LEXPRESS.fr con AFP , 09/10/2016 à 12:03
Il ministro israeliano della Pubblica Istruzione domenica scorsa si è dichiarato favorevole per l’amnistia a un soldato israeliano accusato di aver ucciso un palestinese che aveva attaccato con un coltello dei militari a Hebron.
Aveva finito con un proiettile alla testa un aggressore palestinese accasciato a terra. Il ministro dell’Istruzione israeliano Naftali Bennett si è dichiarato domenica scorsa a favore dell’amnistia per un soldato israeliano di 19 anni, attualmente sottoposto al giudizio di un tribunale militare con l’accusa di aver ucciso, a marzo, con un proiettile alla testa Abdel Fattah al-Sharif. Quest’ultimo, che aveva attaccato con un coltello dei militari a Hebron in Cisgiordania, era stato gravemente ferito e verosimilmente non rappresentava alcun pericolo.
Un caso che divide l’opinione pubblica israeliana
La data del verdetto non è stata ancora fissata, mentre il destino del soldato, Elor Azaria, ha già profondamente diviso l’opinione pubblica israeliana tra chi lo difende e chi crede che debba rendere conto delle sue azioni. “Questo soldato non dovrebbe trascorrere una sola giornata in carcere. Se giudicato colpevole, deve beneficiare immediatamente dell’amnistia”, ha detto alla radio militare dell’esercito Naftali Bennett che è anche capo di Focolare ebraico, un partito religioso nazionalista.
“Questo processo è stato inquinato fin dal primo giorno grazie ai discorsi del primo ministro (Benjamin Netanyahu) e del ministro della Difesa di allora (Moshe Yaalon) che hanno dichiarato il soldato colpevole”, ha aggiunto il ministro. Secondo lui “i nostri soldati si trovano ad affrontare un’ondata terrorista di assassini palestinesi e ci difendono. Occorre fargli capire che siamo con loro e se violano in modo grave gli ordini, quello deve avere un trattatamento diverso.”
Benjamin Netanyahu aveva telefonato al padre del giovane soldato
Queste osservazioni hanno subito provocato una polemica. Il deputato dell’opposizione di centro Elazar Stern, un generale della riserva, ha ritenuto “molto triste che il ministro della Pubblica Istruzione attenti in modo così grave alla giustizia (militare) e al capo di stato maggiore. Un ministro deve trattenersi dal fare esternazioni (in attesa della fine del processo) e non esprimersi tanto per guadagnare qualche punto nei sondaggi”.
Anche Benjamin Netanyahu era stato criticato per aver telefonato qualche ora dopo la sparatoria di Hebron, al padre del soldato per esprimergli la sua simpatia e aver paragonato il destino di Elor Azaria a quella dei soldati uccisi o dispersi durante i combattimenti. Di fronte alla levata di scudi, aveva dovuto fare marcia indietro su quanto detto.
Un video che accusa
Abdel Fattah al-Sharif e un altro palestinese Ramzi al-Qasrawi, entrambi ventunenni, il 24 marzo avevano attaccato con i coltelli alcuni soldati israeliani a Hebron. Ramzi al-Qasrawi fu subito ucciso. Elor Azaria si difende dicendo di aver temuto che Abdel Fattah al-Sharif nascondesse una cintura esplosiva sotto i vestiti.
Un video, girato da un militante palestinese di una organizzazione israeliana di difesa dei diritti, mostra Elor Azaria mentre parla brevemente con un soldato presente alla scena, poi, prendere la mira su Abdel Fattah al-Sharif e fare fuoco sul corpo allungato a pochi metri.
Trad. Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org
fonte: http://www.lexpress.fr/actualite/monde/proche-moyen-orient/un-ministre-israelien-pour-l-amnistie-du-soldat-qui-avait-acheve-un-palestinien_1838988.html?utm_campaign=Echobox&utm_medium=Social&utm_source=Facebook&link_time=1476007597#xtor=CS3-5076