I principali media statunitensi usano la parola “ostaggi” per descrivere gli israeliani che i militanti di Hamas hanno catturato e portato a Gaza. Analizzare il linguaggio è un buon inizio per capire come i media mainstream distorcono le notizie.
Fonte: English version
James North – 9 ottobre 2023
Immagine di copertina: Screenshot dalla copertura di Fox News
I principali media statunitensi usano la parola “ostaggi” per descrivere gli israeliani che i militanti di Hamas hanno catturato e portato a Gaza. Analizzare questo utilizzo delle parole è un buon modo per introdurre il modo in cui il mainstream sta distorcendo la narrazione di quest’ultima crisi. In primo luogo, alcuni degli israeliani catturati sono soldati, che dovrebbero propriamente essere chiamati “prigionieri di guerra”, soprattutto perché Benjamin Netanyahu ha effettivamente dichiarato guerra a Gaza. Ma, in realtà, gli altri israeliani catturati sono in realtà civili, e “ostaggi” è senza dubbio la descrizione appropriata.
Ma aspetta. Questo conflitto non è iniziato alle 6:30 del mattino del 7 ottobre. Israele ha occupato sia la Cisgiordania, la Palestina che Gaza per quasi 60 anni, e durante questo periodo ha arrestato e imprigionato centinaia di migliaia di palestinesi, spesso senza nemmeno processi farsa. Nathan Thrall, nel suo impressionante libro appena pubblicato, spiega che durante la Prima Intifada (1967-1993) gli occupanti israeliani imprigionarono circa 700.000 uomini e ragazzi palestinesi in Cisgiordania, circa il 40% dell’intera popolazione maschile del paese.
Oggi gli occupanti israeliani continuano ad arrestare i palestinesi, trattenendoli per lunghi periodi senza che nulla assomigli ad un giusto processo. Ma il mainstream statunitense non sembra mai descrivere questi palestinesi come “ostaggi”.
Il doppio standard illustra perfettamente la strategia dei media statunitensi su come distorcere la crisi. Innanzitutto, stravolgere i resoconti reali, con un linguaggio unilaterale e un’inquadratura parziale. Ma in secondo luogo, e probabilmente ancora più importante; ignorare qualsiasi storia in Israele/Palestina, così che l’attacco da Gaza appaia un inspiegabile, immotivato spasmo di violenza e odio verso gli ebrei.
Almeno il New York Times e il Washington Post chiamano “militanti” i palestinesi armati di Gaza. Ma gran parte della CNN, parte della MSNBC e ovviamente Fox News li descrivono come “terroristi”. E c’è un pregiudizio linguistico più sottile. Un osservatore, Jeff Sharlet, ha notato su Twitter che la CNN chiama abitualmente gli israeliani “popolo”, ma si riferisce ai palestinesi principalmente come “palestinesi”, che è “il tipo di linguaggio inconsapevole che modella le narrazioni”. Man mano che la copertura degli avvenimenti continuava, per tutto il secondo giorno, i pregiudizi crescevano: le reti via cavo intervistavano quasi esclusivamente vittime israeliane, ma ignoravano quasi del tutto i palestinesi.
La mappa di Israele/Palestina codificata a colori della CNN, mostrata regolarmente sullo schermo per tutto il fine settimana, era un altro esempio di parzialità. La mappa mostrava l’intera Cisgiordania occupata come “controllata dai palestinesi”, il che sarà una sorpresa per i palestinesi che ogni giorno devono passare attraverso i checkpoint militari israeliani.
Inoltre, il mainstream non ha riportato effettivamente le ragioni dichiarate da Hamas per lanciare l’attacco. Il quotidiano israeliano Haaretz ha invece citato Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas. Haniyeh ha accusato Israele di aver danneggiato la moschea di Al-Aqsa nella Città Vecchia di Gerusalemme. Ha anche accusato Israele di continuare la pulizia etnica nella Cisgiordania occupata: “Li abbiamo anche messi in guardia dal continuare la politica di cambiamento demografico in Cisgiordania e dall’accelerazione del progetto di insediamento, ma i raid nelle città e nei campi profughi continuano. . .”
