“Questo è uno Sterminio”: l’assalto di Israele all’ultimo ospedale funzionante del Nord di Gaza

Israele sta svuotando il Nord di Gaza dei suoi abitanti durante la sua Campagna di Pulizia Etnica in corso. Una delle strategie chiave che sta usando per raggiungere questo obiettivo è quella di prendere di mira gli ospedali, e l’Ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia è diventato un obiettivo primario.

Fonte: English version

Di Qassam Muaddi – 23 ottobre 2024

Immagine di copertina: Persone si fanno strada tra le macerie degli edifici distrutti durante il bombardamento israeliano dei rifugiati di Jabalia il 31 agosto 2024. (Foto: Hadi Daoud / APA Images)

Decine di migliaia di palestinesi sfollati nel Nord di Gaza sono stati costretti a una marcia della morte dall’esercito israeliano da lunedì 21 ottobre. Il Nord di Gaza si sta svuotando dei suoi abitanti, e una delle strategie di Israele per raggiungere questo obiettivo è quella di eliminare le poche infrastrutture sociali rimaste nell’area: gli ospedali.

Come parte della sua offensiva in corso nel Nord di Gaza, l’esercito israeliano ha cercato di sgomberare l’intera area settentrionale di Gaza negli ultimi 18 giorni. Almeno 200.000 persone continuano a rimanere lì, molte delle quali temono, secondo testimonianze locali, di essere prese di mira durante il tragitto verso Sud o nelle “zone sicure” designate da Israele, che sono state costantemente bombardate negli ultimi mesi. L’assedio in corso, include un secondo assedio nell’assedio del campo profughi di Jabalia, accompagnato da una massiccia campagna di bombardamenti che sta costringendo decine di migliaia di persone a lasciare le proprie case. Molte di loro si sono dirette a Beit Lahia, e in particolare all’Ospedale Kamal Adwan. Negli ultimi 18 giorni, l’ospedale ha emesso richieste di aiuto giornaliere, avvisando di un’imminente catastrofe umanitaria.

L’Ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia è uno dei tre ospedali funzionanti nel Governatorato di Gaza Nord. L’ospedale è l’unico centro medico completamente funzionante nel Nord, con un reparto neonatale specializzato per i neonati.

Gli altri due ospedali di Gaza sono a malapena funzionanti. L’Ospedale Indonesiano nella città di Sheikh Zayed ha chiuso i battenti la scorsa settimana dopo che le truppe israeliane lo hanno assediato e ne hanno invaso i dintorni. L’Ospedale Al-Awda di Jabalia, più piccolo in termini di dimensioni, ha sospeso la maggior parte dei suoi servizi e funziona solo a capacità limitata. Martedì 22 ottobre, il direttore dell’Ospedale Al-Awda, Bakr Abu Safiyeh, ha detto ad al-Ghad TV che i droni quadricotteri israeliani stavano aprendo il fuoco direttamente sull’ospedale.

Il dottor Baker ha detto che i droni quadricotteri israeliani stavano anche aprendo il fuoco su chiunque si muovesse per strada, comprese le ambulanze. Secondo il direttore dell’ospedale, un attacco israeliano ha preso di mira un’ambulanza che trasportava una madre che aveva appena partorito. La madre è stata uccisa, ha detto il dottor Baker, e il bambino è stato poi trovato vivo dalle squadre di soccorso e  portato al reparto neonatale dell’Ospedale Kamal Adwan.

Perché colpire gli ospedali è la chiave per svuotare la parte settentrionale di Gaza

Prendendo il nome da Kamal Adwan, un leader della Resistenza Palestinese assassinato da Israele a Beirut nel 1973, l’ospedale è diventato una destinazione centrale per i feriti e gli sfollati. Come la maggior parte degli altri ospedali di Gaza nell’ultimo anno di Guerra Genocida, l’Ospedale Kamal Adwan è l’unico spazio pubblico rimasto nella parte settentrionale di Gaza che offre servizi e fornisce riparo, rappresentando la spina dorsale della società civile e della coesione sociale di Gaza. Ecco perché Israele lo sta prendendo di mira, con l’obiettivo di espellere forzatamente la popolazione al servizio del Piano israeliano di svuotare il Nord. Questo è ora chiamato “il Piano dei Generali”.

Due settimane prima che Israele iniziasse l’attuale assedio, Netanyahu ha detto ai legislatori israeliani che stava prendendo in considerazione il “Piano dei Generali”, così chiamato per la proposta avanzata da alti funzionari dell’esercito israeliano all’inizio di settembre basata sulla visione del Generale israeliano in pensione Giora Eiland, che in un editoriale un anno fa ha spiegato come la parte settentrionale di Gaza dovrebbe essere svuotata dell’intera popolazione attraverso la fame di massa e lo Sterminio.

Il Piano è una versione migliorata di ciò che Israele ha già fatto nell’ultimo anno, tra cui prendere di mira ed evacuare forzatamente gli ospedali. Le forze israeliane hanno fatto irruzione nell’Ospedale Al-Shifa a Gaza per la prima volta a novembre, quando il complesso e i suoi dintorni erano affollati di famiglie sfollate e hanno costretto medici, pazienti e sfollati ad andarsene. Ma a febbraio, quando le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi da alcune parti della Striscia, tra cui Gaza città, i palestinesi sono tornati ad Al-Shifa e hanno ricominciato a gestirne alcune parti mentre le famiglie sfollate hanno iniziato a occuparne di nuovo gli spazi.

