Mohammad, oggi sono trascorsi 32 giorni da quando quella scheggia di artiglieria israeliana ti ha ucciso. La situazione a Gaza sta peggiorando. Le persone che finora sono sopravvissute a questo genocidio non si sentono affatto fortunate. Al contrario, invidiano coloro che sono stati uccisi da Israele.
Fonte: English version
Doaa Alremeili 22 dicembre 2023
Immagine di copertina: Palestinesi ispezionano i danni subiti da un edificio residenziale in seguito al bombardamento israeliano su Deir El-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, il 22 dicembre 2023. (Foto: Omar Ashtawy/APA Images)
Tomba di Mohammad- Fila dei 30 martiri – Cimitero di Deir al-Balah – Area centrale, Gaza, Palestina.
22 dicembre 2023
Per Mohammad.
Oggi sono passati 32 giorni da quando le schegge di un proiettile dell’artiglieria israeliana ti hanno ucciso. Ogni volta che penso che adesso sei sdraiato in una buca come in una trincea, solo, coperto di terra, anche se è la terra della Terra Santa, mi si stringe il cuore dal dolore per te. Tu ed io, Mohammad, sappiamo molto bene che tipo di superstizioni legate alla morte riempiono l’atmosfera della nostra città, Gaza. Ma non sei morto. Non sei tra i morti, Mohammad, vero? Sei un martire, il che significa che ora sei immortale e vivi in un mondo oltre la nostra consapevolezza e comprensione, alla presenza di Allah.
Noi, palestinesi e musulmani in generale, siamo stati stigmatizzati dall’Occidente come “amanti della morte”. Eppure è il contrario. Amiamo vivere. Amiamo costruire e prosperare. Amiamo avere grandi sogni e speranze per il nostro futuro. Ci piace ridere. Noi, meglio di chiunque altro, sappiamo quanto sia preziosa la nostra vita. Meritiamo di vivere.
Mohammad, non so come dirtelo, ma ho perso la comunicazione con la nostra famiglia negli ultimi due giorni e mezzo. Sto ancora aspettando loro notizie. Spero che stiano bene. L’altro giorno abbiamo avuto lo stesso problema. L’esercito israeliano continua a colpire le torri di comunicazione e distrugge i cavi. Per quasi cinque giorni consecutivi le comunicazioni sono rimaste interrotte. Mi vergogno così tanto di non poterti dire se stanno bene o no.
Quindi ormai, da quasi 60 ore, non ho loro notizie, e tu sai benissimo come vanno le cose a Gaza. In un minuto si può perdere un intero quartiere; in realtà, l’esercito israeliano non impiega un minuto per distruggere un’area. È intollerabile come un bambino, in meno di un secondo, possa diventare orfano di padre, o di madre, o di entrambi. O come un genitore possa perdere i figli, o come un essere umano possa restare senza famiglia. C’è una parola per definire tutto questo? Non mi interessa se il dizionario di Oxford non ce l’ha, perché nella nostra amara realtà di Gaza, quella parola esiste. Un abitante di Gaza potrebbe perdere tutti i suoi legami di sangue in un singolo attacco aereo israeliano o in un colpo di artiglieria. Capisci cosa intendo, vero, Mohammad?
La Germania pensa che stare accanto a Israele nel suo frenetico attacco a Gaza cancellerà in qualche modo dalle sue mani il sangue degli ebrei, degli zingari, dei comunisti e dei polacchi.
Mohammad, la mamma prega per te tutto il tempo. Ogni volta che parla di te, chiede ad Allah di perdonarti e di accettarti come shahid. Dice che hai riempito la casa con un sacco di cose. Dice che grazie a te non hanno bisogno di tante cose come gli altri abitanti di Gaza. Poi scoppia in lacrime. Tra i singhiozzi, maledice gli israeliani e ogni singola feccia su questa terra che afferma di essere umana,mentre sostiene Israele il massacratore. Mohammad, la mamma non è più come prima, e nemmeno il papà. Nel profondo dei loro occhi, qualcosa è morto. Credo che questo sia il modo in cui tutti i genitori si confrontano con la perdita di un figlio.
