February 26, 2016 (1)
Venerdì 26 Febbraio, dopo 94 interi giorni di sciopero della fame, il giornalista palestinese, Mohammed al-Qeeq ha sospeso la protesta in seguito ad un accordo annunciato dall’Associazione Prigionieri Palestinesi. È stato raggiunto nella sua stanza d’ospedale dai membri palestinesi della Knesset, da altri palestinesi testimoni del ’48 che sono stati al suo capezzale per settimane e rappresentanti legali presenti per l’annuncio.
Secondo i termini dell’accordo, la detenzione amministrativa di al-Qeeq terminerà il 21 Maggio 2016. Prima di allora verrà curato negli ospedali israeliani e riceverà le visite familiari che fino ad ora gli erano state negate.
Al-Qeeq, 33 anni, un giornalista palestinese di al-Majd tv, è stato arrestato dalle forze di occupazione israeliane il 21 Novembre 2005 durante un violento raid a casa sua. Il 25 Novembre ha annunciato l’inizio del suo sciopero della fame, dopo essere stato tenuto ammanettato alla sedia per 15 ore consecutive in una posizione innaturale e aver ricevuto minacce di violenza sessuale.
Ha continuato lo sciopero della fame per 94 giorni, chiedendo la fine di questa detenzione amministrativa, priva di accuse o di processo e, nonostante la Corte Suprema Israeliana abbia sospeso la sua carcerazione, le visite familiari hanno continuato ad essergli negate, anche quelle da parte di sua moglie Fayha e dei suoi due bambini piccoli, come pure gli è stato negato il diritto alle cure in un ospedale palestinese.
Fayha ha definito l’accordo “una grande vittoria” in una dichiarazione ai giornalisti. Adesso Al-Qeeq sta ricevendo esami e cure mediche.
La Rete per i Prigionieri Palestinesi Samidoun rende onore alla fermezza di Mohammed al-Qeeq, un vero esempio della resistenza dei prigionieri palestinesi, che lottano costantemente per la libertà e la liberazione, per se stessi e per l’intero popolo palestinese.
Notiamo che, anche se l’accordo è stato raggiunto, non è ancora stato attuato e che è fondamentale che gli occhi del mondo rimangano puntati sullo stato d’Israele affinché esso garantisca la protezione della vita e della salute di Mohammed al-Qeeq e affinché sia liberato, secondo gli accordi.
Inoltre, è orrendo che allo scopo di raggiungere il più vago tipo di giustizia, un palestinese debba ritrovarsi in punto di morte e rischiare la morte per fame dopo ben 94 giorni di digiuno di protesta. Risulta altrettanto orrendo che un palestinese abbia bisogno di uno sciopero della fame lungo almeno 60 giorni – più di quanto molte persone siano capaci di sopravvivere senza alimentazione – per cominciare ad ottenere l’attenzione internazionale o un tipo qualsiasi di copertura mediatica.
È fondamentale anche che il movimento internazionale di solidarietà con la Palestina enfatizzi ed amplifichi la voce dei prigionieri palestinesi – non solo quelli in sciopero della fame, ma tutti i prigionieri palestinesi e la loro collettiva richiesta di libertà – con rapidità, con costanza e con frequenza. Non possiamo permettere al tentativo israeliano di isolare, silenziare e sopprimere i prigionieri palestinesi, di avere successo. Rendiamo onore a tutte le organizzazioni, gli attivisti ed i leaders di tutto il mondo che hanno alzato le proprie voci con forza nel caso di Mohammed al-Qeeq, mentre continuiamo a combattere insieme per la libertà dei prigionieri palestinesi.
trad. L.Pal – Invictapalestina
Un caso da ricordare: Samer Issawi liberato nel dicembre del 2013 inseguito a decine di manifestazioni e pressioni in tutto il mondo, per essere poi riarrestato nel 2014 nel silenzio assoluto. E’ ancora in carcere col fratello Medhat e la sorella Shireen.
Samer Issawi liberato, torna a casa da eroe
La sua protesta portata al limite estremo aveva attirato l’attenzione internazionale e l’appoggio di attivisti di molti Paesi. Israele detiene quasi 5.000 prigionieri politici palestinesi, di cui circa 150 in detenzione amministrativa (senza accuse precise né processo) e circa 150 minori. (Nena News)
Samer Issawi riarrestato
Nel giugno del 2014 mentre l’attenzione internazionale è puntata sulle “ricerche” israeliane dei tre giovani ebrei scomparsi in Cisgiordania, Casus belli della successiva devastazione di Gaza, Samer al-Issawi, il prigioniero palestinese autore del più lungo sciopero della fame, è nuovamente arrestato dalle forze armate israeliane.
Le truppe di Tel Aviv entrate nel villaggio palestinese di al-Isawiyya (vicino Gerusalemme est) dopo essersi scontrate con la popolazione palestinese locale, fanno irruzione nella casa di Samer e lo “arrestato”.
Il 6 marzo 2014 era stata arrestata anche la sorella Shereen Al-Issawi, 35anni, avvocato e coordinatrice della precedente campagna per la liberazione del fratello Samer, mentre il 13 marzo 2014 era stato incarcerato l’altro fratello Medhat. Da allora Shireen è stata accusata di aver facilitato, quale avvocato, lo scambio di informazioni tra prigionieri.
Tutti e tre i fratelli, Samer, Shireen e Medhat sono attualmente in carcere. “La notizia del ripristino della sentenza originale di 30 anni per Samer Issawi è giunta come un colpo molto duro per la famiglia Issawi”, continuamente molestata e terrorizzata dalle forze di occupazione israeliana per la loro capacità di recupero coraggioso di fronte alla brutale e illegale occupazione.
Fadi, uno dei fratelli di Samer, fu assassinato nel febbraio 1994, esattamente 22 anni fa, all’età di 16 anni, dalle forze israeliane durante una manifestazioni in Cisgiordania a seguito del massacro alla Moschea di Abramo ad Hebron.
(1) Fonte: http://samidoun.net/2016/02/mohammed-al-qeeq-suspends-hunger-strike-in-agreement-after-94-days/
Una risposta a “Mohammed al-Qeeq sospende lo sciopero della fame dopo 94 giorni in seguito ad un accordo.”