Da cosa devo “riprendermi”? Alcuni dicono che la mia visione della vita è crollata il 7 ottobre. È così?
Gennaio 2024 dalla sua pagina Facebook.
Cari amici
Una settimana fa ho tenuto un discorso in una manifestazione a Tel Aviv organizzata da un gruppo chiamato “Standing Together”. Arabi ed ebrei israeliani lavorano e manifestano insieme. Alla fine sono riuscito a mettere i sottotitoli in inglese. Sento che sia il mio contributo più importante fino ad oggi, all’orribile situazione in cui ci troviamo. Voglio aggiungere un punto importante:
Questo discorso è rivolto ai miei concittadini israeliani. Sono la mia gente, mi prendo la responsabilità per loro. Mi auguro che lo stesso tipo di discorso venga fatto da un cantante palestinese/arabo/musulmano, o da chiunque altro, in qualsiasi parte del mondo arabo, rivolto al suo popolo. Osare essere critici, sfidare lo status quo, insistendo sul fatto che deve esserci un altro modo.
A parte la mia amica Mira Awad, cittadina israeliana palestinese, non ho ancora sentito una voce del genere. È estremamente importante… aspetto e spero… per non dire, prego… di ascoltarlo. Se conosci una voce simile, per favore condividila con me. Spero che quest’anno porti benessere e progresso, empatia, gentilezza e pace a tutti noi.
Ultimamente mi è stato chiesto se sono già tornata sobria.
E mi chiedo: da cosa esattamente? Come se avessi vissuto in un sogno e avessi finalmente aperto gli occhi?
Come se fossi ubriaca, avessi le allucinazioni, corressi in un campo di fiori? Come se mi fossi ingannata e improvvisamente avessi visto la luce, la saggezza e la “salvezza” che hanno portato Israele al peggior massacro della sua breve storia, nel giorno più nero, il 7 ottobre?
E forse è vero il contrario? Sono un attivista per la pace da 28 anni, da quell’orribile notte del 4 novembre 1995, quando Gil Dor e io eravamo sul palco, orgogliosi e gloriosi, cantando “una luce brillerà” per le centinaia di migliaia di persone che nella piazza erano venute a cantare. “sì alla pace, no alla violenza”, una serata che si è conclusa con un violento atto di terrore compiuto dal terrorista ebreo Yigal Amir, la cui casa non è stata distrutta, e che è celebrato come un eroe da alcuni membri del governo israeliano!
Da allora, ho assistito al deterioramento del mio amato Paese nell’abisso in cui ci troviamo oggi. Un incubo in piena regola. Dopo l’assassinio del primo ministro Yizchak Rabin, i miei occhi si sono oscurati e ho lottato per trovare la luce, ostinatamente e costantemente.
Una linea diretta, rossa come il sangue, può essere tracciata tra questi due eventi, il 4 novembre 1995 e il 7 ottobre 2023. E sì, lo so, è iniziata molto prima di quell’orribile omicidio, è una storia lunga, complicata, continua e complessa. Capisco la complessità, del resto sono un artista, la complessità è al centro della mia esistenza. Ma per me era il 4 novembre 1995.. Il giorno in cui Yitzchak Rabin perse la vita e la mia vita cambiò per sempre.
Quindi da cosa dovrei “riprendermi”?
La mia fede nell’umanità, nel valore di ogni vita umana, nell’uguaglianza e nella giustizia? Devo rinunciare alla convinzione l’umanità possa riparare qualsiasi cosa? No, non possiamo riportare in vita i morti (ancora) ma possiamo almeno provare a evitare altre morti, altre vittime, altre famiglie in lutto, vite distrutte, anime spezzate con occhi vuoti, dolore e agonia?
Devo “riprendermi” dall’idea che tutto è possibile con il duro lavoro e la buona volontà, anche di fronte a ciò che viene percepito come il “male ultimo, puro”?
Cosa c’è di più che osservare Berlino, dove risiedono decine di migliaia di israeliani, dove Mira Awad, Gil Dor ed io ci siamo esibiti sul palco della Filarmonica di Berlino solo poche settimane fa, in una manifestazione che chiedeva il rilascio degli ostaggi e porre fine a ogni violenza, raccogliendo fondi per Women Waging Peace, Women of the Sun e le famiglie degli ostaggi? Berlino, quella era la Germania nazista solo pochi minuti fa in termini storici…?
Da cosa devo “riprendermi”? Alcuni dicono che la mia visione della vita è crollata il 7 ottobre. È così?
Non è piuttosto una visione della vita arrogante, separatista, suprematista, settaria, sciovinista, militarista, fascista, patriarcale, cieca, pessimista, cinica, “gestrice dei conflitti”, egoista, avida, intrisa di menzogna, avvelenata dalla corruzione, dalla frode?
e la violazione della fiducia, corrotta e, peggio ancora, messianica, che è crollata in un mare di sangue, lacrime e agonia che nessuna parola può descrivere???