E Haniyeh ha concluso:
“Israele avrebbe potuto metterci a tacere dandoci le briciole, ma il governo ha voltato le spalle a qualsiasi possibilità di un accordo sullo scambio di prigionieri e ha continuato l’assedio della Striscia [di Gaza}”.
Si potrebbero guardare le reti via cavo centriste statunitensi dalla mattina alla sera e avere poca o nessuna idea di cosa stia parlando Haniyeh. Che si finisca per essere d’accordo con lui o no, si dovrebbe almeno sapere cosa ha detto.
(Il Washington Post, a suo merito, ha pubblicato un prezioso rapporto in cui spiegava “Perché le incursioni israeliane nella moschea di al-Aqsa stanno alimentando le tensioni”. Ma il resto dei resoconti del giornale riflettevano l’inclinazione mainstream.)
La National Public Radio è stata sorprendentemente migliore rispetto al suo solito basso standard. La NPR ha anche pubblicato un’intervista con Yousef Munayyer, il rispettato analista palestinese-americano, che ha spiegato il significato della moschea di Al-Aqsa.
Un altro aspetto enorme che il mainstream americano evita è:
1) La colossale incapacità del governo Netanyahu di individuare l’imminente attacco, e
2) Ancora più importante: come e perché l’arroganza della coalizione di governo di estrema destra di Netanyahu ha contribuito al disastro.
Haaretz, al contrario, non ha usato mezzi termini. Uno dopo l’altro, giornalisti ed editorialisti hanno criticato la coalizione di Netanyahu, sottolineando che il governo di estrema destra ha continuato a promuovere la campagna di “insediamenti” in Cisgiordania ed è rimasto a guardare mentre i “coloni” portavano avanti i pogrom contro i palestinesi. Poi, dopo aver provocato una crescente resistenza palestinese, Netanyahu ha dovuto spostare unità dell’esercito nei territori occupati, lasciando il confine meridionale con Gaza relativamente non protetto.
I commentatori di Haaretz, invece di “stare ciecamente dalla parte di Israele”, non hanno esitato a criticare il proprio governo.
Ci sono state alcune eccezioni al pregiudizio prevalente negli Stati Uniti. Durante la prima mattina dell’attacco, su MSNBC Ali Velshi e Ayman Mohyeldin hanno effettivamente fatto un resoconto ponderato che ha fornito alcune verità e retroscena. Velshi ha intervistato anche Diana Buttu, la nota giurista palestinese.
Ma più tipica è stata la copertura guidata alla CNN da Wolf Blitzer, che ha requisito la sedia del conduttore per lunghe ore durante il fine settimana. Blitzer ha continuato a parlare di argomenti filo-israeliani, citando il bilancio delle vittime israeliane senza menzionare le vittime palestinesi all’interno di Gaza. I suoi momenti più ridicoli sono arrivati quando ha invitato i portavoce militari israeliani di lingua inglese e ha lasciato che facessero lunghi discorsi di propaganda mentre lui sedeva lì come un vecchio gargoyle, apparentemente dimenticando che parte del suo lavoro dovrebbe essere quello di incalzare gli intervistati con domande di follow-up. .
Uno dei portavoce militari, il tenente colonnello Jonathan Conricus, è abbastanza noto. Nel 2021, abbiamo riferito di come abbia ingannato il New York Times facendogli pubblicare un falso rapporto secondo cui le forze di terra israeliane stavano già attaccando Gaza. Il Times e altri pubblicarono articoli riportando la sua dichiarazione. In effetti, aveva mentito. Gli organi di stampa israeliani spiegarono che la notizia falsa era il tentativo di Israele di ingannare i combattenti di Hamas facendoli nascondere nei loro bunker sotterranei, dove gli aerei da guerra israeliani avrebbero potuto colpirli.
Il Times, a suo merito, rivelò allora di essere stato ingannato. Forse qualcuno dovrebbe mostrare quell’articolo a Wolf Blitzer.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.om