressione dei palestinesi e l’umiliazione degli arabi testardi, che rifiutano di accettare la nostra pretesa che la nostra cultura sia superiori alla loro, e che il nostro insediamento nella loro terra è nostro per diritto di un breve soggiorno qui qualche migliaio di anni fa.

Quando il mio defunto amato padre Chaim vi parlò come Presidente di Israele nel 1987, si vantava dei nostri accordi di pace con Sadat d’Egitto. E sono propenso a mettermi nei suoi panni e fare lo stesso; vantarmi dei nostri Accordi di Abramo con diversi autocrati arabi.

Ma a differenza di lui, non posso più tacere mentre la nostra Occupazione militare e civile si trasforma in un sistema di Apartheid in Medio Oriente. Non lo dico con leggerezza; Lo dico a malincuore. Non lo dico per pietà per i milioni di palestinesi, la maggior parte dei quali rimangono ostinatamente sotto l’Occupazione e nei campi profughi, lo dico per pietà per il mio popolo e per quello che ne è stato di noi come occupanti e espropriatori, da decenni. La nostra arroganza è controproducente. La nostra Hasbara si sta esaurendo.

Non sono mai stato un parlamentare particolarmente coraggioso o carismatico e capo dell’opposizione. Ma tutto deve finire qui e ora, sapendo che non avrò mai più una piattaforma migliore per rivolgermi al vostro popolo e al mio. Potremmo essere diventati ricchi e potenti ma non siamo mai stati così divisi, così fanatici; così moralmente corrotti.

Gli amici si dicono la verità. I buoni amici dicono l’amara verità. Tocca a voi, ancora una volta, salvarci da noi stessi. Per liberare noi e i palestinesi da un radicato sistema di Apartheid che è destinato a rinchiuderci nell’odio e nella violenza per i decenni a venire. C’è poco che posso fare, come Presidente cerimoniale, se non parlare apertamente.

Vi esorto pertanto a condannare oggi il Razzismo e l’Apartheid, come avete condannato l’Apartheid in Sudafrica, anche se tardivamente in passato. E vi esorto a spingerci a fare i conti con i palestinesi, che presto diventeranno la maggioranza tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo.

Non credete a una parola che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu dice sui palestinesi; Ha fatto carriera grazie alla strategia della paura.

Come i miei due predecessori, anch’io credo che abbiamo un alleato di pace nel Presidente Mahmoud Abbas; forse l’ultimo alleato di pace. Dobbiamo smetterla di indebolirlo, poiché non saremo mai così fortunati con un leader forte ma accomodante.

Mio padre si vantava della nostra democrazia liberale e del rispetto dei diritti umani, anche se solo per gli ebrei, considerando che nel nostro Stato Ebraico, il diritto alla terra, il diritto di stabilirsi (ritorno) e il diritto all’autodeterminazione è esclusivo per la comunità degli ebrei.

Ma anche questo comunitarismo si è eroso con il tempo, culminando in un governo di ipernazionalisti e fanatici religiosi che è chiaramente intenzionato a distruggere la nostra democrazia ebraica e a schiacciare i nostri valori liberali.

Centinaia di migliaia di miei compatrioti ebrei e connazionali sono scesi in piazza ogni settimana per protestare contro la nuova legislazione illiberale che è destinata a intaccare le nostre istituzioni e le nostre libertà e distruggere ogni speranza di futura pace e democrazia nello Stato Ebraico.

Questa distruzione avverrà se voi, membri di questo sacro simbolo della democrazia costituzionale, continuerete a spingerci mentre precipitiamo verso l’autocrazia religiosa. La vostra intenzione di invitare il nostro Primo Ministro bugiardo e traditore a parlare qui per ben la quarta volta peggiorerà solo le cose.

Il Presidente Biden ha ragione ad essere preoccupato e a sconsigliare il nostro governo di seguire questa strada. Dovreste farlo anche voi. È una strada pericolosa che è destinata a distruggere il tessuto della nostra società.

Vi esorto ad essere coraggiosi e di principio, tanto per cambiare. È liberatorio, come ho scoperto.

Marwan Bishara, analista politico di Al Jazeera, è un autore che scrive ampiamente sulla politica globale ed è considerato come un’autorità di primo piano sulla politica estera degli Stati Uniti, sul Medio Oriente e sugli affari strategici internazionali. In precedenza è stato professore di Relazioni Internazionali presso l’Università Americana di Parigi

Traduzione di Beniamino Rocchetto -Invictapalestina.org