Ci si potrebbe chiedere come i leader del mondo “libero” possano guardare il massacro in corso a Gaza e non fare nulla. Ma questo mondo “libero” aveva già commesso dei genocidi. La Germania, ad esempio, pensa che stare accanto a Israele nel suo frenetico attacco a Gaza cancellerà in qualche modo dalle sue mani il sangue degli ebrei, degli zingari, dei comunisti e dei polacchi.
La situazione a Gaza sta peggiorando, Mohammad. Le persone che finora sono sopravvissute a questo genocidio non si sentono affatto fortunate, al contrario, invidiano coloro che sono stati uccisi da Israele. Non sopportano l’orrore dei bombardamenti e degli inarrestabili attacchi israeliani. La gente non riesce a trovare cibo, Mohammad. I bambini stanno morendo di fame. Le donne incinte perdono i loro bambini e altre partoriscono in condizioni molto primitive. I neonati vengono al mondo sentendo i suoni fragorosi dei bombardamenti israeliani. Ho sentito che i feriti vengono dimessi dagli ospedali, i pochi che ancora funzionano, per mancanza di servizi e di spazi sufficienti. Vengono mandati nelle loro case, nelle tende montate ovunque a Gaza, solo per morire più tardi a causa di complicazioni. Non c’è bisogno di menzionare le persone con malattie croniche. Anche loro vengono uccise da Israele.
A proposito, nostro padre non riesce a trovare le sue medicine. Ha setacciato molte farmacie, ma invano. Eri tu quello che gli portava le medicine. Eri tu quello che andava a fare la spesa pe nostra mamma al mercato. Mi aiutavi molto, Mohammad.
Il tuo amico, come si chiamava? Amer? Quello che vive vicino al mare. Oh Dio, sono stufa della mia terribile memoria, anche se non ho il diritto di lamentarmi dopo averla allenata per essere così selettiva e averle permesso di conservare solo qualche ricordo. Dannazione, non riesco ancora a ricordare il nome. Comunque, il tuo amico è andato a trovare la mamma e le ha regalato un pompelmo dell’albero che hanno nel loro giardino. Sai cosa ha detto, Mohammad? “Questa era la parte del nostro albero spettante a Mohammad, e d’ora in poi sarà tua.” Sua madre dice che ogni volta che entra nella sua stanza, lo trova che guarda le tue foto e piange.
Nelle notizie si parla di un altro cessate il fuoco umanitario, proprio come quello di cui ti ho parlato in una lettera precedente. Ma la gente di Gaza non ne vuole una temporanea. Vogliono un cessate il fuoco permanente. Dicono: “Che senso ha avere un cessate il fuoco temporaneo, solo perchè l’esercito israeliano e i suoi mercenari sionisti provenienti da tutto il mondo continuino poi a ucciderci e bombardarci dopo essersi riposati? Lasciamo che ci uccidano adesso. Lasciamo che la finiscano.”
Mohammad, l’altra sera, ero sulla navetta di ritorno da Fatih e guardavo fuori dal finestrino. Il terreno sullo spartitraffico, il luogo dove normalmente vengono piantate le piante e alcuni alberi, era stato rivoltato e ammucchiato.
Ho pensato “Tombe”. Quelle sono tombe.
Poi ho capito che questa è Istanbul, non Gaza. Stanno solo preparando il terreno per piantare bellissimi fiori. A Gaza è in corso un genocidio. A Gaza, le persone si seppelliscono a vicenda nelle strade, nei mercati e nei cortili di ciò che resta delle loro case distrutte – e in fosse comuni.
Mohammad, vieni a trovarmi in sogno. Assicurami che stai bene. Vieni a sorridere, per favore. Mettiti il tuo profumo, come al solito, e fai dondolare tra le mani le chiavi della moto.
Tua sorella maggiore,
Doaa
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org