Washington e i governi europei stanno incoraggiando la campagna genocida di Israele a Gaza. Il mancato intervento per fermare la carneficina rischia di innescare la violenza in tutta la regione.
Fonte: English version
Di Chris Hedges – 14 ottobre 2023
Come corrispondente di guerra ho assistito alla guerriglia urbana in El Salvador, Iraq, Gaza, Bosnia e Kosovo. Una volta che si combatte strada per strada, casa per casa, c’è solo una regola: uccidi tutto ciò che si muove. I discorsi sulle zone sicure, le rassicurazioni sulla protezione dei civili, le promesse di attacchi aerei “chirurgici” e “mirati”, la creazione di vie di evacuazione “sicure”, la fatua spiegazione secondo cui i civili morti si sarebbero trovati “in mezzo al fuoco incrociato”, l’affermazione che le case e i condomini ridotti in macerie dalle bombe fossero la dimora di terroristi o che i razzi imprecisi di Hamas fossero responsabili della distruzione di scuole e ospedali, fa parte della copertura retorica per effettuare massacri indiscriminati.
Gaza è una landa così piccola, 40 chilometri di lunghezza e circa 8 di larghezza, e così densamente popolata che l’unico risultato di un attacco terrestre e aereo israeliano è la morte di massa di quelli che il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant definisce “animali” e il Primo Ministro Benjamin Netanyahu chiama “bestie disumane”. Il membro della Knesset israeliana (Parlamento) Tally Gotliv ha suggerito di scatenare “l’Apocalisse” su Gaza, ampiamente visto come un appello per un attacco nucleare. Il Presidente israeliano Isaac Herzog venerdì ha respinto le richieste di proteggere i civili palestinesi. “C’è un’intera nazione là fuori che è responsabile. Questa retorica sui civili non consapevoli, non coinvolti, non è assolutamente vera”, ha detto Herzog. “Avrebbero potuto ribellarsi, avrebbero potuto combattere contro quel regime malvagio che ha preso il controllo di Gaza con un Colpo di Stato”. Ha aggiunto: “Gli spezzeremo le reni”.
La richiesta da parte di Israele che 1,1 milioni di palestinesi, quasi la metà della popolazione di Gaza, evacuino il Nord della Striscia, che diventerà una zona di ingaggio libero, entro 24 ore, ignora il fatto che, dato il sovraffollamento e i confini blindati, non c’è posto dove gli sfollati possano andare. Il Nord comprende Gaza City, la parte più densamente popolata della Striscia, con 750.000 residenti. Comprende anche il principale ospedale di Gaza e i campi profughi di Jabalia e al-Shati.
Israele, impiegando la sua macchina militare contro una popolazione Occupata che non dispone di un esercito, unità meccanizzate, di una forza aerea o marina, di missili, di artiglieria pesante e di un centro di comando e controllo, per non parlare dell’impegno degli Stati Uniti a fornire un pacchetto di aiuti militari da 38 miliardi di dollari (36 miliardi di euro) a Israele nel prossimo decennio, non eserciterà “il diritto di difendersi”. Questa non è una guerra. È l’annientamento dei civili intrappolati per 16 anni nel più grande campo di concentramento del mondo. Gaza viene rasa al suolo, distrutta, ridotta in macerie. Centinaia di migliaia di civili verranno uccisi, feriti o lasciati senza casa, senza cibo, carburante, acqua e assistenza medica. Quasi 600 bambini sono già morti.
L’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Impiego (UNRWA) è stata costretta a chiudere 14 centri di distribuzione alimentare lasciando mezzo milione di persone senza cibo. L’unica centrale elettrica di Gaza è a corto di carburante. Le Nazioni Unite dicono che dodici membri del suo personale sono stati uccisi dagli attacchi aerei israeliani, 21 delle 22 strutture sanitarie dell’UNRWA a Gaza sono state danneggiate e gli ospedali mancano di medicinali e forniture di base.
Israele, come ha fatto in passato, bloccherà la diffusione di resoconti e immagini indipendenti una volta che circa 360.000 soldati avranno lanciato un attacco di terra. Sabato ha interrotto il servizio Internet a Gaza. I brevi scorci delle atrocità israeliane che verranno alla luce verranno liquidati dai leader israeliani come incidenti o attribuiti ad Hamas.
