Gaza: Migliaia di corpi sono ancora dispersi sotto le macerie, senza alcuna azione internazionale.

Più di 10.000 civili palestinesi sono dispersi sotto le macerie nella Striscia di Gaza, senza alcuna possibilità di recuperare i loro corpi o di dare una degna sepoltura ai loro resti, in palese violazione del Diritto Internazionale e nella totale inazione internazionale per contribuire al loro recupero.

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 7 luglio 2024

Territorio palestinese – Più di 10.000 civili palestinesi sono dispersi sotto le macerie nella Striscia di Gaza, senza alcuna possibilità di recuperare i loro corpi o di dare una degna sepoltura ai loro resti, in palese violazione del Diritto Internazionale e nella totale inazione internazionale per contribuire al loro recupero.
Recuperare i corpi delle vittime dei quasi dieci mesi di attacchi militari mortali e distruttivi da parte di Israele contro i civili sarà estremamente difficile, data la mancanza di macchinari e attrezzature pesanti per le squadre della Protezione Civile e la difficoltà del loro lavoro. Inoltre, l’esercito israeliano ha deliberatamente e metodicamente preso di mira e distrutto questi macchinari e attrezzature, impedendo al contempo qualsiasi ingresso di attrezzature sostitutive nella Striscia di Gaza.

Oltre ad utilizzare intenzionalmente armi con un enorme potere distruttivo che lasciano tonnellate di detriti che impediscono la rimozione e il recupero dei corpi da sotto le macerie, Israele ha un modello di operazioni sistematiche per prevenire e ostacolare il recupero delle vittime e delle persone scomparse da sotto le macerie, come documentato dall’Osservatorio Euro-Mediterraneo. Queste operazioni includono il prendere di mira gli equipaggi della Protezione Civile, le squadre di soccorso e le famiglie che cercano di recuperare i corpi delle vittime, oltre a impedire l’ingresso del carburante necessario per far funzionare ciò che resta dei macchinari pesanti e altre attrezzature.

La signora Maryam Imad, 19 anni, ha raccontato al personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo che il 7 dicembre 2023, due case della sua famiglia a Khan Yunis, a Sud della Striscia di Gaza, sono state bombardate da aerei da guerra israeliani. Tra le 36 persone che si trovavano all’interno c’erano i suoi genitori, due dei suoi fratelli, uno dei quali era un bambino, e suo nonno, i suoi zii, le loro mogli e i loro figli.

Ha aggiunto: “Dopo più di 42 giorni senza sentire nulla, alla fine abbiamo scoperto che i bombardamenti israeliani avevano ucciso ogni singola persona sepolta sotto le macerie. All’inizio di aprile dello scorso anno, io, l’unica sopravvissuta della mia famiglia, ho provato con i miei due zii per recuperare i corpi, ma non siamo riusciti a liberarne nessuno.

“Poi il giorno successivo è arrivata la Protezione Civile ed è riuscita a recuperare alcuni corpi, mentre gli altri sono rimasti sepolti sotto le macerie. Non siamo ancora riusciti a seppellirli perché non abbiamo le attrezzature necessarie, e chiediamo ancora il loro recupero anche se mi rendo conto che si sono decomposti nel corso di diversi mesi, vogliamo seppellire adeguatamente i loro resti”, ha detto.

Secondo il racconto di Wissam Al-Sakani, il 22 novembre 2023 aerei da guerra israeliani hanno bombardato la casa della sua famiglia, che consisteva in cinque appartamenti nella zona di Beit Lahia, nel Nord della Striscia di Gaza. L’attacco ha provocato la morte di circa 45 persone, tra cui due dei suoi figli.

Al-Sakani ha affermato che, nonostante settimane di sforzi per liberare le vittime, quindici di loro rimangono sotto le macerie e il loro recupero è ostacolato dall’enorme quantità di detriti, dalla mancanza di attrezzature e dai frequenti bombardamenti della zona.

Ahmed Al-Bahnasawy ha raccontato che il 31 ottobre 2023 aerei da guerra israeliani hanno bombardato la sua casa all’interno di una cintura di fuoco che ha preso di mira una piazza residenziale ad Haret Al-Sanaida nel campo di Jabalia, nel Nord della Striscia di Gaza, che ospita circa 40 case.

Circa 400 persone, compresi tutti i 18 membri della famiglia di Al-Bahnasawy, sono morte nel massiccio attacco israeliano, ha spiegato. Nel corso di diverse settimane furono dissotterrati dozzine di corpi, ma a causa della mancanza di attrezzature e dell’entità della distruzione, circa 50 persone rimasero sotto le macerie e non fu possibile recuperarle.

