Israele continua ad intensificare i suoi attacchi militari contro i civili palestinesi in un evidente tentativo di espandere il suo territorio per includere l’intera Striscia di Gaza, sradicando la stragrande maggioranza della popolazione dell’enclave in violazione del Diritto Internazionale.
Fonte: English version
Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 4 febbraio 2024
Ginevra – Si ritiene che circa 110.000 palestinesi siano stati uccisi, spariti e feriti, lasciando molti di loro con disabilità a lungo termine, a quattro mesi dall’inizio della Campagna Genocida di Israele nella Striscia di Gaza.
Secondo le stime dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo, fino a venerdì sera nella Striscia sono stati uccisi un totale di 35.096 palestinesi. Delle persone uccise negli attacchi aerei e di artiglieria israeliani sulla Striscia, 32.220 erano civili, tra cui 12.345 bambini, 7.656 donne, 309 tra il personale sanitario, 41 del personale della Protezione Civile e 121 giornalisti. Nel frattempo, 67.240 persone sono rimaste ferite, centinaia delle quali in modo grave. Nel giro di una settimana dalla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, l’esercito israeliano ha ucciso oltre 1.048 palestinesi, la maggior parte dei quali civili, e ne ha feriti oltre 1.800, oltre a compiere 108 massacri.
Oltre alle statistiche fornite dal Ministero della Sanità Palestinese, i suoi stessi dati includono persone scomparse dopo essere state arrestate e fatte sparire con la forza dall’esercito israeliano, così come coloro che sono rimasti intrappolati sotto le macerie degli edifici colpiti da attacchi aerei e di artiglieria israeliani ormai da più di 14 giorni consecutivi e si presume quindi morti. Centinaia di corpi che non possono essere recuperati a causa della continua violenza israeliana rimangono sulle strade, in particolare nelle aree dove l’esercito israeliano ha condotto incursioni di terra. Il personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha inoltre riferito che circa due milioni di palestinesi, circa il 90% della popolazione totale della Striscia, sono stati sfollati dalle loro case e aree residenziali a causa della mancanza di rifugi sicuri, poiché 79.200 unità abitative sono state completamente distrutte e 207.000 parzialmente danneggiate.
Israele ha preso di mira più di 245 chilometri quadrati dell’enclave, il 67% dell’intera Striscia di Gaza. Questo include l’intera Città di Gaza e le regioni settentrionali della Striscia, dove ai residenti è stato ordinato di evacuare dalla fine di ottobre. La maggior parte di loro non ha ancora potuto ritornare; né lo hanno fatto i residenti di vaste aree nelle sezioni centrali e meridionali della Striscia che Israele aveva designato come aree sicure.
Israele continua ad intensificare i suoi attacchi militari contro i civili palestinesi in un evidente tentativo di espandere il suo territorio per includere l’intera Striscia di Gaza, sradicando la stragrande maggioranza della popolazione dell’enclave in violazione del Diritto Internazionale. Ciò probabilmente equivale a Crimini di Guerra, Crimini contro l’Umanità e Genocidio.
Israele sta deliberatamente prendendo di mira le infrastrutture civili per causare quante più vittime, perdite materiali e quanta più distruzione generale possibile come forma di ritorsione e punizione collettiva. Ciò va contro il Diritto Internazionale Umanitario, alla Convenzione di Ginevra del 1949, ed equivale a Crimini di Guerra secondo lo Statuto di Roma, che governa la Corte Penale Internazionale. Secondo il personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo, le strutture prese di mira da Israele durante i suoi attacchi in corso comprendono: 334 scuole, 1.720 strutture industriali, 183 strutture sanitarie, 478 moschee, tre chiese, 171 uffici stampa e 199 siti archeologici.
Finora sono state prese di mira 235 strutture sanitarie, tra cui 26 ospedali, 63 cliniche e 146 ambulanze. Pertanto, su 36 ospedali nella Striscia di Gaza, solo 13 ospedali sono parzialmente funzionanti, mentre meno del 17% dei centri di assistenza sanitaria primaria nella Striscia sono ancora parzialmente operativi.
Una settimana dopo la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, che richiedeva a Israele di adottare tutte le misure possibili per prevenire il Genocidio contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza e di adottare misure immediate per garantire aiuti umanitari ai civili palestinesi della zona, l’esercito israeliano continuava a uccidere civili allo stesso ritmo di prima della sentenza, affamandoli, negando loro gli aiuti e privandoli dei loro diritti umani più basilari; distruggere le loro proprietà per rendere loro impossibile il ritorno alle proprie case; arrestarli con la forza; e torturarli.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha anche documentato che le forze israeliane stanno ancora assediando e bombardando l’Ospedale Al-Amal a Khan Yunis, nel Sud della Striscia di Gaza. Nei giorni scorsi l’edificio della Mezzaluna Rossa Palestinese, che ospita anche l’ospedale, è stato bombardato più volte, uccidendo almeno sette civili, tra cui un dipendente dell’ospedale.