Poi, ad aprile, le forze israeliane hanno invaso Al-Shifa una seconda volta in una incursione durata diverse settimane con lo scopo di accelerare il collasso sociale di Gaza. L’esercito israeliano ha rastrellato l’ospedale edificio per edificio e piano per piano, distruggendo le attrezzature e, secondo le testimonianze dei sopravvissuti raccolte all’epoca, giustiziando centinaia di dipendenti pubblici e separando le persone applicando loro braccialetti di colore diverso. Alla fine dell’operazione, il dottor Marwan Abu Saada, vicedirettore di Al-Shifa, ha dichiarato a UN News (ONU Notizie) che la distruzione di Al-Shifa “ha distrutto il cuore del sistema sanitario nella Striscia di Gaza”, aggiungendo che “Al-Shifa è finito per sempre”.

Nel dicembre 2023, due mesi dopo l’inizio del Genocidio israeliano a Gaza, le forze israeliane hanno fatto irruzione nell’Ospedale Kamal Adwan e hanno costretto il personale medico, i pazienti e i civili sfollati a evacuare. L’ospedale ha ripreso i servizi parziali a luglio dopo gli sforzi congiunti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di altre parti internazionali, uniti alla pressione su Israele per consentire quantità limitate di aiuti umanitari nel Nord.

Mentre Israele puntava gli occhi sul Governatorato più a Nord di Gaza per eseguire il Piano di Eiland, l’Ospedale Kamal Adwan è ora l’ultimo baluardo della fermezza palestinese nel Nord. Ciò lo rende un obiettivo primario nell’offensiva israeliana in corso. Kamal Adwan è stato vicino a chiudere completamente più volte, principalmente a causa della mancanza di carburante per i generatori di corrente, salvato ogni volta dall’intensificata pressione delle parti internazionali su Israele per consentire il passaggio di quantità limitate di carburante

L’Ospedale Kamal Adwan resiste all’assedio e alla sovraccapacità 

“Abbiamo bisogno di unità di sangue, sudari per i morti, medici e cibo”, ha detto ai media il dottor Husam Abu Safiyeh, direttore dell’Ospedale Kamal Adwan, mercoledì 23 ottobre, segnalando che le forze israeliane avevano interrotto i servizi Internet dalla zona.

Il giorno prima, il 22 ottobre, il dottor Abu Safiyeh ha detto ai media che l’ospedale aveva esaurito le unità di sangue, aveva una carenza di personale medico, che il personale disponibile era affamato ed esausto e che i generatori di corrente stavano per esaurire il carburante.

Il dottor Abu Safiyeh ha anche indicato che l’ospedale stava curando 130 feriti, di cui 14 sottoposti a ventilazione artificiale, e che i medici non erano in grado di evacuare i feriti dalle strade a causa del rischio di essere colpiti dal fuoco dei droni quadricotteri israeliani. Ha anche invitato le entità internazionali ad aprire un corridoio umanitario per evacuare i feriti e ha descritto il suo ospedale come “una fossa comune”.

Una settimana prima, il 16 ottobre, il dottor Abu Safiyeh aveva pubblicato un video girato all’interno del reparto neonatale dell’Ospedale Kamal Adwan. Il video mostrava neonati dentro incubatrici e infermiere palestinesi che si prendevano cura di loro. “Questi sono bambini con casi difficili e altri casi sono in arrivo, dato che abbiamo programmato parti cesarei per domani”, ha detto durante le riprese.

“Questa bambina è arrivata dopo che la sua famiglia è caduta sotto un bombardamento israeliano”, ha detto Abu Safiyeh mentre filmava una neonata in particolare. “Sua madre e suo padre sono stati uccisi, così come sua nonna, e ora è sola con una ferita alla testa e un’infiammazione secondaria”, ha spiegato. “Se non arriva il carburante per i generatori di corrente, ci sarà una catastrofe umanitaria per questi bambini”, ha avvertito.

Nei reparti dell’ospedale, il personale medico ha descritto le proprie condizioni di lavoro. “Ci sono casi di ustioni, emorragie interne, fratture craniche e amputazioni di arti”, ha detto il dottor Ameen Abu Amshah, in servizio presso l’Ospedale Kamal Adwan. “Su 10-15 feriti che riceviamo contemporaneamente, in media sette sono casi urgenti per un intervento chirurgico. Semplicemente non abbiamo la capacità per tutto questo e siamo costretti a dare la priorità ai casi che possono essere salvati”, ha affermato il dottor Abu Amshah.

“L’Esercito di Occupazione Israeliano ha ordinato ai medici di andarsene, anche tramite telefonate”, ha affermato Abu Amshah. “Questo è uno Sterminio. Nel Nord di Gaza, a Jabalia, all’Ospedale Kamal Adwan sta avvenendo uno Sterminio, ma noi non ce ne andremo”.

Marcia della morte forzata

Martedì 23 ottobre, i droni israeliani hanno lanciato volantini e trasmesso messaggi vocali ai palestinesi rimasti nei dintorni dell’Ospedale Kamal Adwan e all’interno dei suoi locali, ordinando loro di andarsene. Nel frattempo, centinaia di palestinesi venivano radunati e costretti a lasciare altri rifugi dopo aver arrestato alcuni uomini tra loro. Migliaia di persone sono rimaste bloccate in strada, lontano dalle ultime strutture pubbliche rimaste, e costrette a mettersi in viaggio ancora una volta sotto la minaccia delle armi, come mostrato dalle riprese trasmesse dall’esercito israeliano.

Il dottor Abu Amshah dell’Ospedale Kamal Adwan, tuttavia, ha detto di sapere una cosa; che nonostante la mancanza di cibo, la stanchezza, l’assedio e i droni israeliani: “Noi medici palestinesi non ce ne andremo. Resteremo per la nostra gente”.

Qassam Muaddi è il corrispondente per la Palestina di Mondoweiss.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org