L’Occidente si rifiuta di intervenire, mente 2,3 milioni di persone, tra cui 1 milione di bambini, sono privi di cibo, carburante, elettricità e acqua, vedono le loro scuole e ospedali bombardati e vengono massacrati e resi senza casa da una delle macchine militari più avanzate del pianeta.
Le immagini raccapriccianti degli israeliani uccisi da Hamas sono moneta di morte. Si scambia carneficina con carneficina, una danza macabra che Israele ha avviato con i massacri e la Pulizia Etnica che hanno consentito la creazione dello Stato Ebraico, seguita da decenni di espropri e violenze inflitte ai palestinesi. Secondo il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem, prima dell’attuale attacco, l’esercito israeliano aveva ucciso 7.779 palestinesi a Gaza dal 2000, tra cui 1.741 bambini e 572 donne. Questa cifra non include gli abitanti di Gaza che sono morti per aver bevuto acqua contaminata o per essersi visti negare l’accesso alle cure mediche. Né include il numero crescente di giovani di Gaza che, avendo perso ogni speranza e lottando con una profonda depressione, si sono suicidati.
Ho passato sette anni come corrispondente sul conflitto, quattro dei quali come direttore dell’Ufficio per il Medio Oriente del New York Times. Ho visto i corpi delle vittime israeliane degli attentati sugli autobus a Gerusalemme compiuti da attentatori suicidi palestinesi. Ho visto file di cadaveri, compresi bambini, nei corridoi dell’Ospedale Dar Al-Shifa a Gaza City. Ho visto i soldati israeliani schernire ragazzini che in risposta lanciavano sassi e poi venivano fucilati senza pietà nel campo profughi di Khan Younis. Mi sono riparato dalle bombe sganciate dagli aerei da guerra israeliani. Mi sono arrampicato sulle macerie delle case e dei condomini palestinesi demoliti lungo il confine con l’Egitto. Ho intervistato i sopravvissuti sanguinanti e storditi. Ho sentito i lamenti strazianti delle madri che si aggrappavano ai corpi dei loro figli.
Sono arrivato a Gerusalemme nel 1988. Israele era impegnato a screditare ed emarginare la laica e aristocratica dirigenza palestinese di Faisel al-Husseini e a scacciare gli amministratori giordani dalla Cisgiordania Occupata. Questa dirigenza laica e moderata fu sostituita dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e da Yasser Arafat. Ma anche Arafat, molto probabilmente avvelenato da Israele, e l’OLP furono spietatamente messi da parte da Israele. l’OLP fu sostituita da Hamas, che Israele ha apertamente promosso come contropotere all’OLP.
La crescente ferocia dei palestinesi è il risultato della ferocia di Israele contro i palestinesi. I gruppi di Resistenza sono la copia di Israele. Israele ritiene che con lo sradicamento di Hamas i palestinesi diventeranno docili. Ma la storia ha dimostrato che una volta distrutto un movimento di Resistenza palestinese, ne prende il posto uno più virulento e radicale.
Gli assassini si nutrono l’un l’altro. L’ho visto nelle guerre etniche in Bosnia. Quando la religione e il nazionalismo sono usati per santificare l’omicidio non ci sono regole. È una battaglia tra la luce e l’oscurità, il bene e il male, Dio e Satana. Il discorso razionale è bandito.
“Il sonno della ragione”, come disse Francisco Goya, “genera mostri”.
Gli estremisti ebrei, i fanatici sionisti e gli invasati religiosi dell’attuale governo israeliano hanno bisogno di Hamas. La vendetta è il motore psicologico della guerra. Coloro che vengono massacrati vengono disumanizzati. Non sono degni di empatia o giustizia. La pietà e il dolore si provano esclusivamente per i propri. Israele promette di sradicare una massa disumanizzata che incarna il male assoluto. I mutilati e i morti a Gaza, e i mutilati e i morti nelle città e nei kibbutz israeliani, sono vittime degli stessi desideri oscuri.
“Dalla violenza nasce solo la violenza,” scrive Primo Levi, “a seguito di un’azione intermittente che, col passare del tempo, anziché spegnersi, diventa più frenetica”.