La maggior parte dei corpi delle vittime sono stati ritrovati in semplici edifici a uno o due piani o per strada. Tuttavia, recuperare i corpi dal fondo degli edifici a più piani è molto difficile perché le squadre della Protezione Civile e di soccorso devono fare affidamento su strumenti obsoleti, martelli manuali e tecnologia antiquata per cercare le vittime sotto decine di migliaia di tonnellate di macerie, il che rende difficile e meno efficiente il loro lavoro.

È necessario esercitare pressioni internazionali per costringere Israele ad adempiere ai suoi obblighi giuridici e a fornire camion, attrezzature speciali e carburante sufficiente, data l’urgente necessità di rimuovere i detriti, localizzare i corpi e recuperarli con procedure speciali per identificarli e seppellirli in tombe contrassegnate, e garantire il diritto delle vittime e delle loro famiglie a una sepoltura rispettosa e adeguata in conformità con i loro rituali religiosi.

Poiché la maggior parte dei corpi delle vittime sono già in decomposizione, la politica israeliana di ostacolare e impedire il loro recupero gioca un ruolo significativo nella diffusione di malattie mortali ed epidemie nella Striscia di Gaza. Ciò aumenta i rischi per la salute pubblica civile, che è già in peggioramento a causa del fatto che Israele mette a repentaglio la salute e il benessere di oltre due milioni di palestinesi, quasi la metà dei quali sono bambini, distruggendo infrastrutture civili vitali e tagliando le forniture di carburante necessarie per trattare le acque reflue, rendendo impossibile lo smaltimento dei rifiuti e costringendo le persone a bere acqua contaminata.

È una flagrante e grave violazione del Diritto Umanitario Internazionale e del Diritto Internazionale dei Diritti Umani impedire e ostacolare il recupero dei corpi delle vittime da sotto le macerie, in violazione del diritto alle indagini, al risarcimento e riparazione, nonché del diritto finale di tutte le persone di essere trattate con dignità e rispetto quando i loro corpi vengono sepolti. Inoltre, il fatto che migliaia di palestinesi siano ancora dispersi costituisce un ulteriore Crimine contro le loro famiglie, che subiscono terribili ferite psicologiche. Queste violazioni fanno tutte parte del Crimine di Genocidio di Israele contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza, che avrà un impatto negativo significativo su migliaia di famiglie palestinesi nella regione, causando loro grandi danni emotivi e psicologici.

Poiché queste violazioni comportano l’occultamento intenzionale di prove legate al Crimine di Genocidio commesso da Israele nella Striscia di Gaza, impedire il recupero dei corpi viola anche le sentenze emesse dalla Corte Internazionale di Giustizia in merito alla necessità di fermare il Genocidio nella Striscia di Gaza e proteggere civili.

Il fatto che così tante vittime rimangano sepolte sotto le macerie e che i tentativi di recuperare i corpi non abbiano avuto successo per diversi mesi dimostra l’uso intenzionale da parte di Israele di diversi tipi di bombe, munizioni e di una forza massiccia e sproporzionata contro i civili palestinesi e le loro proprietà, in violazione del Diritto Umanitario Internazionale, come la Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, che mira a salvaguardare i civili in tempo di guerra.

I corpi palestinesi devono essere recuperati immediatamente dopo la morte, poiché lo stato attuale di questi cadaveri in decomposizione rappresenta una minaccia per la sicurezza pubblica. La diffusione delle epidemie, già iniziata e osservata ormai da diversi mesi, avrà ulteriori effetti dannosi sull’ambiente e sulla popolazione, come evidenziato dalle infezioni frequentemente segnalate e dai decessi correlati a malattie infettive. Queste condizioni metteranno seriamente a repentaglio la salute ambientale a lungo termine della Striscia e causeranno una distruzione ambientale fino al punto dell’ecocidio, rendendo la Striscia di Gaza inadatta all’abitazione umana.

Israele è tenuto dal Diritto Internazionale a rispettare alcune regole, incluso l’obbligo di proteggere e rispettare i corpi delle persone morte durante i conflitti armati e di adottare tutte le misure ragionevoli per garantire che i morti siano trattati con dignità e per prevenire la mutilazione dei corpi. La comunità internazionale deve lavorare insieme per garantire che Israele interrompa immediatamente i suoi attacchi militari contro i civili nella Striscia di Gaza e sia ritenuto responsabile di tutti i suoi Crimini.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org