La guerra si avvicina? Hezbollah si prepara, così come i suoi alleati dell’«asse della resistenza »

Degli ostacoli sembrano bloccare il processo diplomatico, soprattutto dopo la  recente visita di Amos Hochstein a Tel Aviv e a Beirut.

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OLJ / Di Mounir RABIH – 24 giugno 2024 

Immagine di copertina: Una spessa nube di fumo nero si alza dopo un attacco aereo israeliano che ha colpito una casa nel villaggio di Khiam, nel Sud del Libano, il 21 giugno 2024. Rabih Daher/ AFP

I segnali non sono buoni. Le minacce israeliane contro Hezbollah, ma anche contro tutto il Libano, stanno crescendo. Alcune ambasciate e missioni diplomatiche raccomandano ai propri cittadini o dipendenti di lasciare il Libano e di non recarvisi, mentre altre stanno considerando misure di evacuazione in caso di escalation del conflitto o di scoppio di una guerra maggiore. Negli ultimi giorni, la minaccia di una degenerazione sul fronte sud è (ri)diventata critica, sullo sfondo di continui sforzi (politici e diplomatici) e pressioni massime esercitate per evitare tale scenario.

Tuttavia, degli ostacoli sembrano bloccare questo processo, soprattutto dopo la visita dell’inviato americano, Amos Hochstein, a Tel Aviv e a Beirut, la scorsa settimana. Poco dopo infatti, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha pubblicato un video criticando l’amministrazione americana per aver sospeso le consegne di armi al suo paese. A seguito di ciò, una delegazione israeliana è stata inviata a Washington per discutere degli sviluppi a Gaza e in Libano. L’obiettivo principale di questa delegazione è cercare di ottenere ulteriori armamenti, in particolare quelli destinati ad essere utilizzati sul fronte libanese e capaci di causare enormi distruzioni nel contesto delle operazioni localizzate in corso, poiché gli americani vogliono evitare una guerra allargata. « Questo rivela che Netanyahu continua a ricorrere a una logica di ricatto verso l’amministrazione americana a pochi mesi dalle presidenziali  che vedrebbe contrapposti Joe Biden e Donald Trump », commenta una fonte diplomatica occidentale.

Parallelamente, le fughe di notizie americane si susseguono riguardo a una decisione israeliana di intensificare il conflitto sul fronte libanese. In questo contesto, gli Stati Uniti hanno lasciato intendere che fornirebbero il necessario sostegno a Israele in qualsiasi guerra che potrebbe condurre contro Hezbollah. I media israeliani hanno così riportato promesse fatte da alti funzionari americani a responsabili israeliani recatisi a Washington questa settimana, affermando che se una « guerra totale scoppiasse tra Israele e Hezbollah, l’amministrazione USA sarebbe pronta a sostenere pienamente il suo alleato ».

I media israeliani riportano anche un aumento dei preparativi militari al confine nord, pochi giorni dopo l’annuncio dell’esercito dello Stato ebraico che « piani operativi per un’offensiva in Libano » erano stati « convalidati ».

Hezbollah in stato di allerta

Ufficialmente e secondo i suoi ambienti politici, Hezbollah esclude ancora la possibilità di una guerra. « Israele è incapace di ampliare le sue operazioni finché non riesce a risolvere la questione di Gaza », afferma una fonte vicina al partito. «Tutte queste minacce e fughe di notizie rientrano nella guerra psicologica. » Anche fonti politiche ufficiali escludono la possibilità di un conflitto maggiore, stimando che né Israele né l’Occidente siano pronti ad aprire un nuovo fronte e che le pressioni continuino per evitare tale scenario. « Qualsiasi eventuale escalation potrebbe svolgersi in contesti specifici, con forse una progressiva intensificazione delle operazioni, ma l’opzione di una soluzione diplomatica resta sul tavolo », afferma una di queste fonti  in forma anonima.

Queste rassicurazioni non impediscono al partito di Hassan Nasrallah di prepararsi, sul piano militare, come se la guerra fosse imminente, prendendo tutte le misure necessarie. Fonti di sicurezza e militari libanesi riportano che l’esercito israeliano si sta preparando a lanciare un’operazione militare limitata in territorio libanese per allontanare Hezbollah dalla frontiera. Secondo le informazioni, questo attacco, se avverrà, potrebbe iniziare con un’operazione di infiltrazione o un’incursione terrestre simultanea in una o più località della fascia di confine. Per questo motivo, Hezbollah ha ordinato ai suoi combattenti in queste località di non lasciare le loro posizioni e li ha rinforzati con unità missilistiche.

In previsione di un attacco israeliano, Hezbollah ha anche rafforzato lo stato di allerta dei suoi combattenti nella brigata al-Radwane e nell’unità Nasr, lungo gli assi attraverso i quali gli israeliani potrebbero infiltrarsi, in particolare Aïta al-Chaab, Rmeich, Yaroun, Maroun al-Ras, Aïtaroun, Blida, Mhaïbib, Meis el-Jabal, Houla, Markaba, Adaïssé, Kfar Kila, Taybé e Wazzani. Per Hezbollah, la natura del confronto, se si concretizzerà, mescolerà gli scontri diretti con il lancio di razzi e attacchi di droni kamikaze contro obiettivi in profondità nel nord di Israele. Secondo le nostre informazioni, il partito si prepara anche a fronteggiare possibili operazioni di sbarco israeliane sulle coste di al-Bayyada e di Naqoura. «Se Hezbollah deve prepararsi a ogni eventualità, questo piano israeliano appare illogico, e l’esercito israeliano non sembra pronto per questo», afferma la fonte vicina al partito.

Droni marini, missili terra-mare: l’Iran in soccorso

In questo contesto, delle informazioni ottenute dal nostro giornale da fonti concordanti rivelano che Teheran sosterrà Hezbollah con tutto il suo arsenale e gli ha già fornito droni marini e sottomarini senza pilota a lungo raggio, capaci di avvicinarsi alle coste israeliane e colpire obiettivi. Questi dispositivi sono fabbricati con materiali non rilevabili dai radar, come il carbonio compresso, la tecnologia più avanzata dell’Iran. Inoltre, Teheran ha consegnato a Hezbollah missili terra-mare a bassa quota e siluri per colpire sottomarini, navi da guerra e basi galleggianti israeliane. Queste armi sono state sviluppate su richiesta di Hezbollah per poter colpire le infrastrutture marittime israeliane, come le piattaforme di gas e le navi nel Mediterraneo. È attraverso questa lente che dovrebbero essere interpretate le recenti minacce di Hassan Nasrallah: «Gli israeliani dovranno aspettarci per terra, per mare e per aria», aveva dichiarato il leader di Hezbollah nel suo ultimo discorso. Secondo informazioni ottenute dalla stessa fonte, le industrie della difesa iraniane hanno sviluppato un nuovo tipo di missile, capace di colpire le batterie di difesa aerea israeliane, incluso l’Iron Dome, che Hezbollah ha testato con successo nelle ultime settimane.

Infine, in preparazione a una possibile guerra, la sala operativa militare congiunta dell’«asse della resistenza » ha anche discusso di come diverse fazioni, in particolare dall’Iraq e dallo Yemen, potrebbero sostenere Hezbollah.

 

Trduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org