L’amministrazione Biden ha promesso sostegno incondizionato a Israele e spedizioni di armi. Il gruppo d’attacco della portaerei USS Gerald R. Ford è stato schierato nel Mar Mediterraneo orientale per “scoraggiare qualsiasi attore” che potrebbe ampliare il conflitto tra Israele e Hamas. Il gruppo di portaerei comprende la portaerei della Marina statunitense USS Gerald R. Ford; i suoi otto squadroni di aerei d’attacco e di supporto; l’incrociatore missilistico guidato di classe Ticonderoga USS Normandy; e i cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh-Burke: USS Thomas Hudner, USS Ramage, USS Carney e USS Roosevelt, secondo una dichiarazione del Pentagono.
Gli Stati Uniti, come in passato, ignorano le ben maggiori morti e distruzioni, nonché l’Occupazione illegale, inflitte da Israele ai palestinesi o le periodiche campagne militari: questo è il quinto grande attacco militare israeliano contro la popolazione di Gaza in 15 anni.
Israele afferma di aver recuperato 1.500 corpi di combattenti di Hamas dopo l’incursione. Si tratta di un numero superiore alle 1.300 vittime israeliane. Quasi tutti i combattenti di Hamas uccisi, sospetto, fossero giovani nati nel campo di concentramento di Gaza che non avevano mai visto l’esterno della prigione a cielo aperto finché non sfondarono le barriere di sicurezza erette da Israele. Se i combattenti di Hamas possedessero l’arsenale tecnologico di morte di Israele, sarebbero in grado di infliggere dolore in modo maggiore. Ma non lo fanno. Le loro tattiche sono versioni più rudimentali di quelle che Israele usa contro di loro da decenni.
Conosco questa malattia, l’esaltazione della razza, della religione e della nazione, la divinizzazione del guerriero, del martire e della violenza, la celebrazione del vittimismo. I guerrieri sacri credono che solo loro possiedano virtù e coraggio, mentre il loro nemico è perfido, codardo e malvagio. Credono che solo loro abbiano il diritto alla vendetta. Dolore per dolore. Sangue per sangue. Orrore per orrore. C’è una spaventosa simmetria con la follia, l’abbandono di ciò che significa essere umani e giusti.
Thomas Edward Lawrence chiama questo ciclo di violenza: “Gli anelli del dolore”.
Una volta accesi, questi fuochi possono facilmente trasformarsi in un incendio.
Carri armati e soldati israeliani, per contrastare un attacco di Hezbollah a sostegno dei palestinesi, sono stati schierati al confine con il Libano. Le forze israeliane hanno ucciso combattenti di Hezbollah, nonché un giornalista della Reuters, che ha visto Hezbollah lanciare una salva di razzi per rappresaglia. Il Ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha annunciato che distribuirà 10.000 fucili d’assalto ai coloni israeliani, che hanno compiuto furie omicide nei villaggi palestinesi in Cisgiordania. Israele ha ucciso almeno 51 palestinesi nella Cisgiordania Occupata da quando Hamas ha lanciato il suo attacco il 7 ottobre.
Lo psicologo Rollo May scrive:
“All’inizio di ogni guerra trasformiamo frettolosamente il nostro nemico nell’immagine del Demonio; e allora, poiché è il Diavolo che combattiamo, possiamo metterci sul piede di guerra senza porci tutte le domande fastidiose e spirituali che la guerra suscita. Non dobbiamo più affrontare la consapevolezza che coloro che stiamo uccidendo sono persone come noi. Le uccisioni e le torture, quanto più durano, contaminano gli autori e la società che condona le loro azioni. Tolgono agli inquisitori e agli assassini professionisti la capacità di sentire. Alimentano l’istinto di morte. Espandono il danno morale della guerra”.
Israele ha insegnato ai palestinesi a comunicare con l’urlo primitivo dell’odio, della guerra, della morte e dell’annientamento. Ma non è l’attacco israeliano a Gaza quello che temo di più, ma la complicità di una comunità internazionale che autorizza il massacro genocida di Israele e accelera un ciclo di violenza che potrebbe non essere in grado di controllare.
Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per quindici anni per il New York Times, dove ha lavorato come capo dell’ufficio per il Medio Oriente e capo dell’ufficio balcanico per il giornale. In precedenza ha lavorato all’estero per The Dallas Morning News, The Christian Science Monitor e NPR. È il conduttore dello spettacolo RT America nominato agli Emmy Award On Contact.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org