Israele continua a prendere di mira specificamente i civili. Tre civili sono stati uccisi e altri quattro feriti il 29 gennaio; Erano tutti rifugiati sfollati interni che cercavano rifugio vicino al quartier generale della Mezzaluna Rossa, nella parte occidentale di Khan Yunis. Due persone sono state uccise mentre tentavano di recuperare il corpo di una donna uccisa dalle forze israeliane a pochi metri dall’ospedale.
Inoltre, il 29 gennaio, l’esercito israeliano ha emesso nuovi ordini di evacuazione, richiedendo ai residenti e agli sfollati interni che vivono nei quartieri di Al-Nasr, Sheikh Radwan, nei campi di Al-Shati, Northern Sands, Southern Sands e Al-Sabra, Sheikh Ajlin e Tal Al-Hawa nella Città di Gaza, per trasferirsi a Deir Al-Balah, nel mezzo della Striscia.
Israele continua a usare la Fame Come Arma di Guerra, rilevando che la quantità di aiuti umanitari che entrano nella Striscia di Gaza, in particolare nella valle settentrionale di Gaza, non soddisfa le crescenti esigenze della popolazione, mentre i civili che si radunavano in attesa dei pochi convogli di aiuti in arrivo nella zona sono stati deliberatamente presi di mira dai soldati israeliani. Delle 61 operazioni di soccorso umanitario previste per arrivare nella valle settentrionale di Gaza a gennaio, solo a 10 è stato consentito l’ingresso dalle autorità israeliane.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha seguito da vicino le continue dichiarazioni provocatorie di funzionari israeliani, che esprimono una chiara intenzione premeditata di commettere il crimine di Genocidio. I ministri israeliani continuano a rilasciare e condonare dichiarazioni che incitano allo sterminio dei palestinesi nella Striscia di Gaza. In una conferenza a cui hanno partecipato 12 ministri del Partito Likud al potere in Israele, la leader dei coloni Daniela Weiss ha chiesto il ritorno della costruzione di insediamenti a Gaza, affermando: “Gli arabi non rimarranno a Gaza”.
Come abbiamo affermato in passato, Israele non riesce a ritenere responsabili i singoli cittadini israeliani che incoraggiano il Genocidio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza, indipendentemente dal grado di potere politico o dal livello di celebrità o influenza dell’individuo.
Israele ha palesemente violato i termini del Diritto Umanitario Internazionale, che vieta il danno alla proprietà come “mezzo preventivo” e la distruzione della proprietà come mezzo di deterrenza, anche per scopi militari.
Rinnoviamo il nostro appello per un’indagine internazionale sulle violazioni ampiamente documentate del Diritto Internazionale da parte di Israele da quando ha iniziato i suoi attacchi militari contro la Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023; per porre fine allo stato di impunità di cui gode Israele; e per un processo che consideri responsabili gli autori di violazioni dei diritti umani, oltre a garantire che tutte le vittime ricevano un risarcimento.
Mettiamo in guardia dalle pericolose ripercussioni della decisione di molti Paesi donatori di sospendere i finanziamenti all’UNRWA alla luce delle attuali condizioni catastrofiche e dell’imminente carestia, poiché l’UNRWA è la principale agenzia umanitaria nella Striscia di Gaza, che serve più di due milioni di persone. La sospensione è una pericolosa violazione dei loro obblighi internazionali, soprattutto per quanto riguarda la protezione del popolo palestinese dal crimine di Genocidio. Inoltre, la sospensione favorisce le politiche e i progetti israeliani volti a sradicare la causa palestinese e a privare il popolo palestinese, in particolare i rifugiati, dei diritti garantiti dal Diritto Internazionale e dalle pertinenti Risoluzioni delle Nazioni Unite.
La comunità internazionale deve agire rapidamente per imporre una decisione esecutiva vincolante sulla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, stabilire un cessate il fuoco immediato, garantire la sicurezza dei civili e il loro ritorno alle proprie case e intensificare gli sforzi delle organizzazioni internazionali per monitorare, registrare e documentare le violazioni della sentenza della Corte da parte di Israele. Queste violazioni devono essere segnalate e ampiamente divulgate affinché la Repubblica del Sudafrica e gli altri Paesi coinvolti nella causa possano preparare e presentare un rapporto completo supportato da prove riguardanti le gravi e pervasive violazioni nei confronti dei civili palestinesi da parte di Israele.
Traduzione di Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org