Sono orgogliosa di ogni momento di attività per la pace, l’uguaglianza e l’esistenza condivisa, con Gil Dor e infiniti amici e colleghi in 33 anni di carriera internazionale, e non ho intenzione di mollare… è vero il contrario.
L’attività, che in sostanza, consiste nel rompere i muri. E così vengono costruiti tanti muri, invece di creare una situazione in cui non sono più necessari. Si costruiscono tanti muri per evitare di vedere l’altro, chiunque non sia “noi”. E i muri di mattoni non sono niente in confronto ai muri del cuore! Un cuore nato puro e amorevole, cementato nella pietra e nel filo spinato.
Partiamo dai deboli, dai perseguitati, dai poveri, dalle minoranze della nostra società in tutti i settori, religioni, forme e dimensioni, per arrivare ai richiedenti asilo, ai sopravvissuti all’olocausto, alle madri single, ai lavoratori stranieri, alle persone con disabilità, ai soldati che tornano dalla guerra con disturbo da stress post-traumatico, e l’elenco è lungo…e poi uomini, donne, bambini e anziani che vivono nei territori occupati e a Gaza… tutti sono invisibili per gran parte della nostra società.. Come se fossero non carne e ossa come noi, come se tra loro non ci fossero buoni e cattivi, assassini e angeli, santi e criminali, terroristi e bambini, guerrieri e madri, e tante persone che vogliono semplicemente vivere e non morire… Semplicemente come noi.
Lev Tolstoj scriveva: “se provi dolore, sei vivo. Se senti il dolore dell’altro, sei umano”.
Allora, da cosa devo “diventare sobria”? Non è forse chiaro che la folle agenda jihadista, che santifica la morte e si sforza di creare “Shahid” in massa, che sacrifica consapevolmente persone innocenti sull’altare di un culto della morte distorto, NON è un partner per il dialogo o il compromesso? Non è questa una ragione sufficiente per NON consegnare loro valigie piene di soldi, o dire, come ha detto un ministro del governo israeliano, e cito: “Hamas è una risorsa”?
Allora, da cosa dovrei “riprendermi”?
Ora la tendenza è quella di disumanizzare il tuo avversario (a Gaza) in modo da poterlo distruggere senza interferenze.
Mi chiedo quale sia la soluzione di tutti questi geni alla disumanizzazione rivolta agli israeliani e agli ebrei ovunque? Non sono chiaramente due facce della stessa medaglia? La stessa spada che ci ucciderà tutti?
Il mio amico Said Abu Shakra dice: ricorda, quando punti il dito contro qualcuno, tre dita puntano proprio verso di te. C’è molta ricerca interiore e molta resa dei conti da fare. E ora, questa terribile guerra sanguinosa, e su così tanti fronti!! In primo luogo, ognuno di noi in guerra con se stesso, lottando per non cedere al dolore, alla disperazione e all’ansia, per non lasciare che la rabbia e il sentimento di tradimento ci facciano impazzire, per resistere alle anime spezzate delle famiglie di i rapiti, la preoccupazione e la paura nei loro occhi selvaggi, che da soli possono farti impazzire!!
E la guerra a Gaza, con un’organizzazione terroristica omicida, e nel Nord con Hezbollah, e nello Yemen, e in Siria, e in Libano, e in Cisgiordania, i terroristi palestinesi e israeliani dilagano, e molti dei nostri bambini sono trascinati in questo incubo. compreso il mio!
E sullo sfondo la minaccia iraniana e l’intera Jihad islamica, e questo prima ancora che iniziassimo con il fiasco rappresentato dall’opinione pubblica internazionale, dall’antisemitismo globale, dalla vergogna e dall’orrore, dal collasso totale del sistema!
Ma, signore e signori, credo che ci sia una cosa che può porre fine a TUTTE queste guerre. Sì, fino alla FINE! Né in un giorno, né domani, forse saranno necessarie una o due generazioni, ma una volta che il processo sarà iniziato, e gli sarà permesso di crescere e acquisire slancio, renderà tutte le guerre che ho appena descritto marginali, persino ridicole, fino a quando, alla fine, saranno scomparirà.
Si tratta di un’iniziativa pubblica immediata per una soluzione diplomatica con l’obiettivo di porre fine al conflitto israelo-palestinese e raggiungere la pace con l’intero mondo arabo. Non sono un personaggio militare. Non ho intenzione di dare consigli su come gestire un’operazione militare, così come non mi aspetterei consigli da Hertzy HaLevi (il nostro comandante in capo) sulla poesia di Leah Goldberg o Johan Sebastian Bach. All’IDF è stata presentata un’enorme sfida e auguro loro buona fortuna! Ma posso certamente indicare la direzione in cui voglio andare e chiedere al mio Paese di fare lo stesso.
1. Liberare tutti gli ostaggi, in ogni modo possibile, immediatamente, adesso! Punto.